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9 luglio 2010

Fic: cap. unico

Inseparable until the end…


Scritta da Mitsuki
Cap. unico


Una falce di luna illuminava la notte di Amarantopoli con il suo pallido chiarore soffuso. Erika la osservava accucciata davanti la sua tenda, si era accampata quel pomeriggio appena a sud della città. Era da più di una settimana che si trovava nella “Città che tramanda la nobiltà di una lunga storia”, per disputare una sfida contro le Kimono Girls, ballerine del teatro che si trovava nella sopracitata città. Ma nonostante la fama come allenatrice di pokémon la precedesse non era riuscita ancora a sconfiggere le cinque famigerate ballerine.
Dopo le ripetute sconfitte il morale della sua squadra di pokémon aveva raggiunto il livello critico. Anche per ristabilire quel legame che in quella settimana sembrava essersi dissolto, aveva deciso di abbandonare i comfort del centro pokémon per ritirarsi con i suoi compagni di viaggio nella natura.
Con un pezzo di legno smosse un po’ la brace del focolare che riscaldava quella gelida notte. Sospirò e vide le nuvolette di fumo condensarsi e a poco a poco, disfarsi nell’aria.
Decise di alzarsi dal tronco sul quale si era accovacciata per difendersi dal vento freddo e pungente e raggiunse i suoi pokémon, stesi sul morbido tappeto erboso di fronte a lei. Un cupo mormorio accolse il suo arrivo, Quilava teneva lo sguardo basso, Pidgeot fissava la falce di luna, Raticate sembrava troppo occupata a lustrarsi il pelo, Lapras leccava le sue squame per evitare la disidratazione, Togetic saltellava da una roccia all’altra e Ampharos si divertiva a produrre piccole scariche elettriche.
Ad Erika sembrò palese: i suoi pokémon evitavano il suo sguardo. E i motivi erano solo e soltanto due, o credevano di averla delusa, o lei aveva deluso loro.
Alzò il capo al cielo:
- Guardate! Una luna crescente! A Sinnoh c’è una leggenda che parla di Cresselia, appunto il pokémon della luna crescente…- ma il discorso non sembrò interessare i suoi interlocutori.
Erika arricciò il naso, ma non si arrese – Il cielo e proprio carico di nuvoloni… forse pioverà… ma dopo la pioggia c’è Ho-ho che attraversa il cielo portando l’arcobaleno!- anche questa volta il tentativo della ragazza di aprire un dialogo con i suoi pokémon fallì miseramente
– Brrr! che bell’arietta che c’è stasera! Sarà sicuramente Suicune, l’incarnazione del vento del Nord, ha far soffiare questo vento gelido…- I suoi pokèmon continuavano a guardare altrove. La pazienza di Erika stava raggiungendo il limite. – Ok, mi spiegate che succede?! Sì abbiamo perso non una volta, non due… ma molte… Non è la prima volta che non riusciamo a sconfiggere un allenatore, ma ci siamo sempre impegnati e lavorando assieme abbiamo affrontato e superato il problema! So che vi ho delusi… che vi ho detto che non potevamo perdere per via della nostra reputazione… ho sbagliato e lo so !Ho dato a voi la colpa di tutto, ma non era così… Piccoli miei… Vi prego perdonatemi…-
Si alzò e andò incontro a Lapras
– Io e te ci conosciamo da poco, eh piccolo?- disse prendendole le pinne tra le mani
- Ma già insieme quanto abbiamo fatto?! Mi hai aiutato ha conquistare la mia ottava medaglia! Raticate – e sfiorò senza paura le zanne dell’enorme topo – con me dall’inizio della mia avventura… ti ho preso con me nella torre Sprout , all’epoca eri solo una piccola Rattata, ma sei cresciuta… - poi prese Togetic, mentre era a mezz’aria tra una pietra ed un'altra – E tu? Schiuso dall’uovo che ho ricevuto da Mr Pokémon… E’ stata dura allevarti, razza di buffone! Ampharos… una Mareep tutto pepe e con tante, troppe esigenze! disse mentre giocherellava con la punta rotonda della sua coda – Molto testarda, e di natura furba! Siamo pensierosi stasera Pidgeotto? Sei stato il primo pokémon che ho catturato! Ed eri solo un Pidgey… forte in attacco ma piuttosto fiacco…- lasciò le ali del pokémon che aveva aperto in tutta la sua grandezza per avvicinarsi a Quilava. Si sedette accanto al pokèmon e sollevò il muso con l’indice, puntando i suoi occhi vede giada, in quelli rossi come brace del suo pokèmon – il mio primo pokémon… il mio primo compagno d’avventura… cosa il piccolo e serio Cydaquill? Non ne abbiamo passate tante insieme per scoprire che stringendo i denti ce l’avremmo sempre fatta… Ora hai dei dubbi? Proprio tu che mi hai sempre incoraggiato? Che hai combattuto al mio fianco contro allenatori e Team Rocket? Ho bisogno di te, piccolo mio, ho bisogno che tu mi infonda coraggio…-
Senza che lei quasi se ne accorgesse una lacrima le rigò il volto e un singhiozzo la colse. Quilava strofinò il muso contro la guancia della sua allenatrice, e leccò la traccia salata della lacrima.
Gli altri pokémon si avvicinarono, Pigdeotto si poggiò sulla spalla destra di Erika, mentre Togetic occupò la sinistra, Ampharos si sedette al suo fianco, e Lapras poggiò il muso sul capo della ragazza, e Quilava scivolòsul suo grembo, facendo posto a Raticate. –Non è niente davvero…- disse asciugando le lacrime – è solo un po’ di polvere…- Ampharos sfiorò il suo volto con il muso, mentre Quilava le asciugava le lacrime leccandole le guance.
Erika scosse la testa e scattò in piedi
– Tamao, Umeko, Satsuki, Sakura e Komomo con i loro Umbreon, Espeon, Flareon, Jolteon e Vaporeon possono essere forti quanto vogliono, ma noi saremo sempre più forti! E sapete perché? Perché noi siamo inseparabili! Ne abbiamo passate tante assieme e sicuramente loro non ci scoraggeranno! Insieme possiamo fare qualunque cosa, possiamo correre, volare! Se stiamo insieme… Se ci teniamo per mano, per zampa o per ala, niente è impossibile per noi! Possiamo anche cambiare il mondo e lo abbiamo dimostrato sbaragliando il Team Rocket! Siamo dei gran pigroni, ci piace la vita comoda, ammettiamolo… ma possiamo correre per ore e arrivare in una giornata da una città ad un’altra… poggiate le zampe sui vostri petti… ascoltate il battito del vostro cuore…- disse poggiando a sua volta il palmo della mano sul proprio petto
–Bene adesso ascoltate il battito del cuore di qualcun altro… lo sentite? Questo ritmo… - tolse la mano dal petto e dopo averla poggiata sui corpi dei suoi compagni di viaggio, cominciò a battere le mani secondo la sequenza ritmica dei battiti che aveva ascoltato – questo suono è la nostra forza! La musica che ci tiene uniti… e possiamo correre per sempre! Fino a nuove città continenti e pianeti se lo volete, io non mi stancherò mai… perché saremo sempre io e voi!... Fino alla fine… non vi lascerò mai soli e sarei disposta a rinunciare a tutto per voi.. e se il sole non dovesse mai più sorgere io sarò con voi, anche se saremo a miglia di distanza… voi siete parte di me, e vi prometto che non sarà, mai buio…-

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