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21 dicembre 2008

Fiction in corso: Cap. 19

Siamo arrivati al capitolo 19? Complimenti, ora sono fregata XD Finirà che mi dilungherò come nelle altre mie fic ç.ç (mai terminate -_-')
Comunque, da questo capitolo in poi, può riprendere il corso della storia. Nuove battaglie aspettano i nostri protagonisti...e tante lacrime aspettano me T.T
Godetevi questo capitolo, pubblicato in anticipo in vista di natale, e ci rivedremo tra un bel po' con il seguito (ancora non so quando lo pubblicherò). Per quanto riguarda invece il blog, continuerà ad essere aggiornato anche a Natale, anche solo per fare gli auguri XD
Vul-chan: Ciao, sono contenta che ti piaccia la fic ^^ Sì, Drew riapparirà nella fic. Come, non lo so ancora. Forse con una banana in testa XD (sarebbe troppo spassoso).



BLUE BIRD ILLUSION

Cap. 19


- Uffa, mi sto perdendo il meglio della festa- disse un ragazzo dai capelli neri sbuffando.
- Lamentati quanto vuoi, ma non ti muoverai da qui- disse la ragazza dai capelli arancioni, senza scomporsi.
- Oh, stupendo. Prigioniero di una ragazza e di un laghetto- disse lui con ironia- Cosa c’è di peggio?
- Lo scoprirai presto, se non mi spieghi il tuo strano umore.
- Eh? Ma io sono normale.
- No, che non lo sei. Cioè, in teoria sì- alzò lo sguardo- Sei arrogante e presuntuoso come al solito.
- E allora, dov’è il problema?
- E’ che, non siamo bambini di due anni. Non possiamo perdere tempo a discutere. Da domani riprenderemo il nostro viaggio e gli allenamenti.
- Ripeto, e allora? Cosa cambia?
- E allora, Ash, quello che ci aspetterà, sarà un difficile cammino. Non possiamo perdere altro tempo. Il Team Magma e il Team Acqua staranno già sicuramente movendosi, anche il Signore del fuoco non attenderà nel procedere con i suoi piani- Ash la guardò senza parlare. Lei si sedette su un tronco dall’albero- Ash, ho bisogno di sapere adesso…se c’è qualcosa che vuoi dirmi, qualcosa che ti tormenta…- lo guardò negli occhi- Qualcosa che ti spaventa…allora, è questo il momento. So che posso sembrare indisponente, ma…come ti ho già detto, non voglio ripetere i miei stessi errori del passato. Non voglio perdere un’altra persona.
Seguì un momento di silenzio tra i due, mentre i loro occhi si guardavano.
- Non capisco di cosa parli- disse Ash incrociando le braccia dietro la testa e voltandosi- Io avere paura? E di cosa? Non mi spaventano certo i nemici.
- Però quando ci siamo scontrati con il Team Magma, mi sembravi distratto…
- E’ stato un caso- alzò le spalle- Non ho certo paura di loro.
- Però come me lo spieghi, che sapevi quanti erano?
- Dimentichi che sono dominatori del fuoco come me. Riconoscerei un dominatore anche a lunga distanza.
- Okey, però…
- Oh, insomma. Che sono tutte queste domande?- si voltò per guardarla- Nel contratto per diventare un membro del Team Luce, non c’era scritto “verrai assillato ad un continuo interrogatorio”- sbuffò lui.
- Mh…- chinò la testa- E’ che…tu sei un dominatore del fuoco…
- Che scoperta. Questo mi sembra che tu l’abbia ripetuto dal primo giorno- alzò lo sguardo scocciato- E pensavo che tu ormai l’avessi accettato.
