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11 gennaio 2009

Fic: Cap. 1

Ebbene...non uccidetemi! Fermi, fermi con quelle cose! Fanno male sul serio °_°''
La spiegazione per questa fic...non ne ha XD Diciamo che mi è venuta in mente durante la notte e il mattino dopo ero già lì che scrivevo. Pensate che sono rimasta fino alle prime ore del mattino a scrivere XD Ho sonno...=_=
Qualche giorno fa avevo accennato a una fic che stavo scrivendo in contemporanea a Blue Bird Illsuion...be', non è quella XD Diciamo che quella rimarrà ancora incompleta, perchè mi sono accorta che sarebbe proseguita per un po' di capitoli e non avevo voglia di cimentarmi in qualcosa di lungo, quando ci sono altre fic che aspettano il loro turno U_U'. Bramo di riuscire a scrivere un one-shot, qualche volta *_* (Perchè sono l'unica a non riuscirci? T_T)
Qualche parolina, prima di lasciarvi alla lettura. Questa fic non l'ho ancora terminata, ma prevedo di terminarla in pochi capitoli. Quindi, niente paura (seee!)
Ci ho impiegato quasi una vita a cercare il titolo della fic, e ancora una volta l'ho estratta da una canzone. "Sen no yoru wo koete" è infatti il titolo della canzone dei Aqua Timez, usata come colonna sonora di un film di Bleach (per chi non lo sapesse, è un manga che ha come protagonista un "dio" della morte, Ichigo). E' stupenda, dolce (la inserirò tra la playlist di SatoKasu Love) e ha un bel testo. La frase tra parentesi "un giorno te lo dirò", non è la traduzione letterale, ma l'ho modificata un po' prendendone il significato, anche perché per comprenderlo ci vorrebbe tutta la canzone.
La frase invece che troverete dopo il titolo fa parte ancora del brano della canzone, ma non vi dirò ancora il suo significato ^^
Il primo capitolo doveva essere il doppio di questo, ma per motivi di spazio li ho divisi. Il secondo capitolo verrà pubblicato domani o il giorno dopo.
Ah, il dialogo in corsivo si riferisce ad un episodio di Pokémon.
Qualche commento per la fic? Be', direi che mi è venuta un po' triste XD
Buona lettura, adesso! E mi raccomando, commentate ^^


(Un giorno te lo dirò)

Cap. 1

“Suki na hito ni wa suki tte tsutaeru n da”

- Ecco, io…- fece una ragazza dai lunghi capelli blu, mentre con il piede muoveva con interesse un pezzo di terra. Di fronte a lei un ragazzo che la guardava incuriosito e allo stesso tempo preoccupato per quei lunghi silenzi della ragazza. Alle loro spalle il sole stava tramontando.
- Dawn, cosa volevi dirmi?- ripeté lui. Convinto che ciò l’avrebbe aiutata a darsi una mossa, mentre nella sua testa stavano già vagando varie frasi, che la ragazza avrebbe potuto dire in quel momento.
Ma nessuna di quelle sembrava spiegare quel suo comportamento bizzarro, di come guardava a intermittenza lui e il suolo, di come incrociava le braccia dietro la schiena e di come era comparso uno strano sorriso seguito da un rossore sulle guance.
Sembrava davvero imbarazzata, pensò lui, o forse si sentiva solo in colpa per qualcosa.
Provò a pensare a cosa avrebbe potuto combinare la ragazza quel giorno, da comportarsi così.
- …io…- fece lei ancora incerta, ma poi con un sospiro, cercò di parlare chiaramente- Io ti voglio bene Ash!
- Mh?- la guardò per qualche secondo, poi aggiunse con un sorriso un po’ sollevato- Anch’io ti voglio bene, Dawn- Per un attimo aveva temuto il peggio, ma si era sbagliato.
Dawn assunse un broncio che lui non si aspettava. Poi come se avesse un deja-vu, vide la ragazza guardarlo offesa.
