Migliori Siti
Commentare... com'è facile! Provaci anche tu!

12 gennaio 2009

Fic: Cap. 2

Chiariamo una cosa, questa fic non è...cioè, non è...be', lo vedrete voi stessi. Ma ci tengo a dire che non potrei mai tradire la Pokéshipping! U_U
E per questo, ho deciso di pubblicare subito il secondo capitolo.
Quando ho terminato questo capitolo...mah, mi ha dato l'impressione che sarebbe potuta terminare qui. Come uno di quei vecchi film...con la scritta The end e un sottofondo straziante...
Ma trattandosi di me, non potevo lasciarla così XD Ed è così che la fic avrà un seguito...al momento sono quattro capitoli, ma penso di chiuderlo con cinque. Be', se fosse dipeso da me...sarebbe andata avanti all'infinito, ma devo praticare anche con storie brevi (no, le one-shot sono fuori questione. Non ci riuscirò mai U_U').
Le frasi in corsivo verso la fine del capitolo, sono della canzone "Hikari no Naka e" (triste e dolce ç.ç) song dell'anime Escaflowne. La traduzione non è identica alle parole originali, ma è stato modificato ricavandone il significato e rendendolo più fluibile e comprensibile.
Ah, altra cosa, ho inserito nella playlist musicale la canzone "Sen no yoru wo koete", così che possiate ascoltarla, la canzone "Hikari no Naka e" e altre tre canzoni che secondo me si adattavano alla fic.
Buona lettura ^^

(Un giorno te lo dirò)

Cap. 2


“Suki na hito ni wa suki tte tsutaeru n da”