- Lo so- strinse le mani- Però io non riesco a dimenticare cosa hanno fatto i dominatori del fuoco- chiuse gli occhi, ricordando- Non avrei mai creduto, una volta uscita dalla mia città, che avrei combattuto affianco ad uno di loro. Li odiavo, credevo che fossero tutti uguali- alzò lo sguardo- Io non so molto di te, non conosco la vera motivazione che ti ha fatto voltare le spalle al Paese del Fuoco, non so cosa facevi prima del nostro incontro. A volte mi chiedo, se l’Ash che ho di fronte è vero, o solo un illusione. Questo mi rende insicura- chinò nuovamente la testa- E invece devo essere sicura di chi mi sta accanto, perché da questo può dipendere non solo la mia vita, ma anche quella dei miei compagni.
Ash stette in silenzio in piedi, mentre la ragazza teneva lo sguardo giù.
- Sai qual è il tuo problema?- si voltò dandogli la schiena, mentre la ragazza alzava lo sguardo- E’ che hai poca fiducia nei tuoi compagni.
- Io ho fiducia nei miei compagni!- ribadì Misty offesa.
- E allora, smetti di preoccuparti. In questi mesi che sono stato con voi, li ho visti in azione e posso dire che formano un gruppo ben affiatato. Dubito che altri gruppi, si sarebbero aiutati a vicenda, rischiando la loro vita…soprattutto se sono dominatori di elementi diversi. Dicendo di voler proteggere tutti, dai solo impressione che non ti fidi di chi ti sta accanto- Misty abbassò lo sguardo sorpresa- E per quanto riguarda la mia vita, non ho nessun dovere a raccontartela. In fondo, anche io conosco ben poche cose di te, e mi pare che neanche tu ti confidi molto con i tuoi compagni. Chi dei due è più testardo?
- Il fatto che mi preoccupo dei miei compagni, non vuol dire che non ho fiducia in loro- Misty si alzò in piedi- Penso che sia normale preoccuparsi di chi si vuol bene. O vuoi dirmi che a te non succede?
Ash la guardò per qualche istante, con un espressione diversa dal solito, più seria e fredda.
- Non ho certo questi problemi. Se poi non hai fiducia in quello che tu stessa hai creato, non farai altro che distruggerlo. Dovresti pensare piuttosto ai tuoi nemici. Non vorrai che i tuoi compagni muoiano per i tuoi errori?
- Certo che no!
- E allora smettila di perdere tempo in queste sciocchezze. O il tuo è solo un capriccio? Dici che vuoi salvare il mondo, ma non riesci a tenerti in piedi da sola. Vuoi utilizzare i tuoi compagni come scudo, per non dover affrontare il pericolo. Non sei diversa dalle persone che dici di odiare…forse sei anche peggiore. Non mi sorprende che George sia scappato via.
Un rumore di schiaffo e Ash non fiatò. Un cappello rosso e bianco volò per terra. Il viso di lui era leggermente spostato di lato e sulla sua guancia si stava lentamente formando una mano rossa.
Misty ancora con la mano sospesa in aria, dopo lo schiaffo, lo stava fissando. Lui spostò il suo sguardo da terra verso di lei. Lo stava guardando con rabbia e si mordeva le labbra.
- …sei uno stupido!- si voltò e se ne andò via di corsa.
Il ragazzo rimase lì immobile, a fissare il luccichio del lago, mentre con la mano si tastava la guancia. Serrò le labbra e si chinò per prendere il cappello. Lo pulì leggermente, se lo sistemò sulla testa e si rialzò.
I sentimenti sono inutili, non servono…solo l’odio e la rabbia sono i soli sentimenti che devi provare…amicizia e robe simili sono solo d’intralcio nelle missioni…ricorda Ash, mai mostrare debolezze…

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- Grazie- sorrise dolcemente la castana, mentre un ragazzo gli offriva un maxi gelato- Oh, non dovevi- il ragazzo sorrise compiaciuto.
- Melody, Melody! Io ti ho preso questo- un ragazzo spuntò dietro l’altro e gli mostrò una borsetta.
- Ohh, la borsetta che volevo- disse lei incantata e piantando il gelato- Come sei stato gentile.
