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11 settembre 2008

Fiction in corso: Cap. 9

Eccomi di ritorno! Ebbene sì, sono tornata dalla Spagna. Il viaggio è stato...come dire, particolare? Ma va be', sono contenta di poter essere di nuovo a casa mia, davanti al pc ^^ Non sapete quanto mi è mancato scrivere ç.ç Devo decidermi a prendere un pc portatile -_-'
In ogni caso, non ho idea se ci siano stati cambiamenti o novità per quanto riguarda Pokèmon, quindi sono ansiosa di ascoltare chiunque abbia qualche bella notizia (brutte notizie, altolà! Vade retro!). Ma passiamo adesso alla fic, che avrei dovuto pubblicarla prima, ma che però non sono proprio riuscita ç_ç
A presto!
BLUE BIRD ILLUSION
Cap. 9


Poco dopo Ash e May erano già in cammino con gli altri, verso l’uscita della città.
- Il cibo è delizioso- disse May, mentre finiva di mangiare.
- Sì, ma è anche freddo…come fanno a mangiare questa roba?- commentò Ash- Non mi sorprende che siano così freddi questi dominatori- Ash alzò lo sguardo verso Misty, aspettandosi che dicesse qualcosa, ma invece aveva lo sguardo serio fisso avanti.
- Quanti saranno?- chiese Misty a Brock.
- Due, forse di più…- disse Brock anche lui serio.
- Accidenti, ci manca poco per arrivare fuori.
- Cosa succede?- chiese Ash.
- Niente, proseguite a passo veloce- disse Misty, poi si rivolse a Brock- Pensi di riuscire a fare qualcosa?
- Non lo so, c’è tanta gente- si guardò intorno- Spero che non ci facciano caso- diede un veloce pugno al muro, senza però causargli danno- Questo dovrebbe intrattenerli per un po’.
- Bene…
- Insomma, cosa succede?- chiese Ash infastidito dalla poca attenzione che gli davano.
- Ci stanno seguendo- disse Brock.
- Eh?- disse stupito Ash- Ma dove?- si voltò.
- No, non girarti- disse Brock- Ci stanno seguendo da un bel po’ di minuti.
- E perché non l’avete detto subito?
- Finora non sono usciti allo scoperto- disse Misty- Non sappiamo se hanno cattive intenzioni. E poi, siamo ancora dentro la città…non sarebbe il caso di mettersi a combattere proprio qui…ammesso di non esserne costretti.
- Ho creato una specie di labirinto di strade dietro di noi, in modo che gli sia più difficile seguirci- disse Brock- Ma pare siano tenaci.
- Tu non te n’eri accorta?- chiese Ash a May.
- No- scosse la testa sorpresa- La neve per terra mi impedisce di utilizzare bene il mio dominio.
- Misty…sono vicino- Brock guardò la ragazza.
- Sì…- fece cenno di consenso e poi si girò verso gli altri- Ragazzi, ascoltatemi bene. Qualsiasi cosa accada, non dovete utilizzare il vostro dominio.
- E perché?- disse Ash contrariato.
- Principalmente perché qui il tuo dominio non servirebbe un granché e poi perché preferisco evitare inutili combattimenti. Con un po’ di fortuna, una volta fuori di qui saremo in salvo.
- A me sembra più una fuga- commentò Ash.
- Vedila come vuoi, ma quando vi darò il via, ve ne andrete di corsa.
- Ah, grande…- borbottò frustato Ash. Odiava dover scappare via. Misty si fermò di colpo.
- A terra!- gridò e gli altri eseguirono. Dietro di loro fu lanciata una frusta d’acqua, che fu intercettata da Misty e sciolta all'istante. La ragazza guardò fisso dove avevano lanciato l’attacco.
Ash si voltò e vide dietro di loro dei dominatori dell’acqua in divisa e uno che doveva essere il tizio con cui si erano scontrati la volta precedente.