- Non credo che mi hai capito, Ash.
- Ma sì, che ho capito- disse lui, capendo troppo tardi che in effetti quella frase non gli era nuova.
- Io intendevo…che ti amo Ash.
Ash spalancò gli occhi, mentre il sole stava già scomparendo all’orizzonte e il buio iniziava a coprire le loro ombre sul prato.
Dire il classico “come hai detto?” con la faccia da ebete, non l’avrebbe certo aiutato. Perché purtroppo sapeva di non aver sentito male. Era la seconda volta che lo sentiva.
*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*

- Misty, non c’è bisogno che mi aiuti- disse una donna dai capelli castani legati in una coda.
- Si figuri- disse lei, mentre asciugava i piatti e li riponeva al proprio posto- Lei è già stata gentile con me, nell’ospitarmi a casa sua.
- Che stai dicendo?- fece lei guardando la ragazza che le stava affianco- Sei la benvenuta qui. Ci conosciamo da anni e non è la prima volta che vieni. Mi fa sempre molto piacere rivederti- aggiunse con un sorriso dolce.
- Grazie…- disse la ragazza imbarazzata, mentre appoggiava un piatto.
Alle loro spalle, c’erano molte persone che camminavano avanti e indietro nel salotto, si sedevano sul divano e chiacchieravano allegramente tra di loro. Alcuni di loro Misty li conosceva, altri li aveva visti solo di sfuggita o sentito parlarne, altri ancora erano a lei sconosciuti. Tutti loro erano amici e compagni delle avventure di Ash ed erano lì riuniti per una specie di rimpatriata. Guardò di scorcio, la porta che portava alla sala. Non riusciva a vederlo tra quelle persone, forse era stato sommerso da amici che non vedeva da tanto…
- Qualcosa non va?- fece la voce della donna, risvegliando Misty.
- N-no- si voltò subito e riprese il suo lavoro. La donna la scrutò curiosa, poi tornò ai piatti sporchi.
- Hai già pensato a quella proposta?
Misty alzò lo sguardo su di lei e poi un po’ incerta guardò i piatti asciutti.
- Credo di sì…
- E cosa hai deciso?
- Credo che rifiuterò- disse lei con un sospiro- E’ una bella opportunità, un occasione per migliorarmi e per rivedere una persona dopo tanto tempo…però forse, è meglio che rimanga. I miei Pokèmon, la Palestra, le mie sorelle…sarebbe triste separarmi da loro.
- Non sarà per sempre.
- Lo so, ma per me è un gran passo. Forse un passo più grande di quel che dovrei fare.
- Capisco…ma non mi sembri ancora convinta- la guardò e poi sorrise- Forse, vorresti parlarne con qualcuno in particolare?
La ragazza scosse la testa color arancio un po’ imbarazzata.
- N-no…- alzò lo sguardo vaga.
- Non ne hai ancora parlato con lui? Penso che sarebbe felice di darti un consiglio. Ora che è tornato a casa, è una buona occasione per parlarne.
- Lei dice?- la guardò timida.
- Certo- annuì- Lo so che mio figlio non sembra una persona affidabile, con la testa in un altro mondo, ma a volte sa dare buoni consigli…a volte- sottolineò, vedendo la ragazza scettica. Poi ridacchiarono insieme- D’accordo, io finisco qui, mentre tu vai da lui.
- Però…
- Vai- insistette la donna, dandole una leggera spinta fuori dalla cucina. La ragazza si ritrovò davanti al salotto. Guardò incerta tra quelle persone. Non lo vedeva proprio.
- Misty, chi stai cercando?- chiese Brock, allontanandosi da un gruppetto di persone che pareva conoscere bene.
- Io?- disse un po’ alla sprovvista- Nessuno- scosse la testa- Eh…bella festa, eh?- tentò di cambiare tema.
- Mi pare che sia uscito qualche minuto fa- disse lui, rispondendo a una domanda che sembrava essere stata formulata dalla mente di Misty.