Il secondo ragazzo sorrise contento, mentre l’altro lo fulminava con lo sguardo.
- Io ho fatto di meglio- un altro ragazzo comparve- Guarda, dei orecchini di rubino.
- Che meraviglia- disse lei estasiata. I ragazzi guardarono arrabbiati il nuovo arrivato.
- Io posso darti qualcosa di meglio- disse il primo.
- No, io- disse il secondo.
- Non dargli retta Melody, io sono meglio- disse il terzo.
- E chi l’ha detto?- disse il primo. Tra i tre ragazzi si creò una specie di conflitto per attirare l’attenzione della ragazza.
- Ragazzi, ragazzi, calmatevi- disse lei con un sorriso.
Ma a dire la verità, a lei faceva comodo che le facessero la corte molti ragazzi. Riusciva a portarsi via quello che desiderava, senza dover pagare.
“Non è cambiata la situazione, da quando ero sulla mia isola”- pensò divertita Melody. Poi notò un ragazzo tra la folla. Si allontanò dal trio, senza che loro se ne accorgessero.
- Ash, Ash!- disse lei tutta allegra e lo afferrò per il braccio. Ash sussultò un po’- Che bello trovarti…oh?- notò la sua faccia- Ash, ma cosa…?- indicò il gonfiore che si era creato sulla sua guancia.
- Niente- cercò di coprirsi con la mano.
- Come “niente”? Sembra che tu abbia appena ricevuto un pugno…oh, non sarà stata May?- si portò le mani alla bocca- Quando si muove quella ragazza, finisce sempre per colpire qualcuno.
- N-no, no…
- Ah sì? Oh…- notò lo sguardo incerto di Ash-…Misty. Avete litigato? Non credevo che arrivasse a picchiarti.
- Non mi ha picchiato- disse lui offeso. Poi abbassò lo sguardo- Solo ho detto qualcosa che non dovevo e mi sono preso uno schiaffo.
- Be’, se è arrivata a darti uno schiaffo, devi averla fatta davvero arrabbiare- disse lei divertita- Dai, vieni con me che vediamo come diminuire il gonfiore, mentre tu mi racconti com’è andata.


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- Allora…fissiamo appuntamento, numero di telefono e la chiesa dove ci sposeremo?
- Che? Tu stai delirando- disse una ragazza.
- Ok, in effetti per la casa dovremo pensarci un po’- annuì serio- Ma dovremo decidere già da adesso quanti bambini vorremo avere.
- Argh, basta! Lasciami stare!- la ragazza lo spinse via e se ne andò tutta innervosita- E dire, che volevo solo sapere l’ora!
- Dove vai amore mio? Non lasciarmi!- piagnucolò il ragazzo e chinò la testa sconfortato- Ah, com’è difficile l’amore. Un attimo vogliono essere ricoperte di attenzioni e poi dicono di volere il loro spazio- guardò il suo blocchetto nero che si portava appresso. Appuntava i nomi delle ragazze che incontrava- Mh…direi che sono arrivato a ben 30 rifiuti…potrei stabilire un record…uh?- notò una ragazza che si dirigeva verso la spiaggia. La rincorse.
Pochi passi più avanti, la vide raggiungere la riva e sedersi sulla spiaggia fresca della notte.
- Non mi sbagliavo, eri tu- disse Brock raggiungendola. Lei non rispose- Suppongo che questo significhi che qualcosa è andato storto. Forse non dovevo lasciarvi da soli.
- Brock…- disse la voce della ragazza davanti a lui.
- …sì?
- Tu credi che…che io…stia sbagliando?- disse la voce un po’ titubante.
- Eh? Perché dici questo?
Lei chinò la testa sulle ginocchia.
- Ho voluto creare questo Team, sperando di incontrare persone che desiderassero come me difendere il nostro mondo…Ma ora mi chiedo, se fosse veramente quella la ragione.