- E così…è come mi aveva riferito il capo delle nostre guardie- una persona comparve dietro la schiera di guardie- Sei ancora viva…
Ash lo riconobbe, era quella persona che parlava dal balcone. Il presidente, così come lo chiamavano loro.
- Credevo che dopo l’ultimo scontro, ti fossi arresa all’evidenza…- la guardò con superiorità- Non sarebbe ora di arrenderti ed accettare il tuo destino?
Misty si guardò intorno. L’uscita non era tanto lontana, se riusciva ad intrattenerli un po’, potevano farcela…anche se questo voleva dire scontrarsi proprio con lui. Poi diede uno sguardo a Brock e gli fece un cenno, che lui comprese.
- Scudo!- Brock fece uscire dal terreno una grossa parete che li coprì. Poi si girò verso gli altri- Andiamo presto!
- Eh? Ma…- Ash notò che Misty era rimasta ferma.
- Ho detto di muoverti!
Il gruppetto iniziò a correre, mentre dietro di loro ci fu un esplosione. Evidentemente, i dominatori erano riusciti ad abbattere quel muro.
- Capo, gli altri stanno scappando!- disse una delle guardie, vedendo solo Misty dietro il muro a pezzi.
- Li seguiamo Presidente?- chiese il capo delle guardie al Presidente.
- No, non mi interessano gli altri- disse lui tranquillo- E’ di lei che ci dobbiamo occupare.
- D’accordo, ci penso io- disse il capo mentre si metteva in prima fila per combattere.
- No, meglio di no- disse il Presidente, con un po’ di disprezzo- Ti sei già scontrato con lei, no? Non è alla tua portata. Basta vedere come ti ha conciato- il ragazzo chinò la testa, sentendosi umiliato dalla sconfitta e dalla ferita riportata- E in ogni caso, è il momento di dare un’altra lezione a questa bambina.
- Bambina?- disse lei mettendosi le mani nei fianchi- Guarda che sono cresciuta da un pezzo. E ti dimostrerò quanto sono forte.
- Ancora con questa storia? L’altra volta ti ho risparmiato la vita, ma questa volta non sarò così magnanimo. Potrai pure prenderti gioco delle guardie, ma non della nostra istituzione.
- E’ quello che vedremo- si mise in posizione di attacco.
A dire il vero, non voleva proprio combattere contro di lui, non in quel momento. Non era ancora riuscita a migliorarsi. Se si batteva seriamente con lui, rischiava di finire male per lei.
Diede una veloce occhiata dietro di sé. Gli altri dovevano aver raggiunto l’uscita.
- Ora ti farò vedere le mie nuove tecniche- disse Misty. Era sicuramente un bluf, ma l’aveva detto così decisa che loro non avrebbero sospettato che mentisse. Doveva perdere tempo, senza dover combattere. Era l’unico modo.
- Bene…- sorrise e in quell’istante la neve ai piedi di lei divenne acqua, che come due serpenti l’avvolsero, ghiacciandosi lentamente.
“Oh no”- pensò terrorizzata Misty- “E’ la stessa tecnica dell’altra volta…se non mi libero subito, sono finita!”
Misty agì immediatamente e con dei calci riuscì a rompere parte del giaccio e liberarsi prima che fosse tardi.
- Anche se tenti di liberarti dalla mia tecnica, non puoi fuggirmi in eterno- disse il biondino, mentre da sotto i piedi di lei, fece sbucare delle stalattiti di ghiaccio che Misty tentò di schivare, saltando qua e là, ma finendo comunque per venire ferita dalle punte dei pezzi di ghiaccio.
- Ahh!- cadde a terra, in mezzo alla neve.
- E’ la tua fine Misty, non hai via di scampo…arrenditi ora o non avrò pietà di te.
“Accidenti, non può finire come l’altra volta…”- pensò Misty spaventata, ricordando una scena simile tempo prima. Poi sentì leggermente tremare il terreno. Era il momento.
Con le due mani afferrò una manciata di neve e rialzandosi li lanciò davanti a sé, creando una nuvola di vapore.