- Ehilà!- disse una voce. Ash scese le scale e vide arrivare Gary.
- Gary, che sorpresa. Che ci fai qui?
- Dovevo ridarti il tuo Pokédex, no? Io e il nonno abbiamo già prelevato le informazioni sui Pokèmon che hai incontrato.
I due si diressero verso la cucina, mentre Delia preparava un rinfresco.
- Ah, bene- ricevette l’oggetto- Ma non ce n’era bisogno. Sarei passato comunque dal prof. Oak.
- Tranquillo, ero già nei paraggi. Piuttosto, non ti credevo ancora qui- disse lui, mentre Ash lo guardava confuso- Pensavo che saresti andato all’aeroporto a salutarla.
- A salutare, chi?- lo guardò confuso, mentre Delia sembrava agitarsi.
- Come “Chi”? Misty, no?- poi notò lo sguardo incredulo di Ash- Non te l’ha detto?
- Doveva dirmi…cosa?- la sua voce era sempre più alta.
- Misty parte oggi per Cristal City. Raggiungerà suo padre che vive lì e frequenterà un corso speciale per i capopalestra.
- C-come?- la sua voce suonò ancora più incredula. Com’era possibile, che Misty non gliel’avesse detto?- Ma perché non…?
- Pensavo che te ne avesse già parlato. Tracey mi ha detto che sarebbe partita oggi, così sono andato a salutarla, anche per darle un regalo da parte del nonno. Per questo mi trovavo già in giro…mi ascolti?- chiese notando ora che lo sguardo di Ash si fece vago.
- Tu lo sapevi, tuo nonno lo sapeva, Tracey lo sapeva…chi altro lo sapeva?
- Be’…- guardò la signora Delia, che sembrava smarrita- Credo tutti, Misty ne ha parlato il giorno della festa. Ma dal tuo sguardo, deduco che eri l’unico.
- Sì, io ero l’unico!- si alzò in piedi irritato- Perché non ne sono stato messo al corrente?
Gary guardò nuovamente la donna. Ash si girò a guardare la madre e solo in quel momento notò che era nervosa.
- Mamma, anche tu…?
- Sì, caro- annuì triste.
- Ma che bene. Misty ha fatto in modo che io fossi l’unico a non saperlo- disse lui sarcastico- Deve essere proprio arrabbiata con me, per avermi fatto questo dispetto. Ma quando torna, dovrà darmi un sacco di spiegazioni- tornò a sedersi.
- Ecco…- fece la donna, ma Gary la precedette.
- Ne dubito. Il corso prevede come minimo un anno. E non è detto che voglia rimanere lì per più tempo. In fondo, si tratta di una grande occasione…
Ash si bloccò e guardò scettico Gary.
- Un…anno?- ripeté lui. Gary annuì. Ash chinò la testa.
- Ash…- disse Delia- Misty voleva parlartene, ma…
- Forse riteneva che dirmelo, fosse di poca importanza- disse lui con voce bassa.
- No, al contrario. Quando il padre le ha scritto, proponendole di andare da lui, era davvero confusa. Fino a qualche giorno fa, non aveva ancora deciso- Ash la guardò- Voleva prima sentire la tua opinione, ci teneva al tuo parere. Ma dice che quando ha tentato…sembravi così assorto in altre cose che…be’, ha preferito dirtelo in un altro momento.
- E quando? A distanza di miglia e miglia da qui?
- Ash, lei non…
- Non posso credere che mi abbia fatto questo- disse lui amareggiato, ricordando all’ultimo minuto quella sera dove lui gli aveva confessato i sentimenti di May e Dawn. Lei…era venuta da lui…per parlargli di questo? E lui…lui non ci aveva fatto caso. Ma perché…perché andarsene senza salutarlo?- E ora…lei sarà già sull’aereo diretto il più lontano possibile da qui.
- Non direi- Gary guardò l’orologio- Il suo volo partirà tra meno di due ore.
- Che cosa?- si alzò in piedi- Allora…allora, posso raggiungerla.
- Mi spieghi come farai se l’aeroporto è lontano da qui?
- Io…io non so…- si guardò intorno agitato, come per trovare un idea.
- Io direi che hai bisogno di questo- gli lanciò la Pokéball, che lui afferrò al volo.
- Come?- fissò prima la sfera e poi Gary. Non capiva.
- Avrai bisogno di un passaggio aereo…e Charizard è la scelta giusta- Ash fece per dire qualcosa, ma lui lo precedette- Avevo previsto una situazione simile, conoscendoti. Così mi sono portato il tuo Pokémon dal laboratorio- gli sorrise- Be’, è servito, no? Ora potrai raggiungere l’aeroporto in tempo.
- G-grazie- Ash era stupito.
- Ash, devi muoverti, prima che Misty parta- disse la madre.
- Sì- annuì. Fece uscire il suo Pokémon arancione e ci salì in groppa. Pikachu si sedette vicino all’allenatore- Charizard, devi volare il più veloce possibile verso l’aeroporto. Ce la fai?
- Chaa!- sputò fuoco, come conferma.
- Ottimo. Confido in te- salutò la madre e Gary, e si allontanò in volo- Spero di farcela in tempo.
I capelli neri svolazzarono spinti dal vento e Ash dovette tenersi schiacciato il berretto, prima che volasse via.
“Misty…Misty, perché non mi hai detto niente? Credevo che noi…”
Per un attimo la sua mente fu raggiunta da tanti ricordi, del giorno che si erano incontrati e di come una semplice bici aveva cambiato la loro vita.
Ricordava con una certa nostalgia dei suoi errori e di come Misty lo rimproverava. Era stata presente dal primo giorno di allenatore Pokémon, fino alla fine.
Anche se non viaggiava più con lui, sentiva che le era sempre vicino. Lo dava per scontato, dopo anni e anni, e non si era mai chiesto niente. Sapeva che lei ci sarebbe sempre stata, se non a Pallet Town, se non a Hoenn, o Sinnoh, lei era sempre a Cerulean City. Non era così lontano per lui.
Aveva così dato per certo la loro amicizia, che quando era stata lei ad aver bisogno di lui…lui era preso da altri pensieri.
Ora lei stava per partire, in un posto ancora più lontano, in un luogo che lui non avrebbe potuto raggiungere. Lei si sarebbe allontanata da lui, per chissà quanto tempo.
L’immagine di lei voltata che si allontanava nell’oscurità, attraversò la sua mente come un flash e gli si strinse lo stomaco.
Qualcosa però interruppe i suoi pensieri. Nuvole grigie all’orizzonte, mentre il vento si fece più forte e lentamente le goccioline lo raggiungevano.
- Ho il timore, Pikachu…- disse Ash- Che non sarà un viaggio piacevole.
*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*