- Come?
- E se fosse vero…che mi sto nascondendo dietro di voi?
- Misty…io non credo che…
- E allora perché? Perché George se n’è andato? Perché ha abbandonato i suoi amici? Lui non era così prima, è colpa mia se è cambiato. Non avrei mai dovuto convincerlo a venire con me- Brock stette in silenzio- E sto facendo la stessa cosa con voi. Non avrei mai dovuto coinvolgervi. Avrei dovuto risolvermela da sola.
- Misty…- sospirò triste e si sedette accanto a lei, sulla sabbia- Sai, ci sono cose di cui non conosciamo le risposte…Le nostre azioni, ci portano ad avere molti dubbi e ci chiediamo spesso se cambiando qualcosa, il risultato sia migliore. Ma vedi, questo non è possibile. Non c’è modo di tornare indietro. Quello che facciamo, quello che decidiamo, sono azioni di cui dobbiamo rendere conto solo noi. Dobbiamo accettarne le conseguenze e cercare di migliorare.
- Però…e se non servisse?- alzò lo sguardo e fissò il mare- E se ogni sforzo, non portasse a niente di buono? Forse non sono ancora pronta per questa nuova battaglia…
- La Misty che conosco non parlerebbe così- disse Brock guardandola- La ragazza che ho conosciuto tempo fa, non si arrenderebbe allo sconforto. Anche se siamo solo dei ragazzi, anche se non siamo al massimo delle nostre capacità, in tutto questo tempo siamo stati in grado di tenere testa ai nostri nemici. Siamo un Team, Misty, e insieme ce la faremo- gli sorrise- Sei tu che hai creato tutto questo, sei tu che ci hai dato la speranza di ribellarci al nostro destino. E noi non ci arrenderemo.
La ragazza guardò il bruno sorpresa.
Sai qual è il tuo problema? E’ che hai poca fiducia nei tuoi compagni.
- …Già- annuì leggermente- A volte dimentico chi ho accanto- Poi si voltò verso Brock- Sai, credo di aver fatto un altro dei miei pasticci- lo guardò imbarazzata- Ho dato uno schiaffo ad Ash.
- Che?? Misty!- disse in tono di rimprovero.
- Lo so, ho sbagliato…è che a volte, la verità fa male. E dire che ero così decisa a chiarirmi con lui…ora mi odierà sicuramente.
- Chi, Ash? Con tutte le volte che avete litigato e bisticciato, non credo proprio- disse lui ridacchiando- Anzi, forse starà già meditando ad una vendetta.
- Dici?
- Dimentichi che Ash si comporta a volte come un bambino- si alzò in piedi, sbattendo via la sabbia dai pantaloni- Ma fossi in te, proverei a chiedergli scusa. Non vorrai iniziare il viaggio con questo umore?
- Mh…- chinò la testa incerta.
- Dai, non pensarci. La situazione si sistemerà. Anche per quanto riguarda George…troveremo il modo di farlo ragionare- si allontanò.
Misty sospirò, guardando le poche onde del mare raggiungere la riva. Era tutto calmo.


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- Sei uno sciocco- disse infine Melody, dopo il racconto di Ash. I due si erano seduti su una panchina poco distante dal centro della festa.
- Che?- la guardò sconcertato lui- Credevo che fossi dalla mia parte.
- Non avresti dovuto dirle quelle cose- lei gli posò una crema sul viso- Può sembrare una ragazza dura, ma le tue parole potrebbero averla ferita.
- Ha cominciato lei- borbottò lui.
- Possibile che non capisci? Misty già si sente responsabile per George e ora per noi, da quanto è successo al Concorso.
- E perché? Mica è stata colpa sua.
- Però Misty è la leader del gruppo. Ciò comporta molte responsabilità e decisioni. Sicuramente si sarà sentita responsabile per averci fatto partecipare.
- E’ assurdo. Come faceva lei a sapere cosa sarebbe accaduto? Sarebbe potuto accadere anche di peggio.