- Come?- disse lei, fingendosi ignara.
- Dico che è uscito. Era con Dawn, ma lei è già tornata indietro. Quindi suppongo che sia ancora fuori- rispose lui tranquillamente e finendo di bere dal suo bicchiere. Poi vedendo che la ragazza non faceva nessun movimento, le sorrise- Misty, non ci vuole certo un manuale per capire che vuoi parlare con lui. E’ tutta la giornata che ti vedo provarci.
- Oh…uhm- lei non aggiunse altro e si diresse verso l’uscita di casa.
Ancora incerta su quel che gli avrebbe detto una volta raggiunto, Misty avanzò a passi lunghi verso un parchetto vicino alla casa dei Ketchum. Ricordava che spesso Ash gli diceva che da piccolo ci andava a pescare o giocare con Gary. Al momento era l’unico posto dove pensava di cercarlo e per fortuna poi lo trovò. Seduto su una panchina, quasi vicino al laghetto a guardare assorto il cielo che ormai si era oscurato.
- Ash?- lo chiamò lei con un sorriso. Il ragazzo sobbalzò e poi la guardò.
- Misty, sei tu- disse lui.
- Certo- lo guardò incerta- Aspettavi qualcuno?
- No, no- abbassò lo sguardo. Misty si sedette accanto a lui e non bastò molto per capire che qualcosa preoccupava il ragazzo.
- Ehm, Ash? Qualcosa non va?
- Eh?- la guardò, come se solo in quel momento si accorgesse della sua presenza- No, niente- poi stette in silenziò, incerto- A dire la verità, sì. Vedi…mi è capitata una cosa strana.
- Ovvero?
- Be’, ecco…- alzò le spalle- Poco fa Dawn mi ha portato qui e mi ha detto che mi vuole bene.
Misty aprì gli occhi e guardò tesa il ragazzo.
- Intendi dire come…?
- Sì, credo che intendesse proprio che gli piaccio. E ad essere sincero, non è la prima volta. Solo due giorni fa, May mi ha detto la stessa cosa.
- May?- lo guardò sbalordita. Non capiva cosa stesse succedendo, così stette in silenzio. Lui non la guardava.
- Sì…insomma, non ci capisco niente- anche lui era confuso. Come del resto era prevedibile, quando si trattava di quei discorsi- Cosa devo fare?- la guardò con un viso un po’ triste. Forse non pensava che un giorno si sarebbe trovato in una situazione simile.
Lei lo guardò, poi abbassò lo sguardo.
- Dipende da te- fece lei- Da cosa provi per loro. Suppongo che si aspettino delle risposte da te.
- Sì…- lui guardò il laghetto- Ma è complicato. Sono tutte e due carine, ma non mi è passato per la mente una simile eventualità. Che problema…
- Perché la vedi così? Non ti fa piacere che qualcuno sia innamorato di te?
- Mh…- lui sembrò incerto- Non dico questo. Solo che…così all’improvviso, non so cosa dire. Non so cosa provo per loro- poi la guardò nuovamente- Tu cosa faresti se ti accadesse una cosa simile?
- Io…Io credo che sarei felice, se quella persona ricambiasse i miei stessi sentimenti.
- E come fai a capirlo se ne sei innamorato?
- Lo so e basta- disse lei, lasciando Ash confuso- Se provi dei sentimenti speciali per quella persona, lo capisci subito. E’ un sentimento troppo bello per ignorarlo- diede una sbirciatina al ragazzo, che però sembrava ancora non capire.
- Sì, ma io come faccio a capire se mi piace May o Dawn?- lei lo guardò un po’ stanca. Parlare con lui di certi temi, la sfiniva.
- La persona che tu sceglierai dovrebbe renderti felice. E’ quella persona che riempie le tue giornate di allegria e non puoi fare a meno di pensare a lei.