- E’ inutile che tenti di nasconderti- disse il Presidente, mentre con una mano fece scomparire il vapore- Ma cosa?- davanti a loro non c’era nessuno, solo neve.
- E’ scomparsa!- disse il capo delle guardie- Come ha fatto?
Il Presidente fece qualche passo avanti a sé, fissando la neve con attenzione. Poi si fermò e con il piede, alzò uno strato di neve.
- Non è scomparsa…è solo riuscita a scappare.
- Eh?- l’altro ragazzo si avvicinò a lui e vide in quel punto un buco nel terreno, molto probabilmente una piccola galleria scavata nel terreno- Da dove è comparsa questa buca? Prima non c’era.
- Devono averla creata uno dei suoi compari. Sicuramente la galleria l’avrà condotta all’uscita.
- Ci dirigiamo immediatamente all’uscita, la fermeremo sicuramente- disse il capo.
- No- disse il Presidente deciso e guardò avanti a sé- Tornerà sicuramente, ne sono sicuro.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Misty! Come stai?- la ragazza con il codino uscì in superficie, accolta dalle altre ragazze.
- Bene, grazie- disse Misty mettendosi in piedi- hai fatto un buon lavoro- disse rivolta a May.
- Grazie- disse May- Però senza l’aiuto di Brock ed Ash non c’è l’avrei fatta. Il terreno era molto duro e mi ci è voluto tempo per raggiungerti. Mi spiace.

- Tranquilla, sono viva grazie a voi- sorrise- Ora però andiamocene, potrebbero decidere di seguirci comunque e la prossima città è ancora distante.
- Sì, hai ragione- disse Brock e s’incamminarono.
Misty si guardò dietro. La città di Cerulean City si allontanava a vista d’occhio. Ancora una volta, era stata costretta a scappare. Sentiva l’umiliazione corroderla da dentro. Sapeva di aver fatto la scelta giusta di non combattere, però non poteva che sentirsi male al pensiero. Ancora una volta il Presidente gli aveva dimostrato di essere superiore di lei.
Doveva a tutti i costi diventare più forte…solo così non sarebbe dovuta scappare nuovamente.
E c’era un solo modo per diventare più forte…Ci aveva pensato a lungo, in quei giorni di cammino e anche se non era felice della sua decisione, doveva farlo. E presto avrebbe dovuto comunicarlo ai suoi compagni.
Un ora dopo, avevano già lasciato alle spalle quel clima tremendo e il gruppo continuava a marciare.
Brock dava un occhiata a Misty ogni tanto, poi decise di fermare il carro.
- Che ti prende?- chiese Misty.
- Direi che ci potremo fermare ora- disse lui- Siamo lontani ormai e abbiamo bisogno di riposo- la guardò serio- Compresa te.
Misty abbassò lo sguardo.
- …d’accordo- disse lei.
- Ash, May, potete occuparvi voi del carro?- chiese Brock- Noi torniamo subito.
- Eh, va bene- dissero i due confusi.
- Grazie- prese per il braccio Misty e la trascinò un po’ più in là, dove loro non vedessero.
- Ma che gli prende a Brock?- chiese Dawn.
- E chi lo capisce- May alzò le spallucce- Dai, diamoci da fare.
- Sì…- Ash li guardò allontanarsi e pensò al volantino che aveva in tasca. Che doveva fare?
- Io e Dawn ci occupiamo di sistemare le cose per questa sera- disse Melody, mentre scaricavano le cose e si allontanavano anche loro.
Ash ripensò alla frase di Brock.
Vedi Ash, ognuno di noi ha qualche scheletro nel proprio armadio…sbagli che il tempo non potrà cancellare.
Qual’era il significato di quella frase? Aveva a che vedere sicuramente con il comportamento di Misty a Cerulean City.
- Auch!
- Ehi Ash, come mai così pensieroso?- chiese May un po’ divertita, visto che Ash aveva appena sbattuto contro un albero.