- Sì, forse hai ragione. Ma tieni conto che è di Misty che stai parlando. Quando l’ho conosciuta io, ero molto più testarda e spericolata. Sorrideva poche volte e si concentrava solo sulla missione- sorrise- Ma sai…da quando sei arrivato, ho notato che Misty è cambiata molto. Prima difficilmente avrebbe passato la giornata a divertirsi.
- Sarà, ma a me pare comunque una fissata.
- Per te è facile dire così- disse Melody, chiudendo il barattolo della crema e riponendolo nella sua borsa- Ti è mai stata affidata la responsabilità di un gruppo di persone?- lo guardò- Finché rimangono degli estranei, non ti preoccupi. Ma appena inizi ad affezionarti a loro, il tuo compito è più gravoso- socchiuse gli occhi- Lo capisco perché anche mio padre ha passato per la stessa situazione. Lui era il capo della comunità che viveva nell’isola e doveva sempre mantenere le distanze con le persone, anche con la famiglia stessa, in modo che le sue scelte fossero dettate in piena coscienza- alzò le spalle- Ma siamo esseri umani, in fondo. Abbiamo un cuore e dei sentimenti…è stato per questo che è morto- chinò la testa- Tentando di salvare la sua gente, la sua famiglia, le persone che amava. Ha preso una decisione affrettata e questo gli è costata la vita. E per questo suo gesto, la gente ha preso ad odiarlo- lo guardò triste e con un leggero sorriso- Eh, che ironia della sorte. Uno fa di tutto per essere un bravo capo, ma finisce per essere odiato. In entrambi i casi, che lui ami la sua gente o che si tenga a distanza, non ottiene il ringraziamento delle persone. Tu che faresti, se ti trovassi nella stessa situazione?
- Io…non lo so. Non ci ho mai pensato.
…devo essere sicura di chi mi sta accanto, perché da questo può dipendere non solo la mia vita, ma anche quella dei miei compagni.
- Mh…- mosse il capo- Il motivo per cui Misty è il nostro leader, e che noi lo accettiamo, è perché abbiamo avuto prova che ci possiamo fidare di lei. E’ vero, anche noi litighiamo, ma nel momento del pericolo, non dubiterei che lei si precipiterebbe ad aiutarci. Per questo a volte diventa assillante e severa. Lo fa perché tiene a noi.
Il fatto che mi preoccupo dei miei compagni, non vuol dire che non ho fiducia in loro. Penso che sia normale preoccuparsi di chi si vuol bene.
- Però a volte esagera…
- Sì, hai ragione- ridacchiò- E’ arrivata a fare cose assurde per noi. Ma del resto, nessuno è perfetto, no? Tranne me, naturalmente- lo guardò- E poi, anche tu hai esagerato. Perché prendertela così tanto per delle domande? Capisco che ti avrà irritato, però perché le hai nominato George? Lo sai che si sente in colpa nei suoi confronti…
- Io…non era mia intenzione- si grattò dietro il capo- A volte parlo senza riflettere.
- Me n’ero accorta- alzò lo sguardo divertita- Ma è forse una caratteristica di te che mi affascina.
- Eh?- disse lui confuso.
- Lascia stare- sospirò- E pensa piuttosto a scusarti con lei.
- E perché dovrei?- disse lui accigliato- Ha cominciato lei. E ti ricordo che mi ha tirato uno schiaffo- indicò la sua guancia gonfia.
- Oh Ash, non vorrai certo che sia lei a venirti a chiedere scusa. Non lo sai che è sempre il maschio che deve fare il primo passo?
- E da quando?- disse lui ironico.
- Non conosci neanche il più basilare dei galatei? E poi, se t’impunti così, non vi chiarirete più. Siete tutte e due testardi, ma forse è il caso che uno di voi due lasci da parte l’orgoglio, almeno per stasera. Non ho voglia di partire domani e sentirvi litigare di nuovo.