- Be’- lui sembrò rifletterci- Stare in compagnia di May o Dawn, mi rende felice. Abbiamo viaggiato molto, visitato posti nuovi, fatto tante esperienze e scherzato in compagnia. Posso dire che stare con loro, mi ha riempito di felicità. E più volte mi è capitato di pensare a loro. Questo è amore?- la guardò incerto- Ma come faccio a scegliere tra May e Dawn?
- Non è detto che devi scegliere per forza tra loro due- lo guardò un po’ timida- Forse la persona che cerchi, non è ancora arrivata…o forse ti è più vicina di quanto credi- aggiunse lei con timidezza.
Lui la fissò per qualche secondo, mentre Misty si sentiva sempre più tesa. Che avesse capito?
- Un’altra persona? Naaah, bastano già due a farmi disperare- rispose semplicemente. Al che, Misty lo guardò sorpresa, ma non più di tanto. Perché aveva sperato che avesse capito? Non aveva neanche voluto pensare ad un’altra eventuale ragazza- Tu non sai darmi un aiuto su chi scegliere?
La ragazza lo guardò, poi si voltò.
- Non posso aiutarti in questo, Ash. Sei tu che devi scegliere- si alzò in piedi- Si tratta della tua vita.
- Misty?- la guardò, mentre stava per andarsene, incerto se avesse detto qualcosa che l’abbia offesa- A proposito, mi volevi dire qualcosa?
Lei si bloccò, ma non si voltò.
- Io…- aprì la bocca per parlare, ma poi la chiuse. Scosse la testa- No, niente- e si allontanò in silenzio.
Ash la guardò andare via e poi tornò ai suoi pensieri e alla sua decisione ancora da prendere.
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Era strano…sì, davvero strano. Dopo tanti mesi ad aspettare il suo ritorno, tutte quelle notti a fantasticare sul loro rincontro e a tutte le cose che gli avrebbe voluto dire…
Era strano come tutto si sciogliesse come un gelato lasciato fuori dal freezer. Tutte quelle parole non dette…sarebbero rimaste impresse nel nulla, com’era giusto che fosse.
Tutto quel coraggio che aveva accumulato in quel periodo, solo per esprimere dei sentimenti, che ora sentiva così stupidi e inutili.
Ripensava in continuazione alle parole di Ash e più se le ripeteva, più si rendeva conto che non si era mai posto l’idea che ci potesse essere un’altra ragazza che potesse volergli bene, non ci aveva neanche pensato. E come sperava lei di cavargli qualcosa? Da un ragazzo che si sentiva smarrito solo perché due ragazze le si erano dichiarate? Se fossero state tre, forse si sarebbe fatto prendere dal panico.
Invidiava molto le due ragazze, perché si erano fatte avanti molto prima di lei. Senza temere che quel passo avrebbe cambiato la loro amicizia. No, non le odiava perché avevano attirato il cuore del ragazzo solo presso di loro. Era il caso di ammetterlo, erano state più coraggiose di lei e più sincere. Mentre lei…lei continuava ad illudersi che forse lui un giorno se ne sarebbe accorto, che sarebbe venuto lui da lei…e lei non avrebbe più dovuto fingere quella sua ostinazione che la caratterizzava tanto.
A che era servito?
Sentiva tutto inutile il tempo perso a fargli certe allusioni, che lui non comprendeva mai.
E lei…lei che per un lungo periodo lo attendeva, come se da quello dipendesse la sua vita. Senza mai chiedere qualcosa, ma dando tutta se stessa in qualcosa inesistente, ad un ragazzo che forse l’avrebbe vista solo come un amica e niente di più.
Si sentiva così sciocca ad aver sperato che parlarne con lui, l’avrebbe aiutata a decidere. In parte era così, ora sapeva con esattezza cosa fare. Non aveva intenzione di rimanere lì, ad aspettare che lui scegliesse tra May e Dawn. Non avrebbe sopportato di vedere l’espressione beota del ragazzo o di vederlo insieme a una di loro, o a qualsiasi altra ragazza che lui non avrebbe visto solo come amica.
