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21 dicembre 2012

fic: Weaving 6


WEAVING

Autrice: RIRI
Capitolo 6


  • Bhe? Sputa il rospo, no? –
Ash, Misty, Iris e Spighetto attorniavano Sif, osservandola con facce impazienti. Erano riusciti ad andarsene dal tempio ed avevano deciso di fermarsi nel bosco per pranzare. Ormai mezzogiorno era passato e con lui anche la possibilità di Ash di gareggiare in palestra. Ma al momento non era una cosa grave. Avrebbe potuto ritentare quando voleva.
Sif si corrucciò, guardando l'erba sotto i suoi piedi.
  • Ora io... penso di ricordare qualcosa di più... il motivo per cui quegli uomini volevano catturarmi... –
  • Ci avevi detto che a Oblivia ci sono problemi e che molta gente se n'è andata... – ricordò Ash. Sif annuì.
  • Io e mio fratello scappammo quando anche i nostri genitori vennero catturati. Dray sostenne che l'unico modo per far riprendere Oblivia fosse quello di ricevere la benedizione di Oh-Oh e quindi era partito da solo per trovare il modo di invocarlo... –
  • Oh-Oh?! Ma lo sanno tutti che si tratta solo di una leggenda! – commentò Iris. – Non l'ha mai visto nessuno! –
  • Io sì. – tutti si voltarono verso Ash. – Io ho visto Oh-Oh più di una volta. Esiste. –
  • Ash, tu non sei attendibile, lo sappiamo tutti... – commentò sarcastica la ragazza dai capelli viola.
  • Ma in tutto questo tu cosa c'entri? – intervenne Misty, rivolgendosi a Sif.
  • Temevo che potesse mettersi nei guai, così l'ho seguito, ma... a quanto pare mi hanno creduta una sua complice e per questo mi hanno attaccata. –
  • E non la sei? – domandò Ash. Sif lo guardò senza capire. Ash sospirò, ma era serissimo. – Dici che l'obiettivo di tuo fratello è salvare Oblivia. Tu cosa vuoi fare? Vuoi fermarlo come quegli uomini, oppure sei dalla sua parte? –
  • Io... – abbassò lo sguardo, arrossendo – Non voglio che gli succeda niente. –
  • Questo lo posso capire... ma c'è in gioco davvero molto, Sif. Secondo me ciò che potresti fare è far capire a Dray che gli sei vicino e che può contare su di te. Sicuramente, con noi sarebbe meno esposto ai pericoli. –
Sif sgranò gli occhi, alzando la testa. Ash stava sorridendo tranquillo, così come gli altri ragazzi.
  • M-ma... “noi”? –
  • Non crederai davvero che saremmo stati capaci di abbandonarvi, vero? –
  • La vostra situazione è grave, ma siamo pur sempre amici, no? – rincarò Misty.
  • E gli amici non si abbandonano al momento del bisogno. – completò Ash.
Sif li guardò uno ad uno, sorridendo grata e commossa. Si asciugò in fretta gli occhi lucidi e si decise ad assumere un sorriso più sicuro e determinato.
  • Vi ringrazio. – disse e Ash notò che il suo tono di voce era molto più risoluto di prima.
In quel momento un gorgoglio sommesso riempì il silenzio. Ogni sguardo si posò su Ash, che arrossì violentemente.
  • Ehm... non pensate anche voi che sia ora di pranzo? –


*~*~*~*~*~*

Misty sospirò, riempiendo una catinella d'acqua al fiume, dove vi immerse i piatti sporchi. Come al solito Spighetto aveva preparato un pasto degno del più bravo chef, ma aveva anche utilizzato un'infinità di piatti e strumenti, che ovviamente andavano lavati...
Quella storia si faceva sempre più intricata e folle. Certo, era ben disponibile ad aiutare Sif, ma non aveva ancora del tutto capito che grado di gravità ci fosse. Prima di tutto... era una cosa fattibile? E poi... Sif non era di grande aiuto. Non ricordava che alcuni dettagli, ma nient'altro. Se volevano fare qualcosa di concreto non potevano aspettare che Sif riacquistasse tutta la memoria, anzi, l'unica maniera era convincere Dray a unirsi a loro. Anche se, da quel poco che aveva visto, non sarebbe stata un'impresa facile.