- Io…- si toccò la fronte dolorante- Io mi stavo domandando una qualcosa…
- Ah sì?- Ash la guardò serio.
- Per te non è stata la prima volta che andavi a Cerulean City, vero?
- …no- lo guardò perplessa- Perché?
- Quindi saprai cos’è accaduto la volta precedente.
May lo guardò seria.
- Perché ti interessa saperlo?
- Io mi chiedo solo perché Misty è stata attaccata dalla sua stessa gente. Forse…- la guardò negli occhi- nasconde qualche segreto?
- Come mai questo interesse?- chiese lei sospettosa.
- Dico solo che uno per seguire un leader, dovrebbe sapere bene chi è, no?
- Sì, hai ragione- si voltò- Ma a me basta sapere quel che già so.
- Come fai ad essere così sicura di fidarti della persona giusta?
- Come ti ho detto tempo fa, io e Misty non andavamo molto d’accordo agli inizi. Non capivo le sue decisioni, né perché a volte si comportava in modo misterioso. Litigavamo in continuazione e più volte ero tentata di andarmene per conto mio- sospirò- Ma poi iniziai a comprendere le sue scelte. Quello che decideva, era per la nostra incolumità…- chinò la testa- A volte, ci rimetteva anche la vita.
- Come?
- Mi hai chiesto cosa sia accaduto la volta precedente, no?- si girò a guardarlo- Ebbene, eravamo in cammino e siamo dovuti passare per Cerulean City. Come te, non capivo il perché dovessimo camuffarci per entrare. Ma poi qualcosa andò storto e mi scoprirono. Misty ha dovuto lottare con le guardie e quando sembrava avercela fatta, comparve il loro Presidente. Non capivo perché Misty serbasse tanta rabbia nei suoi confronti ed iniziò lo scontro tra loro due. Solo che lui era molto più forte…- strinse le mani- E noi non riuscivamo ad utilizzare il nostro dominio al meglio. Misty lo sapeva, ma volle comunque affrontarlo. Se lui si fosse concentrato su di lei, ci avrebbe lasciati andare. E così…ebbe la peggio e finì gravemente ferita dallo scontro. Lui la bloccò tra lastre di ghiaccio e lei non poté muoversi. Ero convinta che fosse morta, visto che non si muoveva più. E pareva esserne convinto anche il Presidente, visto che l’abbandonò lì- alzò la testa- Per fortuna però era viva, debole ma viva. L’abbiamo portata lontano e poco dopo si è ripresa- lo guardò triste- Da quella esperienza, ho sempre il terrore che accada la stessa cosa. Se Misty avesse davvero avuto cattive intenzioni, non avrebbe rischiato di farsi male per noi. E a me basta questo per considerarla un buon leader.
Ash rimase in silenzio, un po’ sorpreso da quello che gli aveva raccontato May. Ora capiva perché Misty si era comportata così.
- Ma perché non me l’ha detto, invece di starsene zitta?
- Viaggi da un po’ con noi, dovresti aver capito ormai il suo carattere.
- Testardo, ostinato e cocciuto- disse lui incrociando le braccia.
- Esatto- ridacchiò lei- Ma allo stesso tempo troppo protettiva. Non vuole che ci preoccupiamo per lei.
- Ahh- sospirò lui- Davvero strana come leader.

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

- Ahi, ma che succede Brock?- si lamentò Misty.
- Fammi vedere- disse Brock lontano dagli sguardi degli altri.
- Cosa?- chiese Misty confusa.
- Stai indossando ancora il mantello, nonostante ci siamo allontanati dalla città, ed ho notato che camminavi con fatica.
- Eh, a te non sfugge niente- tentò di dire lei scherzando- Sarà per questo che avvisti una bella donna a chilometri di distanza?
- Non scherzare- disse lui duro- Sei ferita, vero?
- N-no, sto bene- scosse le mani.