- Qualcosa non va?
- Eh?- si voltò verso la voce.
- E’ da un po’ che ti stai guardando intorno- fece Daisy- Stai aspettando qualcuno? Non hai salutato già i tuoi amici?
- Eh…sì- fece un po’ incerta, dando un’altra volta uno sguardo dietro di sé.
Perché lo faceva? Lo sapeva che lui non sarebbe apparso lì. Lui non sapeva che stava partendo e lei non glielo aveva detto.
Certo, sapeva che Ash non l’avrebbe presa bene. Ma il tempo sapeva cucire le ferite e lei aveva un bisogno enorme di stare il più lontano possibile da lui. Solo così sarebbe riuscita a dimenticarlo, i suoi sentimenti per lui…e se lui sarebbe apparso in quel momento, lei non si sarebbe sentita così determinata ad andarsene. E questo era uno dei motivi, che l’aveva spinta a non parlarne con Ash. Ma una parte di lei, voleva che quel ragazzo venisse, che corresse da lei, che la fermasse, che le chiedesse di rimanere con lui…
Ma sarebbe stato troppo bello per essere vero.
Sospirò e guardò le sorelle.
- Bene, è ora che io vada.
- Sì…- ci fu un abbraccio generale. Misty quasi soffocò dall’abbraccio delle sorelle, ma non si lamentò. In fondo, non si sarebbero viste per un bel po’.
- Salutaci papà- disse Lily.
- Sì.
- Comportati bene e non lo fare tribolare- disse Violet.
- Non sono più una bambina.
- Mandaci delle lettere e chiamaci ogni tanto- disse Daisy.
- Cercherò.
- Fai del tuo meglio e fai capire a tutti chi è una Waterflower- disse Lily.
- Certo.
- Chi l’avrebbe detto che un giorno saresti andata così lontano- disse Violet.
- Già…
- Ci mancherai molto…- disse Daisy- Anche se a volte non andiamo d’accordo, sappi che ti vogliamo bene, Misty.
- Anche a me mancherete- poi guardò Tracey- Ci vediamo Tracey. Ti affido le mie sorelle. Controlla che non combinino disastri.
- Ehi- si lamentarono le ragazze.
- Eh, eh- rise imbarazzato- Tranquilla.
Dall’altoparlante si udì una voce. Annunciava il suo aereo.
- D’accordo. Allora io vado- si voltò e con la sua borsa sulle spalle, si avviò verso il check-in.
Mostrò i suoi documenti e il biglietto ad un uomo in divisa che poi la fece passare. Si voltò per dare un altro saluto alle sorelle e a Tracey, e con una piccola speranza guardò oltre inutilmente, poi si girò e proseguì.
Le sorelle la videro sparire tra le persone che stavano per imbarcarsi.
Aspettarono qualche minuto, si asciugarono le lacrime e poi si guardarono tra di loro.
- Possiamo andare- disse Daisy.
- Sì- annuirono gli altri.
Si voltarono per tornare indietro, ma dopo qualche passo sentirono un rumore di passi. Qualcuno stava correndo all’interno dell’aeroporto e si guardava intorno agitato.
- Certo che ce n’è di gente pazza qui- commentò Lily.
Gli bastò un occhiata e qualche minuto, per che Tracey se ne accorgesse.
- Ma quello…è Ash! Ash!- lo chiamò.
Il ragazzo dai capelli color corvino, con accanto un pokèmon giallo, si voltò dove aveva sentito la voce. Li vide da lontano e li raggiunse in fretta.
- Ma cosa…cosa ti è successo?- fece Violet squadrando il ragazzo.
Era fradicio fino alla punta dei piedi e i capelli sembravano aver appena superato un tornado impazzito. Ansimava come se avesse corso da ore.
- …fortuna che vi ho trovati…ho dimenticato…di chiedere il numero del volo…- prese fiato- Dov’è lei?
Tracey indicò dietro di loro, verso l’imbarco dei passeggeri. Ash aprì gli occhi.
- E’ appena andata…dovevi dirle qualcosa? Tranquillo, quando arriva a destinazione, potrete…- non fece in tempo a terminare, che il ragazzo scattò in avanti e corse verso l’ingresso dell’imbarco-…parlarvi?- terminò lui sbigottito. Vide il ragazzo che tentò di entrare, ma l’uomo glielo impediva.
- Prima il biglietto e documento- diceva l’uomo.
- Non devo partire- fece il ragazzo.
- Allora non puoi passare. Solo chi deve viaggiare.
- Ma io devo entrare- fece il ragazzo insistente.
- Ho detto di no- disse duramente l’uomo.
- Ma che sta facendo?- chiese Lily, mentre guardavano poco distanti la scena, che pareva aver attirato altri curiosi.
- N-non lo so…- disse Tracey sbigottito- Forse lo dovrei fermare…
- No- disse Daisy bloccandolo con il braccio.
- Perché?- chiese Tracey- Così si metterà nei guai.
- Aspettiamo…
Davanti a loro, la discussione tra l’uomo e il ragazzo proseguì. Lui tentò in più modi di passargli davanti, ma l’uomo lo bloccava sempre.
Ash però non si arrese. Pikachu balzò in faccia all’uomo, che indietreggiò spaventato. Ash ne approfittò per passare avanti indisturbato.
- Pika!
- Grazie Pikachu!
- Ah…fermati…- disse l’uomo al ragazzo che ormai era lontano- E levati, tu!- tentò di staccarsi il Pokémon, ma ci ricavò solo una scossa elettrica.
- E’…è passato- fece Tracey stupito.
- Quel ragazzo è in gamba- fece Violet divertita.
- O forse solo pazzo- commentò Lily- Perché fare tutto questo chiasso?
- Io credo di aver capito- disse Daisy sorridendo.
*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*