Finì di lavare i piatti, gettò l'acqua sporca e ritornò dal gruppo. Quel che vide però non le piacque per niente: Sif se ne stava appiccicata ad Ash più del dovuto, sorridendogli in un modo che le fece venire una gran voglia di prenderla a sberle.
Distolse lo sguardo, poggiando pesantemente il catino ai piedi di Spighetto, facendolo sobbalzare.
  • Ho finito. – disse bruscamente.
  • Ehm, lo vedo.. grazie mille. –
  • Non c'è di che. – rispose con lo stesso tono, allontanandosi.
Scoccò un'altra occhiatina in tralice ai due, prima di avviarsi al lato opposto dell'accampamento. Ciò non era sfuggito a Spighetto, che, come Intenditore di classe A, iniziava a capirci qualcosa. Iris lo raggiunse, consegnandogli la tovaglia scrollata e piegata.
  • Ecco, ho finito. Uh? Perché quella faccia? –
  • Ho come l'impressione.. che stia per scoppiare un uragano. –
  • Eh? – Iris guardò il cielo, annusando l'aria – Ma cosa stai dicendo? Lo sai che non devi esagerare con le spezie... –
  • Non intendo un uragano vero, Iris. Ascolta la poesia delle parole, ogni tanto! –
  • Oddio, hai di nuovo preso un colpo di sole? –
  • Uffa, ma perché devo sempre spiegare tutto io? Sto parlando di quei tre. Ho la netta sensazione che siamo difronte al classico triangolo. –
  • Chi? Ash?! Ok, questa è la conferma che non ti senti bene. Stenditi, ti conviene. –
  • Magari Ash non se n'è ancora reso conto... ma le due signorine paiono aver ben chiara la situazione. –
  • Oh, ti prego... chi mai perderebbe la testa per Ash?! – si voltò, bloccandosi quando vide Sif, chiacchierare bella pimpante al fianco di Ash, e Misty, praticamente dall'altro lato dello spiazzo, mentre scoccava loro occhiatacce furiose, facendo finta di far dell'altro. Iris era senza parole.
  • Visto? – la punzecchiò Spighetto, ma lei era testarda. Non era ancora disposta a dargli ragione.
  • Bhe, questo non prova niente. Sif si comporta così con tutti e Misty è sempre di quell'umore. Quindi problema non si pone, secondo me. –
  • Va bene, allora facciamo una sfida! Ognuno di noi due cercherà, nell'arco della giornata, di far prevalere la sua ipotesi. Ci stai? –
  • Sei cocciuto, eh? Non pensavo, ma anche tu sei proprio un bambino... va bene, accetto! –
  • Accetti cosa? –
I due si voltarono. Ash e Sif li stavano guardando con aria curiosa.
  • Ehm... accetto di fare l'assaggiatrice! Spighetto ha in mente una nuova ricetta e voleva il parere di qualcuno! –
  • Cosa dovrei fare io?! – protestò il verdino, solo per beccarsi una forte gomitata nelle costole – Oh... oh sì certo! La nuova ricetta! – ridacchiò con fare nervoso.
  • Eh??? Ehi, anch'io voglio assaggiarla! – si lamentò il moro, correndo da loro.
  • Mi spiace, Ash. Mi sono già prenotata io. –
  • Ma Spighetto avrà bisogno di più pareri no? –
  • Io sono più severa. Mentre tu, si sa, mangeresti anche il tavolo. Non sei attendibile! –
  • Questo non è vero! Ci sono cose che nemmeno io riesco a digerire! –
  • Cosa, le pietre? –
  • No quello che cucina Mis... – si morse la lingua, rendendosi conto di quello che stava dicendo, ma ormai era troppo tardi.
Misty aveva già in mano una padella d'acciaio e gliela stampò in pieno muso, mandandolo KO a terra. Era rossa di rabbia.
  • Brutto screanzato! Come ti permetti?! Tu che parli tanto, vorrei proprio vedere come te la cavi tu ai fornelli! –
  • Ugh... – Ash si tirò a sedere, massaggiandosi il naso rosso – Sicuramente meglio di te! – rispose, innervosito dalla botta presa.