Misty guardò il soffitto della stanza, dove lei e altre ragazze dormivano. Fuori, la luce della luna illuminava la finestra che veniva proiettata sul soffitto.
E capì quello che avrebbe dovuto capire da un sacco di tempo. Non poteva più perdere tempo. Doveva pensare ora al suo futuro. E il suo futuro era lontano da lì, molto lontano.
*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*
- Come? Sei sicura?- la guardò preoccupata una donna. La ragazza davanti a lei con un borsone rosa di fianco, annuì- Ma…ieri mi era sembrato che…
- Ci ho ripensato. In fondo è un occasione unica e non posso farmela sfuggire. Si tratta del mio futuro e poi come ha detto lei ieri, non è per sempre.
- Però è comunque molto tempo- socchiuse gli occhi, quando vide lo sguardo della ragazza deciso- Mh, capisco. E Ash…ne hai già parlato con lui?
Misty sembrò per un attimo diventare tesa, ma poi tornò tranquilla.
- No, ma preferisco non dirglielo.
- Come mai?- chiese la donna confusa.
- Ecco…lui è preso da altre cose…- fece lei incerta- Cose più importanti…
- Cosa c’è di più importante della partenza di una sua cara amica?- fece la donna un po’ arrabbiata con il figlio.
- E’ la scelta più giusta. Parlargli adesso, gli metterebbe solo confusione. E’ più consigliabile aspettare. Glielo dirò più avanti, quando ormai mi sarò sistemata là.
- Cara…ma allora sei proprio decisa?- disse con tristezza.
- Mi dispiace- disse lei chinando la testa- Quando mi è arrivata la proposta, lei mi ha appoggiato, mi è stata ad ascoltare e mi ha consigliato…E’ stata per me più di una semplice amica. Non so come ringraziarla…- prima che potesse continuare, la donna la strinse forte.
- Figurati. Ricordati che ti voglio bene, sei come una figlia per me- Misty si sentì commossa a quelle parole- Ti auguro tutto il meglio possibile per il tuo nuovo percorso. So che sarà difficile, una volta che sarà lì, senza i tuoi amici…ma sono sicura che te la caverai.
- …sì- annuì, con una lacrima agli occhi- Grazie- Quando si staccarono, vide che anche la donna era commossa.
- Bene…- disse lei guardando la borsa rosa- Ma perché non rimani un altro po’? E’ appena l’alba e gli altri non si sono ancora svegliati.
- Meglio di no- scosse la testa- Ho molte cose da fare. Devo chiamare per avvertire che arriverò tra due giorni e ho ancora da preparare la valigia. Senza contare che devo dare le indicazioni alle mie sorelle, ora che si occuperanno loro della palestra mentre starò via- si voltò- Mi mancherà signora Delia.
- Anche a me, cara- disse lei, mentre la ragazza fece per andarsene- Sei sicura che non vuoi salutarlo prima?- chiese con un filo di speranza, mentre la ragazza si fermava e si voltava lentamente. Scosse la testa nuovamente e con un sorriso, la salutò.
In lontananza il sole si alzava pigramente, illuminando la figura di Misty che scompariva lentamente all’orizzonte. Qualche minuto dopo la donna rientrò in casa e preparò la colazione. Sapeva che presto gli altri si sarebbero alzati e avrebbero avuto fame, soprattutto un certo ragazzo…
Sospirò quando pensò al figlio. Chissà come l’avrebbe presa…
Tempo un oretta e si sentì dal piano superiore rumore di passi. Si stavano svegliando.
Dopo un po’, erano già a tavola. Ash addentò forte il pane tostato e portò alla bocca una tazza di caffè latte. Mentre tutti erano presi dal proprio cibo e chiacchierare della serata precedente, Ash si guardò in giro incerto.
- E Misty?- chiese lui- Non si è ancora svegliata?
- Non c’era quando mi sono svegliata- disse Dawn.
Ash guardò la madre confuso.