- Ahh- sospirò lui- Misty ci conosciamo da un pezzo, vuoi che non capisca quando menti?- Misty abbassò la testa- Ho aspettato a dirlo davanti agli altri, perché so che ti saresti arrabbiata. Ora mi fai vedere?
- Non è niente di grave- disse lei, mentre si toglieva il mantello.
- Niente di grave? Misty stai sanguinando!- disse Brock innervosito, guardando la ragazza- Questa tua testardaggine, ti farà finire molto male. Perché non l’hai detto prima?
- Perché non potevamo fermarci. Non era sicuro.
- Capisco che tu non voglia rischiare, ma perché ogni tanto non pensi a te stessa?
- Non posso…Se qualcosa andasse nuovamente male, non potrei perdonarmelo.
- Misty…- Brock sospirò nuovamente- D’accordo, lasciamo stare per questa volta- frugò nella sua tasca- Ecco, mi sono portato dietro la crema di Dawn per le ferite. Riesci a medicarti?
- Certo.
- Bene, io torno dagli altri e preparo qualcosa da mangiare. Poi ci raggiungi. D’accordo?
- Sì…- fece cenno di sì- Grazie Brock, sei un amico.
- Non farmene pentire, eh- scherzò lui. E poi si allontanò, lasciandola lì.
Misty lo guardò sorridendo e poi si sedette sull’erba soffice per medicarsi le ferite.
Guardandosi le ferite, ricordò con amarezza quella volta che aveva rischiato di morire per colpa del Presidente.
Pareva proprio che non riuscisse mai a diventare abbastanza brava per sconfiggerlo. Tutte le volte che si era scontrata con lui, l’aveva ridotta in fin di vita.
Non poteva continuare così…come avrebbe potuto cambiare le cose, se non riusciva nemmeno a sconfiggere il Presidente? Come pretendeva di poter recuperare lui, se non riusciva neanche a proteggere i suoi amici?
Quelle ferite le facevano più male nell’anima, che nel corpo.
- Allora era qui che ti eri nascosta- sentì la voce dietro di lei. Immediatamente prese il mantello e si coprì.
- Ash, cosa ci fai qui?- chiese lei sorpresa e un po’ spaventata dal suo arrivo improvviso.
- Ti stavo cercando…Brock non è con te?
- No, era andato da voi.
- E tu, perché sei qui?
- Io…sto solo guardando il cielo- mentì lei.
- Cosa c’è di bello nel fissare il cielo?
- Uff, sei un ragazzo, che ne vuoi capire.
- Perché, tu sì?- disse lui in tono divertito. Lei lo guardò offesa.
- Ora, perché non mi lasci in pace e non raggiungi gli altri?
- Ero venuto a parlarti.
- Adesso? Non puoi aspettare dopo?
- No, volevo parlarti in privato…- si sedette accanto a lei.
Lei lo guardò con curiosità. Il volto di Ash era serio. Di cosa voleva parlare con lei?
- Non ti sarai mica mangiato tutte le cibarie, vero?
- Unf, non puoi essere seria una volta tanto?
- D’accordo, d’accordo- alzò le spalle- Avanti, spara.
Di tutta risposta, Ash tirò fuori un volantino accartocciato e glielo mostrò. Misty spalancò gli occhi nel vedere quel pezzo di carta.
- …dove l’hai preso?
- A Cerulean City- spiegò lui- Per essere una leader che predichi bene e critichi “noi” dominatori del fuoco, non te la passi tanto bene anche tu.
Lei chinò la testa.
- Non è come sembra…
- Ah no? Eppure c’è scritto in grosso “Misty Waterflower…ricercata dalle autorità di Cerulean. Pericolosa criminale. Chi la incontrasse, si prega di avvisare subito le guardie”. Cosa di tutto questo, non è ciò che sembra? Non è per questo che quelle guardie hanno tentato di catturarti a Saffron City e che ti sei nuovamente scontrata con loro a Cerulean?