  • Ah sì? Bene! Spighetto, il prossimo pasto lo cucinerà Ash. Da solo e senza aiuti! –
  • Cosa? Ma... – cercò di protestare il verdino, ma si ritrovò subito la padella puntata contro il naso. Lo sguardo di Misty non ammetteva repliche. Non pensava che una ragazza potesse sprizzare tanta cattiveria. Aveva.. un aroma tra il piccante e l'aspro.
  • Va bene? – non era una richiesta. Ash si alzò in piedi, strofinandosi i pantaloni.
  • Io ci sto, Misty! Vedrai, non ci vuole molto ad essere più bravi di te! –
  • Oh, davvero? Bene allora, non vedo l'ora di abbatterti con le mie critiche e di trascinare via la tua carcassa! –
  • Questo lo staremo a vedere! –
  • Ah sì? –
  • Sì! –
  • Bene! –
  • Bene!!! –
Entrambi si diedero le spalle, allontanandosi. Ash al limitare del campo, Misty al fiume. Sif, non sapendo cosa fare, rimase ferma lì dov'era. Pareva parecchio pallida.
Spighetto diede di gomito a Iris.
  • Visto? Tipica reazione gelosa. –
  • Gelosa? – rise Iris – Ash l'ha insultata. Anch'io avrei reagito così. –
  • Uff... perché è così difficile farti vedere la verità? – si lagnò il ragazzo, assumendo una posa teatrale.
  • Ehi, non lo sentite anche voi? – Sif si guardò attorno.
  • Che cosa? – domandò Iris. Anche Ash e Misty si voltarono.
  • Sembrano... sirene. La polizia! –
  • La polizia?! E che cosa ci potrebbe mai fare in un bosco? –
Ma proprio in quel momento, irruppe nella piccola radura un ragazzo incappucciato. Tutti rimasero senza parole.
  • Dray! – esclamò Sif. Il ragazzo la guardò per un attimo, ma pareva parecchio agitato.
Si guardò alle spalle e tutti notarono che le sirene stavano diventando sempre più forti. Fece per scappare di nuovo, ma Sif gli gridò dietro.
  • Aspetta! Hai rubato di nuovo? Perché lo stai facendo, Dray?! –
Uno Swanna apparve sopra di loro, emettendo stridulo il suo verso. Portava al collo un distintivo: doveva per forza essere dell'agente Jenny.
Dray fece per estrarre la sua pokéball, ma Swanna lo anticipò, colpendogli la mano con eterelama. Il ragazzo indietreggiò, reggendosi la mano ferita e adocchiando di continuo la sua sfera a terra, poco più in là. Scattò per prenderla, ma il pokémon lo investì con una forte raffica, che lo alzò da terra, spintonandolo indietro.
Ash si rese conto della dinamica quando ormai era troppo tardi: Dray sbatté contro Misty e entrambi finirono nel fiume.
  • Misty! –
Misty riuscì a riemergere per miracolo. La corrente era davvero forte e quasi non le permetteva di stare a galla. Incespicò con le mani nel tentativo di estrarre un suo pokémon, ma si rese conto di non avere con sé la borsa. Quando sentì che stava per andare nuovamente sotto, prese un grosso respiro, il massimo che i suoi polmoni potevano tenere.
Ash, Iris, Spighetto e Sif si misero a rincorrerli lungo l'argine... o almeno ci provarono. Non solo non li vedevano più, ma anche la corrente era più veloce di loro.
  • Più avanti c'è una cascata! – ricordò Spighetto e subito Ash sentì il cuore scoppiare.
  • Misty!!! –
Sott'acqua, Misty rotolò sulle rocce. Sentiva dolore in tutto il corpo e ad ogni botta faticava sempre di più a trattenere il respiro.
Ash...
Una nuova spinta dall'acqua e sbatté contro una roccia.
Ash... aiutami...
Sentiva i polmoni scoppiare. Non ce la faceva più. Stava per arrendersi, quando sentì una mano afferrarla al braccio, riportandola su. Poco dopo riuscì a sentire la fredda aria sulla pelle bagnata e non aspettò oltre a respirare. Aprì gli occhi, ma non era Ash quello che si era aspettata di vedere...
Ash e gli altri li videro riemergere.
  • Eccoli! –
  • Oh no! La cascata! –
Neanche dieci metri più avanti... il fiume finiva. Con orrore, Ash realizzò che mai e poi mai ce l'avrebbero fatta a salvarli.