- Mhhh…- lui fece il broncio, mentre si alzava dalla panchina- Fate valere il fatto di essere femmine, quando più vi fa comodo. Ma tengo a precisare che non sarò io a scusarmi.
- Come vuoi- lo salutò con la mano, mentre il ragazzo si allontanava. Poi si guardò intorno- Dunque, e ora da chi posso farmi offrire una bibita?
Ash camminò per un po’ alla cieca, mentre borbottava qualcosa. Poi incrociò Brock, che stava entrando dentro la festa. Anche l’altro lo notò e si fissarono per qualche secondo. Il più alto abbozzò un sorriso divertito, evidentemente si era accorto del gonfiore alla guancia, e fece cenno dietro di lui, da dove era arrivato. Ash intuì che indicasse la spiaggia e proseguì in quella direzione, mentre sentiva ridacchiare l’altro ragazzo.
“Mhh…questa me la pagherà”- pensò il ragazzo mentre raggiungeva la spiaggia a passo veloce e si allontanava dagli sguardi curiosi dei passanti. Poco più in là, sentì dei rumori e notò del movimento vicino al mare.
Coperta dall’oscurità della notte e illuminata in parte dalla luna, c’era una ragazza che camminava nell’acqua bassa e agitava le mani. Nello stesso tempo, onde d’acqua si alzavano e la ricoprivano, seguendo i movimenti delle mani.
Come se si trovasse davanti ad uno spettacolo artistico, rimase incantato ad osservare la fanciulla, naturalmente molto presa da quello che faceva per accorgersi di lui. Gocce d’acqua schizzavano qua e là, bagnando leggermente i capelli e il viso di lei.
Dopo pochi minuti di concentrato controllo dell’acqua, la ragazza fece tornare l’acqua nel mare calmo. Si lasciò andare uno sospiro, mentre si voltava. Poi spalancò gli occhi, sorpresa di vedere un'altra persona.
Il ragazzo non se n’era accorto, ma era rimasto impalato a fissarla, senza dire niente. E ora si era completamente dimenticato cosa ci facesse lì.
- Potevi dirmi che eri qui- disse lei uscendo dall’acqua, con un tono un po’ infastidito.
- Non era mia intenzione spiarti- disse lui, offeso.
- Ah sì? E allora perché sei qui?
- Non mi risulta che la spiaggia sia di tua proprietà- disse lui- Non si può neanche camminare?
- Allora ti lascio continuare- lei si chinò per prendere le sue scarpe e lentamente si incamminò.
Ash la osservò in silenzio. Anche se era venuto apposta per lei, non aveva la minima idea di cosa dire. E di certo Misty non gli rendeva facile il compito.
Perché la sua missione lo metteva in situazioni così complicate? Di solito si limitava solo a combattere, da quand’è che gli doveva importare di essere gentile con gli altri?
“Tutto ciò è assurdo”- pensò lui- “Perché dovrei scusarmi con una persona come lei? Come se mi importasse qualcosa di lei…”
Misty fece qualche passo, poi si fermò.
- …mi spiace per lo schiaffo di prima- disse lei senza voltarsi. Ash la guardò stupito- Reagisco male alle provocazioni. Purtroppo io sono fatta così…Se il mio modo di agire non ti va bene, se non approvi le mie scelte, non ti obbligo a seguirmi. Non sei costretto a rimanere nel Team. Sei libero di andartene. Così come non obbligo gli altri a venire con me.
- Misty…
- Però se decidi di restare, dovrai sottostare alle mie decisioni. Non dovrai muoverti per conto tuo o agire in modo sconsiderato. Per quanto possa suonare sciocco, io tengo ai miei compagni. E se tu diventerai parte del gruppo, non potrò fare a meno di preoccuparmi di te- socchiuse gli occhi- In quanto a me…non ti chiederò più di raccontarmi di te. Non ti assillerò più con domande. Non ha più importanza chi eri, ma solo chi sei adesso- aprì gli occhi- Se mi seguirai, sappi che il mio obiettivo è quello di sempre, fermare il Signore del Fuoco e non mi fermerò davanti a niente.