Misty guardò il soffitto, mentre attendeva che aprissero l’imbarco del suo aereo. Insieme a lei, c’erano altri passeggeri in attesa.
Sospirò e si lasciò stendere sulla sedia.
Mancava poco e avrebbe dovuto dire addio a Kanto…avrebbe rivisto dopo anni suo padre. Era felice, una nuova vita si apriva davanti a lei…ma non si sentiva così felice, dopotutto.
Le mancava qualcosa…per un momento si pentì della sua scelta. Avrebbe almeno dovuto salutare Ash. In fondo, chissà fra quanto si sarebbero visti? Era possibile che la prossima volta che avrebbe messo piede sul suolo di Kanto, tutto sarebbe cambiato. Tutte le persone che conosceva, avrebbero avuto dei cambiamenti notevoli. E anche lei.
In sottofondo sentiva l’altoparlante che annunciava dei voli in partenza, altri in ritardo o soppressi, e annunci vari. Le era pure sembrato di sentire delle voci al di fuori dell’altoparlante. Ma era solo una sua immaginazione.
Aprì la borsa che aveva sulle ginocchia. Aprì una taschina all’interno e ne estrasse una foto. Dopotutto, non ce l’aveva fatta a disfarsene. La foto ritraeva lei, Ash e Brock ad una festa di quartiere. Avevano tutti e tre una faccia così sorridente ed erano ancora dei bambini. Era passato molto da quei giorni così spensierati, dove il futuro sembrava fatto solo di frasi che vagavano nel cielo e di sogni incredibili.
Ma poi si cresce e si deve fare i conti con la realtà e con i sentimenti…e le delusioni.
Ricordò con un po’ amarezza le parole di Ash e rimise la foto nella borsa. Era inutile starci a pensare.
Chinò la testa e si guardò le scarpe, assorta.
Sentiva ancora quei fastidiosi rumori, come delle voci frastagliate. Non ci badò, presto sarebbe salita sull’aereo.
Il rumore però aumentò, così come le voci. E senza accorgersene, spuntarono davanti a lei un paio di scarpe a lei così famigliare. Incredule, le fissò e lentamente alzò la testa.
Davanti a lei c’era un ragazzo con addosso dei capi bagnati e i capelli all’aria spettinati. Sembra che avesse appena partecipato a una gara di nuoto.
Mentre i suoi occhi cercavano di comprendere ciò che stava succedendo, il ragazzo si era chinato un po’ per prendere fiato.
- Misty- disse infine, svegliando la ragazza dall’incredulità. La sua voce…sì, era lui- Misty…- ripeté lui, mentre lei lo fissava con la bocca aperta- Perché…perché…
- …Ash- riuscì infine a dire- Cosa ci fai qui?
- Mi chiedi “cosa ci faccio qui”?!- disse lui irritato. Non solo era bagnato fradicio e sembrava uscito da una lotta di Sumo e aveva gli uomini della sorveglianza alle calcagna, ma pure lei aveva il coraggio di dire una cosa simile??- Mi spieghi cosa ti ho fatto!
- Eh?
- Perché te ne sei andata…e senza avvertirmi!
- I-io…Io non…- ora le tornò in mente il motivo del suo gesto e fu presa un po’ dal panico- Ti avrei comunque avvisato quando sarei arrivata.
- Dopo che te ne saresti andata! Tante grazie. Mi spieghi perché? Perché agli altri lo hai detto e a me no? Così poco è importante salutarmi?
- Non è questo…solo che…ho preferito fare così…E comunque, ho tentato di dirtelo- chinò la testa- Ma tu avevi altri pensieri per la testa…
- Avresti comunque dovuto dirmelo!- disse lui deciso, stringendo forte le mani- Era importante per me. So che non ti fidi molto di quello che dico…
- No, non dico questo- tentò di dire Misty.
- Però…- continuò lui- Mi avrebbe fatto piacere che tu mi avessi consultato, prima di prendere una scelta.
Misty lo guardò. Lo sguardo deciso di quei occhi color nocciola, che tante volte l’aveva ammaliata e forse anche stregata. Era così strano trovarselo davanti, a solo un metro da lei.
Quando aveva sperato di rivederlo, non si era certo aspettata che accadesse per davvero.
Ma lui era lì davanti e sembrava veramente arrabbiato.
- Anche a me avrebbe fatto piacere sentire il tuo parere- disse lei con voce più mite- E non è vero che non tengo conto delle tue opinioni…anzi, per me la tua opinione conta molto- chinò la testa- Mi spiace.
- No, spiace a me- disse lui, abbozzando un sorriso. Rilassando le braccia- Mi sono arrabbiato perché credevo che…- sospirò- Sei la mia migliore amica e non voglio che la nostra amicizia finisca così- allungò la mano verso di lei.
Misty spalancò gli occhi. Mentre vide un sorriso sulle labbra del ragazzo.
- Già…un amica- sussurrò lei, mentre gli strinse la mano.
Una hostess passò di lì e avvisò che il loro aereo stava per partire. I passeggeri si avviarono verso un bancone ed a uno a uno entrarono in un tunnel bianco.
Misty lasciò andare la mano di Ash, si alzò in piedi e con la borsa stretta a sé, si voltò.
- Io devo andare- disse lei. Il suo tono di voce era cambiato.
- Misty…- lui ritirò la mano deluso.
- Grazie per essere passato a salutarmi. Metticela tutta per diventare Maestro Pokèmon…- alzò le spalle- Ma tanto so che ce la farai. Non sei più l’allenatore inesperto che ho conosciuto anni fa…
- Sì…anche tu, con il corso…sono sicuro che diventerai una Capopalestra ancora più brava.
- Mh- annuì e si avviò al bancone per mostrare i suoi documenti. La donna al bancone fece un timbro e la fece passare.
- Misty…ci sentiremo, vero?- disse lui con una voce spezzata e guardandola speranzoso.
Misty si voltò leggermente e gli sorrise. Non un sorriso come si sarebbe aspettato, lo stesso sorriso che gli rivolgeva quando faceva qualcosa di giusto, un sorriso che gli riempiva di felicità, ma un sorriso che lo lasciò vuoto…Era come se…come se lei gli stesse dicendo…
- Preso!
- Wahhh!- si sentì tirato giù d’un botto. Due uomini gli erano letteralmente saltati addosso e lo avevano mandato K.O.
- Finalmente non ci sfuggi più- uno dei due era quello che aveva ricevuto la scarica di Pikachu, aveva infatti i capelli rizzati in aria.
- Ah, aspettate- lo rialzarono in piedi, tenendolo fermo per le braccia.
Lui diede uno sguardo verso il tunnel bianco che portava all’ingresso dell’aereo. Misty non c’era più. E quella vista, non capì perché, lo lasciò spiazzato. Sentì solo il suo corpo che veniva trascinato dai due uomini, come un peso morto, tra gli sguardi curiosi della gente. Ma a lui poco interessava.
Fissò fino all’ultimo il punto dove lei era sparita.
*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*