Li vide finire sotto un'ultima volta, prima di essere gettati come il resto nel vuoto.
  • NOOO!!! –


*~*~*~*~*~*

Misty si sentiva... a pezzi. Aprì piano gli occhi e la prima cosa che sentì fu il tremendo indolenzimento di ogni singolo pezzo del suo corpo. Era coricata prona su un grosso sasso, sull'argine di una grossa polla d'acqua. Poco più indietro, riusciva a distinguere il forte boato della cascata. Già, la cascata... era ancora viva? Non poteva crederci!
Si tirò su. Le braccia le tremavano molto e quindi fece molta fatica. Si tirò fuori completamente dall'acqua e si sedette sul masso. Si guardò attorno, finché i suoi occhi individuarono qualcun'altro steso nella ghiaia, poco più in là. Il mantello fradicio gli ricadeva addosso come una pesante coperta e non permetteva di vedere la testa.
  • Dray... – non c'era dubbio che fosse lui. Ricordava bene che anche lui era finito in acqua come lei.
Gattonò fino a lui, capendo di non avere la forza sufficiente per mettersi in piedi. Era girato su un fianco e le dava le spalle. Lo afferrò per un braccio e lo girò, mettendolo supino. Per la prima volta lo vedeva in faccia: aveva un viso dai tratti gentili, come quelli di Sif, e capelli rosso fuoco. Quelli di Misty, se messi a confronto, sembravano biondi.
Era svenuto, o almeno così sembrava. Non appena Misty allungò una mano per liberarlo da quel bozzolo fastidioso di tessuto, lui le afferrò fulmineo il polso, sgranando gli occhi. Misty sobbalzò dallo spavento, ma non durò che un istante, prima che rimanesse incantata ad osservare i suoi occhi.
Quello che ad un primo sguardo aveva identificato come giallo, si era rivelato molto di più. Le pupille erano chiare, come quelle di Sif, con l'unica differenza che erano screziate in più punti di nocciola. Mischiati, i due colori davano l'illusione di un color sabbia brillante.
Misty sbatté le palpebre, meravigliata. Mai aveva visto occhi simili.
Senza aprire bocca, il ragazzo le mollò il polso, liberandosi da sé del mantello per mettersi seduto. Il suo vestiario era molto simile a quello di Sif: una canotta con colletto blu scuro, un paio di pantaloni bianchi e un paio di stivali. Ora che non aveva più il mantello addosso, Misty notò anche quel paio di occhialoni da aviatore che teneva appesi attorno al collo.
Il ragazzo dovette accorgersi del suo sguardo insistente, perché si voltò guardandola con disappunto. Misty arrossì dalla vergogna, distogliendo subito lo sguardo. Lui la guardò per un po', poi fece per rimettersi in piedi. Nell'atto di quel movimento, Misty si accorse di una lacerazione di discreta grandezza sulla sua spalla. E sanguinava parecchio, per di più!
  • Ma sei ferito! – esclamò, trattenendolo per il polso. Il ragazzo si limitò a guardarla. Ma Misty non si diede per vinta. – Senti, lo so che non ci conosciamo, ma... questa ferita va curata. Sembra grave... –
  • È solo un graffio. – commentò secco lui e per la prima volta Misty udì la sua voce. Era piatta e severa, ma aveva ancora quell'accenno di infantilità, nonostante fosse ormai quasi adulto. Doveva avere più o meno uno o due anni in più di lei.
  • B-bhe... – cercò di riprendersi – Va comunque fasciato. E non ti lascerò andare finché non mi avrai lasciato fare. –
Lui la guardò come se avesse avuto difronte una pazza. Alla fine però, sbuffò, sedendosi. Bene e ora... con cosa lo fasciava? Aveva lasciato la sacca con il kit del pronto soccorso all'accampamento!
  • Usa il mio mantello. – disse lui con voce annoiata.
  • Cosa? Ma... –
  • Ormai è rovinato. Tanto vale renderlo ancora una volta utile... –
Misty annuì, anche se non ne era per niente convinta. Prese un lembo del mantello nero e diede uno strattone deciso. Come aveva detto lui, il tessuto cedette immediatamente, lasciandole in mano una striscia di tessuto sufficiente a fasciargli un paio di volte il braccio.