La ragazza proseguì il suo cammino, mentre Ash se ne stava in silenzio. Qualche secondo dopo, fece qualche passo verso la sua direzione.
- Mi spiace anche a me- disse lui. La ragazza si fermò, ma non si voltò- Non è affare mio, la decisione di George. Quello che è accaduto tra di voi, non posso saperlo, né giudicarlo- Lui alzò le spalle con un mezzo sorriso- E poi, temo che dovrai sopportarmi ancora a lungo- si toccò la guancia- Non basterà un semplice schiaffo a farmi demordere.
- …saprò sopportare- Misty sorrise leggermente, senza farsi notare. E poi, proseguì la sua camminata.
Il ragazzo guardò la ragazza, mentre alle sue spalle udiva il leggero movimento dell’acqua. Si voltò e guardò verso la luna, nel cielo notturno. Poi ci fu un boato e il cielo si colorò di diverse luci colorate. Erano fuochi d’artificio.
- A quanto pare, hanno iniziato.


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- Che cosa?!- esclamò un gruppetto di ragazzi, mentre fissavano una signora anziana e poi May.
- Eh sì, a quanto pare lei è Clara, la consorte di Gianni- disse May- Io e Brock l’abbiamo incontrata alla festa di ieri sera.
- Vuol dire, che ha ritrovato sua moglie?- disse Dawn confusa- Ma io credevo che…- mormorò un po’ dubbiosa- fosse morta.
- Lo credevamo tutti- disse Brock annuendo.
- Oh, io morta?- disse la signora imbarazzata e con una risatina- Ero solo andata dal parrucchiere…- si toccò i capelli cotonati- Sapete…la festa.
- Lei ci aveva detto che non c’era più- disse Melody innervosita al signore- Ci ha mentito.
- Mentito?- disse lui con un sorriso e senza scomporsi- Io, mia cara, non ho mai detto che era morta.
- Be’, in effetti…- Misty guardò Brock- Non l’ha mai detto esplicitamente.
- Ma non ha neanche detto il contrario- disse Ash.
- Be’, è inutile prendersela- disse Brock- In fondo si tratta solo di lavoro e poi ci siamo divertiti alla festa, quindi possiamo considerarci soddisfatti.
I ragazzi si guardarono a vicenda. Annuirono, anche se non proprio contenti.
- Ma ora pensiamo al nostro compenso- disse Melody sorridendo.
- Oh, a questo proposito- disse il signore- Avete visto che bella sciarpa ho regalato alla mia Clara?
- Mh? Bella, l’avevo vista alle bancarelle…costava molto- disse Dawn.
- Sì, ma questo cosa c’entra?- disse Ash.
- Be’, era l’unico modello rimasto e a lei piaceva- disse lui con un sorriso- Così non ho resistito nel comprarlo.
- Il mio tesoro…- disse contenta la signora sorridendo al marito.
- Insisto, cosa c’entra questo?- chiese Ash.
- Non vorrà dire che…ha speso tutti i soldi??- disse Misty.
- Esatto- annuì lui, sempre con un sorriso spensierato.
- Ash, dà fuoco al locale- dissero Misty e Melody infuriate.
- Molto volentieri- disse Ash infuocato.
- Calma, calma- disse Brock- Che sarà mai un giorno di lavoro? Anche se non possono pagarci, è stata pur sempre un esperienza.
- Grazie Brock- disse Gianni- Ah, è passata una certa Ukyo…mi ha detto di dirti “sparisci dalla mia vista”.
- May, butta giù questo locale- disse Brock infuriato.
- Che??
- Va bene, va bene- disse Misty sospirando rassegnata- Non è la fine del mondo. Ci aspetta un lungo viaggio, quindi incamminiamoci.