- E’ dovuta tornare alla palestra- spiegò la donna, con un certo disagio nella voce- Aveva degli impegni urgenti.
- Ah, capisco- disse Ash tornando al suo pane tostato.
Ormai era così abituato che le sorelle la chiamassero per qualsiasi problema, che non ci fece quasi caso. Tanto, se voleva parlarle era sempre lì. Non scappava mica. Anche se, l’altra sera le era sembrata un po’ irritata. Ma anche questo non gli giungeva nuovo. Misty sembrava arrabbiarsi a qualsiasi cosa lui dicesse.
Delia lo guardò triste. Non gli piaceva mentire al figlio, ma sentiva che non doveva intromettersi in questa storia. Se Misty era decisa a parlargli dopo, era giusto che lo facesse lei.
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- …bene, e a quest’ora Gyarados vuole mangiare. Prendeteglieli sempre della stessa marca. Anche se non sembra, è un po’ schizzinoso e molto permaloso- guardò la ragazza che si sistemava le unghie- Daisy! Vuoi almeno ascoltarmi??- disse Misty arrabbiata.
- Sì, sì, ti ascolto- disse la ragazza bionda.
- Ma se non stai neanche prendendo appunti- disse Misty- Come farai a ricordarti tutto?
- Ho una buona memoria, sorellina- disse la ragazza sorridendo- E poi, c’è Tracey che sta prendendo appunti.
Misty guardò il ragazzo dai capelli neri, che sorrise un po’ imbarazzato.
- Daisy, non puoi sfruttare Tracey per ogni cosa!- disse lei sbuffando- Non è il tuo schiavo e tu sarai la capopalestra, quando io me ne andrò.
- Lo so, lo so- fece Daisy con aria annoiata- E poi, ti ricordo che prima ero io, insieme a Violet e Lily, a prendermi cura della palestra.
- Sì, e ho visto i risultati- disse lei sarcastica- Per l’amore del cielo- guardò Tracey con aria supplichevole- Cerca di controllare che non diano fuoco alla palestra.
- Ehi!- disse offesa la bionda.
- Dai Misty- disse Tracey ridacchiando- La stai prendendo troppo seriamente. In fondo, che vuoi che succeda?
Nella mente di Misty vagarono immagini confuse, delle probabili fini che avrebbe fatto la palestra, in mano alle sue sorelle. E nessuna di quelle era piacevole.
- Forse è il caso di aggiungere un’altra assicurazione- mormorò lei.
- Perché piuttosto non termini di fare la valigia?- disse Daisy- Non manca molto alla partenza.
- Io…va bene- sospirò e se ne andò rassegnata verso la sua stanza.
Aprì la porta e si ritrovò davanti alla stanza, che per anni aveva visto crescere una bambina di nome Misty e che ora, era giunto il momento di salutarla. Guardò la valigia semiaperta, infilò con cura gli ultimi abiti e si guardò intorno, nel caso dimenticasse qualcosa.
Poi il suo sguardo si posò su una foto attaccata al muro, insieme a tante altre foto. La staccò e la guardò assorta, come se il solo ritrovarla avesse risvegliato in lei ricordi nostalgici. Ricordi che, sarebbe rimasti tali.
La girò tra le mani e poi con lentezza la infilò in fondo al cassetto della scrivania e lo chiuse con forza.
Era il momento di andare avanti. Era giunto il momento per lei di conoscere altre persone e di smetterla di sospirare in quelle notti insonne.
Non sarebbe stato facile, ma…nella vita niente è facile.
- Hai finito?- chiese una voce, mentre bussava alla porta. Misty aprì la porta a Tracey.
- Sì, ho messo tutto dentro- disse lei indicando la valigia.
- Mh, per una che starà via un sacco di tempo, te ne stai portando poca di roba. Le tue sorelle, anche solo per un giorno devono portarsi almeno una valigia stracarica- pensò il povero Tracey, che più volte gli era toccato trasportare quelle valige.