Lo sistemò alla bell'e meglio, ma sapeva bene che era solo una precauzione posticcia. Lì c'era bisogno di un vero medicamento o si sarebbe potuto infettare.
  • Bene, hai fatto. – osservò il ragazzo, rimettendosi in piedi.
  • Eh? Ma dove vai? –
  • Via. Hai detto che non mi avresti lasciato andare finché non mi fossi fatto fasciare la spalla. Bhe, ora l'hai fatto, no? –
  • S-sì, però... –
Lui si voltò, allontanandosi.
  • Dray, aspetta! – lo vide paralizzarsi.
  • Come sai il mio nome? Oh, giusto... Sif. –
  • Allora non si era sbagliata. – con fatica si alzò in piedi anche lei. – Sei davvero suo fratello...! –
  • E questo cambia qualcosa? –
  • Perché le stai facendo questo? Lei vuole solo aiutarti! –
  • No, vuole fermarmi, è diverso. Non la voglio tra i piedi. –
  • Forse all'inizio, ma ora ha cambiato idea. Ha capito che quel che vuoi fare è giusto, ma non vuole che per perseguirlo tu usi strade come la violenza! –
  • Ci si mette meno tempo che chiedere le cose gentilmente e io, francamente, di tempo da perdere non ne ho. –
  • Questo lo so bene, ma... –
  • Cosa sai? – ora la guardava con sospetto – Che cosa ti ha raccontato Sif? –
  • Quel che basta sapere. –
Lo sguardo di Dray parve indurirsi, ma nei suoi occhi si poteva leggere l'agitazione. Le si avvicinò a grandi falcate e l'afferrò per le spalle.
  • No, tu adesso mi dici cosa ti ha raccontato! –
  • Vedi di togliermi le mani di dosso, prima di tutto! – abbaiò Misty. Dray la mollò subito, balzando indietro. Era arrossito lievemente e teneva la testa bassa.
  • Bene! – commentò la ragazza, aggiustandosi la canotta. – So che venite da Oblivia e che lì la situazione è grave. Ci sono problemi, molte persone se ne vanno e tu stai cercando di risanare la tua Regione con l'aiuto di Oh-Oh. –
Dray strabuzzò gli occhi.
  • Nient'altro? –
  • No, niente. O meglio, tutto quello che si ricorda. –
  • Cosa intendi dire? –
  • Tua sorella ha perso la memoria, Dray. – lo informò, lapidaria.
Il ragazzo impallidì. Ora sul viso non aveva quasi più l'ombra di quella durezza e inespressività di prima.
  • M-mia sorella... cosa? –
  • Hai capito. Io e i miei amici ci abbiamo messo dei giorni per riuscire a farle ricordare qualcosa. Siamo anche stati aggrediti da degli individui in nero! In più ha spesso febbri improvvise e malesseri, ma non ne ricorda le ragioni. Tu ne sai niente? Ha qualche... malattia? –
  • N-no... solo... è... è debole di costituzione. Le basta poco per sentirsi debole. –
  • Oh... menomale... – sì, anche se nelle ultime ore l'aveva fatta infuriare, era sollevata di sapere che il problema non era grave.
Dray si morse l'unghia del pollice. Pareva parecchio turbato. Misty se ne restò in silenzio, a guardarlo andare avanti e indietro davanti a lei. Alla fine, il ragazzo esplose, piantando un forte pugno contro la corteccia di un albero.
  • Maledizione!!! Perché diavolo mi ha seguito, quella sciocca?! –
  • Dray... –
  • Doveva restarsene dov'era... avrei risolto io tutto! –
  • Dray! –
Lui si voltò, zittendosi. Le mani gli tremavano visibilmente.
  • Tua sorella vuole aiutarti. Anche se non ricorda molto, sente che è la cosa giusta da fare. –
  • Se ricordasse tutto non la penserebbe così. –
  • Sif ha bisogno di te, ora più del solito. Con il tuo aiuto forse... riusciremo a farle tornare la memoria! –
  • E se io... non volessi? –
Ok, un'ipotesi del genere Misty non l'aveva neppure concepita! Strabuzzò gli occhi, incredula.