Misty cercò il suo numerino tra i sedili e una volta trovato, si sistemò accanto al finestrino e si allacciò la cintura.
Guardò la pista e l’aeroporto in lontananza. Poco dopo l’aereo spiccò il volo e in breve, le case, i palazzi, le macchine diventarono dei punti. E mentre vedeva allontanarsi qualsiasi cosa che avesse una forma distinta sul suolo di Kanto, sentì che aveva lasciato qualcosa a terra…qualcosa che era parte di sé…il suo cuore.
Con una lacrima che non riuscì a trattenere, dopo che era abbastanza lontana da lui, ripensò alle sue parole.
E se per un istante, un inutile secondo, aveva creduto…aveva sperato…si era illusa…che per lui non fosse solo una amica. Che l’avrebbe fermata. Che avrebbe tentato di convincerla a rimanere.
Be’, ora non poteva dire di essersi sbagliata. Se sarebbe rimasta lì, sarebbe stata per lui solo ed unicamente…un amica.
- Addio…- sussurrò.
Mi chiedo in certi momenti, se in verità mi ami.
Se lasciassi la tua mano, che faresti? Mi ameresti ancora così?
Anche se sarà doloroso, vorrei saperlo.
Dimmelo. Non vorrei che rimanga qualcosa di irrisolto.
Anche se dovevo desiderare la tua felicità. Non fui capace di fartelo sapere.
Suppongo che sia parte della mia immaturità. Per questo oggi non smetto di piangere.
Addio, amore mio.
Sai che ti amo, come a nessun’altro amerei e per questo che io ti canto.
Non piangere più. Ci rincontreremo.
Però il dolore è maggiore, al sapere che non potrò vederti di nuovo.
*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*