- Posso spiegare…
- Ah sì? Sono proprio curioso- disse lui in tono ironico e poi aggiunse con voce risentita- Credevo che fossi diversa dagli altri…
Non capiva perché quella notizia lo turbasse così tanto. Doveva aspettarselo, tutti i leader agivano solitamente per qualche loro fine. Ne aveva fino alla nausea di persone che predicavano bene e poi si comportavano diversamente. Lei non era diversa da loro. Si mostrava agli altri come la salvatrice del mondo intero, ma la verità era un’altra. Non era che una bugiarda.
E poi, non era anche lui stesso un bugiardo? Non stava mentendo anche lui ai suoi compagni? Non poteva certo definirsi migliore.
E allora, perché la notizia lo faceva sentire così? Come se si sentisse tradito.
- Gli altri lo sanno?- chiese poi dopo un breve silenzio.
- Più o meno, sì.
- E come mai te ne vai in giro, dicendo di voler aiutare le persone?
- E’ la verità!- lo guardò seria- Quello che ho detto finora, è tutto vero. Il fatto di essere ricercata dal mio Paese, non cambia chi sono e il mio obiettivo.
- Allora, come spieghi questo?- indicò nuovamente il volantino, con uno sguardo risentito.
Misty sospirò e abbassò lo sguardo.
- E’ una lunga storia…Ti basti sapere che non ho fatto niente di male.
- Però, com’è che sei diventata una ricercata?
- A causa delle rigide leggi del mio Paese. Come saprai, non ci sono dominatrici dell’acqua, questo perché è stato vietato dal nostro Paese. Per loro, le donne non devono combattere, al massimo qualcuna può apprendere le tecniche di cura, ma per il resto è proibito. Anche le scuole per dominatori, erano vietate alle femmine. Io non sono mai stata d’accordo con questa legge e fin da piccola mi sono allenata di nascosto. Mi sono fatta passare per un maschio per frequentare la scuola e ho cercato di apprendere le varie tecniche. Ma non è durato a lungo, perché mi scoprirono e fui tenuta a stretta sorveglianza. Quando poi iniziarono le guerre con il Paese del fuoco e vidi molte persone perdere la vita, solo perché incapaci di difendersi e troppo rispettosi delle assurde leggi, ho deciso che avrei cambiato le cose. Sarei diventata più forte, avrei dimostrato che le femmine sono in grado di combattere e avrei vendicato la mia gente, sconfiggendo il Paese del fuoco. E’ per questo che ho iniziato a viaggiare e creare il Team Luce. Ma per il mio Paese, questo significava tradimento e mi scacciarono via. Questo è il motivo perché compaio in quei volantini- alzò le spalle- Ahh, come se non avessi già abbastanza nemici, come leader del Team Luce.
Ash la guardò sorpreso. Dopo il suo racconto, sentì che una parte di lui trasse un sospiro di sollievo, bloccato subito dall’incredulità del suo stesso animo. Come poteva sentirsi meglio, solo perché lei non era veramente una criminale? Non gli cambiava certo lo scopo della sua missione. Però non poté negare di preferire scontrarsi con una persona bugiarda.
- Non credevo che fosse questo il motivo- disse lui- Adesso le cose mi sono più chiare. Non credevo che fossero così severi…arrivare a tentare di ucciderti…
- Già…- alzò le spalle- ma non m’interessa.
- Eh?
- Sono sempre stata considerata un po’ strana dagli altri e non mi sono sorpresa quando hanno affisso quel volantino per me. Certo, dover scappare tutte le volte, non mi rende felice, però…- socchiuse gli occhi- Sono tranquilla, perché sono sempre stata circondata da amici che mi hanno sostenuta. Senza di loro, non sarei stata in grado di farcela.
Ash la osservò. Pian piano si rendeva conto perché gli altri la seguissero con fedeltà. Era una reciproca fiducia. E anche lui rimaneva sbalordito dalla grinta della ragazza. Ecco spiegato il perché il Team Luce era considerato un pericolo dal Team Magma. Andando avanti così, di sicuro ce l’avrebbero fatta…
Scosse la testa. Ma che stava dicendo? Era lui che doveva fermarli. Era lui che si era intrufolato nel gruppo con lo scopo di sconfiggerli. Era lui che stava fingendo di essere buono, quando invece non lo era. Lui era uno del Team Magma.