  • Vorresti davvero questo per lei? È tua sorella! –
  • Sì e per il momento sarebbe molto più al sicuro così. Se ricordasse... no, per il momento è meglio così. Una volta che avrò ottenuto ciò che voglio la aiuterò. Ma fino ad allora preferisco che rimanga smemorata. –
  • Sei davvero cocciuto... –
  • Piuttosto, non mi hai detto il tuo nome. Parli tanto di principi, quando sei tu la prima ad essere maleducata. –
  • Io sono Misty. – ringhiò lei, infastidita da quell'insinuazione.
  • Misty... – ripeté lui, quasi rivolto a sé stesso.
Dray la stava guardando in un modo che la fece arrossire parecchio. Quegli occhi... erano trapananti. Era come se ti potessero leggere la mente!
Dray sbuffò, recuperando il mantello da terra.
  • Comunque sia... ormai farà buio. – disse, mentre considerava lo stato del mantello – Faremo meglio a trovare un riparo. Sento odore di pioggia e vorrei evitare di bagnarmi ancora. – Se lo mise sulle spalle con una smorfia, anche se ormai era bello logoro.
  • Faremo”? Vuoi dire che.... –
  • Sì, a meno che tu non preferisca rimanere qui a prender la pioggia. Sai, non ti consiglio di stare sotto gli alberi durante un temporale. –


*~*~*~*~*~*

Iris e Spighetto si guardarono. Avevano fatto tutto il giro del bosco per riuscire a raggiungere i piedi della cascata. Avevano setacciato tutta la zona, ma non avevano trovato alcuna traccia né di Dray, né tanto meno di Misty.
Ash si guardava attorno continuamente, controllando la superficie dell'acqua, nella speranza di trovare qualcosa. Qualsiasi prova che poteva dargli la conferma che Misty stava bene.
  • Ash! –
Sif era china in un punto vicino all'acqua. Estrasse qualcosa che era rimasto incastrato tra un masso e la ghiaia del fiume. Ad Ash si fermò il cuore: era un laccio per capelli. O meglio, il laccio per capelli.
  • Quello è di Misty! – disse, afferrandolo.
  • Come fai a dirlo? – domandò Iris – Potrebbe anche essere caduto a qualcun'altro e portato fin qui dalla corrente... –
  • Ti dico che è di Misty! –
  • E come lo sai? –
  • Lo so. – rispose secco lui.
Spighetto poggiò una mano sulla spalla di Iris, per frenarla. Ash era già abbastanza nervoso anche senza di lei.
  • Va bene Ash. – disse poi – Se quello è qui, allora vuol dire che Misty è da queste parti. Qui non c'è corrente, non avrebbe potuto essere trascinata via. Inoltre, se fosse ancora.. bhe, in acqua, la vedremmo. No, penso che stia bene e che ci stia cercando. –
  • Spero che tu abbia ragione... – mormorò Ash.
  • Sì, anch'io sono sicura che stia bene! – commentò Sif, sorridendo.
Iris annusò l'aria.
  • Qualcosa non va? – le chiese Spighetto.
  • Sta arrivando un gran bel temporale. Sarà meglio che troviamo da ripararci. –
Si avviarono tutti verso il bosco... tutti tranne Ash. Rimase fermo in riva al fiume, con il laccio per capelli di Misty stretto in mano. Fissava l'acqua e pensava. E se le fosse successo qualcosa? Era ancora assieme a Dray, dopotutto, e lui non era certamente la tipica persona “affidabile” che si incontra per strada. Sarà anche stato il fratello di Sif, ma era un criminale e su quello nessuno poteva metterci becco. E se... se le avesse fatto del male? Se l'avesse tenuta come ostaggio? Strinse il pugno fino a farsi sbiancare le nocche. Quello che gli bruciava di più... era aver litigato con Misty prima che accadesse tutta quella brutta storia.
  • Ti troverò, stanne pur certa... – mormorò, avviandosi dietro gli amici – Ricorda che devi mangiare quello che cucinerò io. –


*~*~*~*~*~*


  • Eeetchuu!! –
  • Non ti sarai ammalata, spero! – disse sarcastico Dray. Misty lo guardò male di sottecchi, passandosi un dito sotto il naso.