- E uno…e due…- dissero insieme due uomini.
- Ahhh!- un ragazzo fu lanciato fuori e sbatté la faccia sul suolo duro e lucido dell’aeroporto.
- Venti minuti…- disse Daisy guardando l’orologio. Un record.
- Ash- Tracey si precipitò ad aiutarlo.
- Chi l’avrebbe detto che avrebbe resisto così tanto?- disse Lily.
- Sì, sì…nel frattempo sgancia i soldi della nostra scommessa- fece Violet.
- Ash…sei tutto intero?- chiese Tracey, mentre Pikachu gli corse intorno.
- Ahi, ahi…non potevano essere più gentili?- si lamentò Ash.
- E che pretendevi, dopo che hai eluso la sorveglianza e ti sei intrufolato nella sala d’aspetto dei passeggeri- disse Lily.
- E’ già tanto che non ti abbiano denunciato- disse Violet.
- Perché sei voluto entrare a tutti i costi?- chiese Tracey.
- Io…- aveva la testa confusa, dopo il volo fatto.
Gli sembrava così irreale la corsa fatta per raggiungere l’aeroporto, per cercarla in zone vietate, ignorando le conseguenze delle sue azioni, e tutto quanto per…per cosa? Si poteva dire soddisfatto? Aveva avuto modo di salutarla, prima della partenza…eppure, sentiva che qualcosa non andava.
Lo stomaco tornò a farsi sentire. Ma non era la fame. Era una sensazione che aveva già provato una volta in passato…
- Ash?- fece Tracey, svegliandolo dai pensieri.
- Sì, scusami. Sono solo un po’ stanco- ridacchiò lui- Non devo essere proprio presentabile, eh?
Tracey sorrise un po’ sollevato.
- Dai, ti portiamo a casa- cercò di aiutarlo ad alzarsi.
- Tranquillo, ce la faccio- disse Ash.
- Oh, d’accordo- disse Tracey e s’incamminarono.
Daisy si avvicinò al ragazzo, mentre gli altri erano distratti parlando tra di loro.
- Allora, l’hai salutata?
Ash alzò lo sguardo sorpreso.
- Direi che dal tuo sguardo e da come ti sei ridotto, Misty stava partendo senza salutarti. Ho indovinato?- lo guardò con un sorriso, mentre lui abbassava lo sguardo e annuiva- Ahh, sapevo che sarebbe finita così- disse lei alzando lo sguardo rassegnata- Le avevo detto di non lasciare niente in sospeso, prima di partire.
Lui non parlò. Si sentiva ancora confuso.
- Non prendertela Ash- disse lei- Se ha agito così, non è certo per ferirti.
- Lo so…
Però non poteva fare a meno di pensarci. Neanche dopo essere tornato a casa e aver spiegato brevemente l’accaduto alla madre…Aver mangiato ed essersi coricato a letto…Non riusciva ancora a dare un significato al sorriso di Misty.
E mentre le palpebre si stavano per chiudere per la stanchezza e il sonno…una parola scivolò così spontanea e così semplice, che si chiese perché non gli fosse venuto in mente prima…
Misty gli stava dicendo…
“Addio”

Il destino che abbiamo scelto, ha un motivo.
E vedrai che un giorno lo comprenderemo. Non ne dubiteremo più.
Tutti quei ricordi che creammo insieme, vivranno nei nostri cuori per l’eternità.
Che bel sentimento è quel che chiamano amore. Riempiendo tutto di luce e colore.
Anche se qualche volta è doloroso. Pur di vederti, non m’importa nient’altro.
Grazie, amore.
Sai che ti amo, come a nessun’altro amerei. Sogno di stare tra le tue braccia.
Solo abbracciami e non lasciarmi mai.
Sei stato un regalo di Dio. Non potrei sottovalutarti.
Non piangere più. Sai che ti amo.
Anche se non sei più accanto a me, vivrai per sempre nel mio cuore.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bellisssimo cap! xò onestamente pensavo ke Misty avrebbe dato un bacio a Ash