- Non si tratta di una vacanza- spiegò Misty- E poi, le altre cose me le farò mandare pian piano. Sono più che altro preoccupata, se mi abituerò ai nuovi ritmi. Mio padre mi racconta sempre un sacco di cose di Cristal City…Chissà poi cosa dirà, una volta che mi vedrà. Forse mi vedrà cambiata e non gli piacerò…- lei guardò incerta il tappeto. Presa com’era dai preparativi, aveva trascurato quel particolare. Per quanto fosse stato il padre stesso a proporglielo, lei non poteva che sentirsi insicura.
- Tuo padre è fortunato- disse Tracey appoggiandole una mano sulla spalla- Fortunato ad avere una ragazza così in gamba e molto graziosa.
- Però…però, e se…- disse lei ancora incerta- E se sbaglio qualcosa? Se non sono quello che si aspetta?
- Andrai benissimo- disse lui sorridendole- Devi avere più fiducia in te. E se qualcuno osa criticarti, stendilo con uno dei tuoi pugni- sferrò il pugno nell’aria. Misty ridacchiò.
- Ma così finirò per spaventare mio padre, che si chiederà se ha avuto una figlia o un figlio- sorrise lei, chiudendo la valigia- …ma comunque, grazie. So di chiederti tanto, ma vorrei che ogni tanto controllassi le mie sorelle. Sono brave, ma ogni tanto sembrano più interessate al loro aspetto che alla palestra.
- Tranquilla, ci penso io- disse lui annuendo- Non è un peso per me. Mi piace stare qui, e mi divertono le tue sorelle, anche se so che sentirò la tua mancanza.
- Anche io- lo abbracciò e poi si staccarono- Chissà che quando ci rincontriamo, non avrai delle belle notizie da raccontarmi- disse con un sorrisino malizioso. Tracey sembrò imbarazzato- Bene, ora torniamo giù e speriamo che questa volta Daisy mi stia ad ascoltare mentre parlo.
- Sarà una bell’impresa- disse lui e i due risero.

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- Abbi cura di te- disse una ragazza.
- Mh- annuì il ragazzo- Anche tu, mi raccomando.
- Tu credi…che ci rivedremo?
- Sì, certo…te lo prometto.

Misty aprì gli occhi, svegliata dal rumore di un trillo. Mosse la mano e spense la sveglia. Si alzò dal letto, si vestì e diede un occhiata fuori dalla finestra. Era un bella giornata di sole.
Tempo una mezz’oretta, Misty aveva fatto colazione e si era diretta alla palestra. Per l’ultima volta. Strinse forte i suoi Pokèmon. Non poteva portarli via tutti, servivano lì, anche se le dispiaceva molto separarsene.
- Mi raccomando- sussurrò lei- Comportatevi bene- guardò il Pokèmon più grande- E dico anche a te Gyarados, chiaro?
Il Pokèmon annuì un po’ triste.
- Misty…è ora- la chiamò Tracey.
- …sì- si alzò in piedi e diede un altro saluto ai Pokémon- Ci rivedremo presto- disse mentre si allontanava con la borsa in mano.
Una volta uscita dalla palestra, vide la sorella Daisy al posto di guida e le altre due sorelle che chiacchieravano tra di loro.
- Ehi Misty, c’è l’hai fatta?- fece Lily- Ancora un po’ e Daisy partiva senza di te.
- Sali, altrimenti arriveremo in ritardo- disse Violet.
- Sì- si voltò nuovamente verso la palestra.
La guardò, come se volesse imprimersela nella memoria, come se fosse l’ultima volta che l’avrebbe vista.
E pensare che, non si troverebbe in quella situazione se un certo ragazzo…sospirò, non era il momento.
Salì in macchina con Tracey, dopo aver chiuso la palestra e lasciato le chiavi all’infermiera Joy.
- Si paaaarte!- disse Daisy e la macchina sfrecciò veloce.
- Yaaah!

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