Il gruppetto annuì e presero le loro cose.
- Anche se non possiamo pagarvi, lasciate che vi diamo qualcosa da mangiare lungo il viaggio- disse la signora, consegnandole un cesto.
- Signora, lei è meravigliosa- disse May con le lacrime agli occhi.
- Posso fare una faccia disgustata?- disse Melody in tono ironico.
- Allora, fate buon viaggio- disse il signore, mentre il gruppo preparava il carro per partire.
- Grazie- disse Brock e si mise alla guida del carro.
- E se passate da queste parti, venite a trovarci- disse il signore.
Il Team riprese il viaggio, mentre salutavano da lontano la coppietta di signori.
- Se passerò da queste parti, cercherò di stare chilometri distante da qui- borbottò Melody.
- E dai, in fondo sono stati gentili a darci da mangiare- disse May.
- Non possiamo sempre accettare cibo dalla gente. Non si campa solo con il cibo.
- Se fosse per te, ci dovremmo nutrire di scarpe e vestiti.
- Piuttosto, cosa ci ha preparato?- chiese Dawn, togliendo il velo bianco dal cesto.
- Mi è venuta una fame…- disse Ash e prese qualcosa. Ma appena tentò di morderlo, si fece male- Ahi, ma cosa…?
- Cosa succede?- chiese Misty- Il cibo ti si è ribellato?
- Spiritosa- guardò cosa aveva in mano- Cos’è?
- Sembra…una pietra- disse Brock esaminandola.
- Una pietra? Ci nutrono con delle pietre?- disse Melody scandalizzata- Non sono tanto normali.
- C’è n’è solo una- disse May- Il resto è cibo normale.
- Chissà perché avranno messo quella pietra- disse Ash, massaggiandosi la povera bocca.
- Per evitare che qualche ladro si mangiasse tutto- scherzò Misty.
- Uhm…- Brock guardò la pietra, con quel strano simbolo sulla parte levigata- Non è una pietra qualsiasi- i ragazzi lo guardarono curiosi- Si tratta di una pietra tuono.
- Cos’è?- chiese Ash.
- Nel mondo esistono pietre particolari…come quella del fuoco, del tuono, dell’acqua e della terra. Sono rari e preziose.
- E perché?- chiese Dawn.
- Si pensa che usandola nel modo giusto, si possa ottenere un gran potere.
- Ma perché quei signori ci avranno dato questa pietra?- disse Misty.
- Qui dice…- Melody aprì un fogliettino sul fondo del cesto- “Grazie per il vostro aiuto, Team Luce. Conservate la pietra…un giorno vi tornerà utile”.
Il gruppetto rimase in silenzio.
- …loro sapevano?- disse sorpresa Dawn.
- Forse ci avranno visti utilizzare i nostri domini- ipotizzò Brock.
- Però come potevano esserne sicuri?- disse May.
- Forse hanno provato a tirare ad indovinare- disse Melody.
Misty osservò la pietra e sorrise.
- In fondo, non erano male quei due vecchietti. Si sono sdebitati a loro modo.
- Bah, io preferivo i contanti- disse Melody e guardò delle pietre rosse- L’unica cosa che ci ho ricavato, sono degli orecchini di rubino.
- Però, come si utilizzerà? Non hanno scritto niente al riguardo- disse Ash- Potevano lasciarci un manuale d’uso.
- Vorrà dire, che il nostro compito sarà scoprirlo- disse Misty.
- Evviva, si fa interessante- disse Dawn contenta.
- Oh, ti prego- disse Melody chinando la testa- Come se non avessimo altro da pensare.
- Dai, fatti forza- disse Brock e guardò la cartina- Prossima città, Borghini.
- Bene, Team Luce- disse Misty guardando il gruppetto- Preparati per la nostra prossima avventura?
Il gruppetto la guardò, poi annuì.
- Sì.

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