- Qualcosa non va Ash?- chiese Misty, notando lo sguardo confuso di Ash.
- Ah…no, no- scosse la testa- Sono solo rimasto sorpreso- ridacchiò.
- Già, anch’io…- gli sorrise.
- Come?- chiese curioso.
- Prima non ne avrei parlato con una persona conosciuta da poco, tanto meno ad un dominatore del fuoco. Però…- lo guardò- sei diverso tu. Hai conquistato la fiducia di tutti e riesci a sorprendermi ogni volta. Anche se…- appoggiò la sua mano su quella di Ash, facendolo sussultare leggermente- sento che qualcosa ti turba. E’ una sensazione che ho percepito dalla prima volta che ti sei presentato- lo guardò dolcemente- Se c’è qualcosa che ti preoccupa, ne puoi parlare con me o con gli altri…noi ti staremo ad ascoltare.
- Ah…- Ash rimase con la bocca mezza aperta, poi abbassò lo sguardo- …non so di che parli.
- Non devi avere paura. Tutti noi abbiamo fatto degli errori e continuiamo a pagarne il prezzo. Però insieme, possiamo superare tutto- si avvicinò a lui- E poi, se hai deciso di aiutare il prossimo, vuol dire che non sei così cattivo e che sei pentito dei tuoi errori. Non siamo certo qui per giudicarti.
Ash alzò lentamente la testa e la guardò negli occhi. Rimase a fissarla per qualche minuto, percependo nuovamente quella sensazione piacevole attraversargli il corpo. E per un attimo, era come se la ragione smettesse di funzionare. Aveva voglia di parlare, di confidarsi con quella ragazza, di dirle la verità, della sua missione…
- Io…- fece per dire, ma poi richiuse subito la bocca e allontanò la sua mano da quella della ragazza- Ho fame, Brock avrà già preparato da mangiare.
Misty lo guardò stupita, poi ridacchiò.
- Certo, vai pure. Io vi raggiungerò dopo.
- Bene- si alzò velocemente in piedi e si avviò da solo.
La ragazza lo guardò allontanarsi, poi tirò fuori dal mantello la pomata e tornò alla sua medicazione.
Ash camminò a passo spedito, con il cuore che gli batteva forte. Si fermò accanto ad un tronco d’albero e ci si appoggiò, cercando di prendere fiato.
Cosa gli era saltato in testa? Stava per dirle la verità! Stava per far saltare la sua copertura. Come avrebbe reagito, quando l’avrebbe saputo? Avrebbe mantenuto quel sorriso dolce anche dopo la verità?
Come era stato stupido. Si toccò la testa. Stava per cedere di fronte a lei, mentre invece il suo compito era altro. Era lei che si doveva fidare di lui.
Perché quelle domande? Che avesse qualche sospetto su di lui? No, impossibile.
Ma allora perché? Perché quando lei gli parlava, sentiva quella strana sensazione? Perché starle accanto lo faceva sentire così strano?
Se c’è qualcosa che ti preoccupa, ne puoi parlare con me o con gli altri…noi ti staremo ad ascoltare.
Le sue parole avevano avuto uno strano effetto su di lui. E poi, perché tanto interesse per quella ragazza? D’accordo che voleva trovare il suo punto debole, ma a volte era come se fosse per qualcos’altro.
Così non andava. Per la buona riuscita del piano, doveva stare attento a quella ragazza. Non poteva sbagliare.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Wow...è così bello, così romantico e amo questo libro...mi incanta! Cm vorrei ke Ash e Misty si fossero davvero fidanzati nella serie pkmn...anke se questo nn parla di pkmn è bellissimo!!! Blue bird illusion 4ever...sigh