  • No, simpaticone. Ci vuole ben altro! –
Erano riusciti a trovare una piccola rientranza in una parete rocciosa un attimo prima che iniziasse a diluviare. Fuori ormai era calata la notte e i nuvoloni neri del temporale annullavano la poca luce data di solito dalla luna. Come se non bastasse, lì, in mezzo al bosco, l'umidità era alle stelle.
Misty rabbrividì, stringendosi le ginocchia al petto. Non avevano nemmeno potuto accendere un fuoco, visto che tutto lì era bagnato.
Il suo pensiero andò ad Ash e agli altri. Erano riusciti a ripararsi dalla pioggia? Dov'erano in quel momento? La stavano cercando ancora a quell'ora?
Era ancora immersa in quei pensieri quando sentì qualcosa di pesante caderle sulle spalle. Si girò e notò di avere addosso il mantello di Dray. Guardò il ragazzo con aria interrogativa e lui sviò lo sguardo.
  • Ho caldo. Se non lo vuoi, levatelo. – disse secco.
Misty sorrise appena, intuendo la verità: Dray aveva i peli delle braccia ritti come aculei. Altro che caldo! Stava morendo di freddo proprio come lei!
  • Sai, prima di arrivare a domattina avrai preso un bel malanno! – disse scherzosa.
  • Ho detto che io sto bene così. –
  • Ho detto il contrario? –
  • Eh? Cos... – sbatté le palpebre un paio di volte, confuso. Misty scoppiò a ridere, essendo riuscita a prenderlo in giro. Stavolta fu il turno di Dray di mettere il broncio.
  • E poi sarei io ad essere il simpaticone... – mormorò contrariato.
Misty lo guardò. Dray non era assolutamente come se l'era immaginato. Più che come un criminale incallito, si comportava come un fratello maggiore. Responsabile allo stesso modo. Adesso capiva perché Sif gli voleva così bene. Certo, anche se era suo fratello.
  • Senti... – disse. Il ragazzo la guardò. – Perché la vostra Regione sta collassando? Se fosse solo un problema del Governo, la benedizione di Oh-Oh non ti servirebbe a niente... –
Dray la guardò serio, ma non disse niente. Sviò lo sguardo, mettendosi ad osservare le gocce di pioggia che cadevano a terra. Misty sospirò, arresa all'idea di non ricevere risposta.
  • Non è un problema del Governo... – disse invece Dray. O, più che altro, lo mormorò. – Anche se la maggior parte della gente non lo sa, esistono degli spiriti maligni nascosti o rinchiusi da qualche parte, che sia negli inferi o in qualche altro luogo... A quanto pare a Oblivia sono riusciti a liberarsi e a prendere il controllo su tutto. Usano le persone, le posseggono... la mente di ognuno viene cancellata e si rimane vuoti come dei burattini... –
Misty ricordò con un brivido il ragazzo a cui avevano tolto la maschera nera: i suoi occhi freddi e vuoti ora avevano un senso.
  • Eravamo rimasti in pochi e mio padre aveva contribuito a far costruire un aeronave capace di rendersi invisibile, abbastanza grossa da contenerci tutti. Avremmo vissuto nei cieli, al sicuro, almeno finché la situazione non fosse migliorata. Ci sbagliavamo di grosso... –
  • Vi hanno trovati? –
  • Hanno assaltato l'aeronave. Alcuni sono morti, altri sono caduti nelle loro mani... solo io e mia sorella siamo riusciti a scappare con una delle capsule di salvataggio. –
  • Vuoi dire che... anche i tuoi genitori... –
  • Sì. – rispose secco lui. Era chiaro quanto gli facesse male parlarne. – Per questo voglio trovare Oh-Oh! Per questo voglio fare in fretta e con ogni mezzo! Ormai non ho più nulla da perdere, ma solo tutto da recuperare. –
  • Questo non è vero. Hai ancora Sif. – sorrise Misty, cercando di essere confortante. Quella storia le aveva messo addosso una grande tristezza. E anche paura. Fino a quel momento tutto quel putiferio era rimasto circoscritto a Oblivia... ma se avesse raggiunto anche le altre Regioni? Ora aveva decisamente un motivo in più per voler dare una mano a quei ragazzi.
La mattina dopo, quando ormai aveva smesso di piovere da tempo, Misty e Dray uscirono dal loro riparo, stiracchiandosi per bene. Passare un intera notte costretti in uno spazio angusto aveva spaccato loro le ossa.
  • Argh... mi sento come se avessi dormito su un Graveler... – si lagnò Misty.
  • I tuoi amici saranno nei paraggi. Ti conviene cercarli. – le consigliò Dray, prima di mettersi in spalla il mantello, allontanandosi.
  • Ehi, aspetta, dove vai? – Misty lo raggiunse, fermandolo per un braccio.
  • Non mi pare che ci sia più alcun motivo per rimanere... –
  • Ma tua sorella... –
  • Ho detto che non la voglio fra i piedi! –
  • Dici che non è all'altezza... ma se ti dimostrasse il contrario? Accetteresti il suo aiuto? –
Era una sfida? Dray la guardò accigliato. Misty sorrideva presuntuosa, aspettando una sua risposta.
  • Tanto non lo sarà mai. – rispose lui.
  • Non hai risposto alla mia domanda! –
  • Senti un po'... – Dray si liberò in malo modo dalla sua presa, alzando la voce.
  • Misty!!! –
Entrambi si voltarono, prima che un fulmine li dividesse. Ash, Iris, Spighetto e Sif erano fermi poco più in là. L'avevano trovata!
Ash si avvicinò a passo pesante. Aveva uno sguardo negli occhi che Misty non gli aveva mai visto. Spintonò via Dray con uno scatto del braccio, allontanandolo da lei ancor di più.
  • Vedi di starle lontano, mi hai capito? – sibilò con una cattiveria che non era propria di lui.
  • Veramente è lei che mi è venuta dietro. – rispose Dray, con lo stesso tono. Una scintilla comparve negli occhi di Ash e Misty riuscì ad intervenire un millisecondo prima che un pugno si stampasse sul viso di Dray.
  • Ash, fermati!!! – gli agguantò il braccio, tirandolo indietro. – Lascialo stare! Dray mi ha salvata, mi ha aiutato! –
  • Dray! – Sif si fece avanti, superandoli. Si fermò quando fu davanti al fratello. La sovrastava di quasi tutta la testa. I due si guardarono per un po' senza dire niente. – Io voglio... –
  • No. – rispose secco lui.
  • Ma io... –
  • Non voglio discussioni, Sif! Ho detto di no e no sarà. Resta con loro, ti proteggeranno. Almeno finché io non avrò riportato tutto alla normalità. –
  • Non credi di essere un po' troppo presuntuoso a pensare di poter fare tutto da solo? – lo stuzzicò Misty. Dray la fulminò, ma non aggiunse una parola. Si voltò, calandosi il cappuccio sulla testa. Estrasse Dragonair e, prima che chiunque potesse fare qualcosa, se ne andò in volo.
Misty lo osservò allontanarsi, finché non divenne un puntino lontano nel cielo. Tra tutti, era proprio Dray il più bisognoso d'aiuto. Era solo e non voleva l'aiuto di nessuno per paura di perdere e soffrire. Ma non era così che avrebbe risolto qualcosa. Dovevano convincerlo ad accettare il loro aiuto!
  • Misty... – Ash la stava guardando. Solo in quel momento si rese conto di essere ancora aggrappata al suo braccio. Lo mollò, arrossendo fino alla punta delle orecchie. Ash le porse qualcosa.
  • Ma quello è mio! – notò, prendendolo tra le mani: il suo laccio!
  • L'ho trovato giù al fiume. Sei sicura di stare bene? È stato un bel volo... –
  • Figurati, sto benissimo! Non dimenticare che l'acqua è il mio elemento! – scherzò gonfiando il petto, orgogliosa. Ash sorrise. Misty si ricordò improvvisamente di qualcosa.
  • Piuttosto! – esclamò – Tu caro mio mi devi ancora un pasto! E devi cucinare tu! Era questo l'accordo! –
  • Guarda che lo so! Non ho mica la memoria corta come la tua! –
Come di norma, i due diedero il via alla solita discussione. Poco più in là, mentre le voci concitate di Ash e Misty coprivano ogni cosa, Spighetto diede di gomito a Iris, che lo guardò imbronciata. Il verdino sorrise amabile.
  • Mi sa che hai perso la sfida. –

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