Ecco il 41
capitolo...ed ecco una spada per fare Harakiri XP Zak! Mi sto complicando
la vita io, con tutti questi capitoli!
Finora ho solo
scritto il 42 capitolo e il resto della storia è ancora
nella mia
testa. Quindi, da questa settimana in poi, i capitoli di BBI non
verranno pubblicati ogni settimana. E' più probabile che
passi
almeno un mese tra un capitolo e l'altro XP
Questo capitolo
non era stato pensato così come l'ho scritto,
però bon, perlomeno
sono ben 11 pagine word contro le solite 8.
Ah, poi...solo
ora mi sono accorta di un errore (fra i tanti errori) nel cap.
38...al posto di Team Magma, ho scritto Team Magna XDD Era chiaro che
ero affamata! L'ho fatto notare, perché è un
errore che mi ha fatto
più che altro ridere XD
Vabbon,
riprendiamo con il riassunto degli ultimi avvenimenti...
Misty, convinta
dalle parole di Daisy e sentendo di non essere un buon leader per il
Team Luce, decide di accettare il matrimonio combinato dal
Presidente, con il principe Rudy. La dominatrice dell'acqua stipula
un accordo con il Presidente, con l'intento di poter riprendere il
suo posto a Cerulean City e poter in seguito preparare la
città a
combattere. Ma quello che non sa Misty, è che il Presidente
ha
stipulato un altro accordo con il principe Rudy, che consiste nel
portarla lontana dalla città e impedirle di utilizzare il
suo
dominio.
Nel frattempo
Ash e Melody, infiltrandosi nel Palazzo, scoprono il doppio gioco del
Presidente e dopo una frenetica corsa all'ultimo minuto, Ash
interrompe la cerimonia e rivela a Misty la verità.
I due ragazzi
si vedono quindi coinvolti in uno scontro contro il Presidente e
Rudy, ma grazie all'intervento dei loro amici, riescono a mettersi in
fuga. Aiuto prezioso e inaspettato è quello di Daisy, che
permette
al Team di uscire integri dal Palazzo.
Tante domande
senza risposta e un destino che sembra non avere alternative. Il Team
Luce sarà pronto a gettarsi dietro il passato e proseguire
nella
loro missione?
Cap. 41
Aprì gli occhi. La
luce a malapena entrava in quella celletta dei sotterranei del
Palazzo.
Sebbene ci fosse un
materassino per terra, non era per niente comodo dormire lì.
Si mise seduta, con i
capelli color arancio che le ricadevano sul viso, tutti disordinati
da una notte di sonno agitato.
Aveva passato la notte
lì, come al solito, dopo la sua ultima bravata.
Già, perché per il
Re, non c'era niente di più giusto che sbatterla in un posto
così
lugubre e poco adatto ad una bambina, così che apprenda a
comportarsi come una signorina e comprenda i suoi errori.
Che errori, poi? Come
poteva considerare le sue azioni come una dichiarazione di
cattiveria? Lei era solo una bambina! E cosa c'era di male nel
scappare dal Palazzo, solo per poter esercitare il suo dominio? Lei
si sentiva viva solo quando sentiva fluire la freschezza del suo
dominio, ma le era proibito. Le era proibito ormai quasi tutto. E
iniziava a sentirsi soffocare nel Palazzo.
Quindi, cosa c'era di
sbagliato a desiderare di scappare e infiltrarsi nella scuola di
dominatori dell'acqua? Sì, certo, aveva steso due o tre
bambini, ma
che colpa ne aveva lei se erano così deboli e presuntuosi? E
poi,
erano stati loro a provocarla, parlando male delle femmine, senza che
sapessero che lei si stava fingendo un maschio.
Si sentiva solo in
colpa per George, che per cercare di fermare la rissa si era beccato
un pugno e una punizione dall'insegnante della scuola. Povero George,
avere come amica un tipo come lei, non faceva che procurargli che
guai. Ma almeno suo padre non era così severo! George non
doveva
fare i conti con una realtà fatta di regole e doveri.
Cavoli, quanto avrebbe
voluto essere una strepitosa dominatrice dell'acqua e dimostrare il
suo valore...e non una semplice lady, il cui unico scopo era dover
partorire figli. Che nervoso!
Cercò di sferrare
qualche pugno nell'aria, come imitando una mossa d'acqua, ma
sentì
un gorgoglio venire dalla sua pancina e si lasciò cadere sul
materassino.
Stupendo, non aveva
toccato cibo da un giorno e sentiva che le sue forze venivano meno.
Perché, sempre il Re, aveva deciso di punirla con il
digiuno. Non
che la fame fosse un problema per lei, una volta aveva tirato avanti
tre giorni senza mangiare, e neanche il sonno era un disagio, i posti
bui, tetri e sporchi non le facevano paura. Anche se, sua madre non
avrebbe mai permesso che venisse trattata così...
Appoggiò un braccio
sugli occhi lucidi, ricacciando quell'amarezza.
Sentiva però che stava
perdendo il suo tempo lì. Confinata in una cella e proibita
delle
sue ali.
Diede un occhiata
fuori, attraverso le grate. Poteva intravedere la bianca neve che
ricopriva la terra, le abitazioni e le persone a passeggio, e lontano
una costruzione a lei familiare: le mura di Cerulean City.
Ci aveva già pensato
in passato...chissà com'era il mondo là fuori? A
nessuno era
permesso mettere piede fuori dalla mura e lei non aveva mai
conosciuto dei dominatori di elementi diversi. Chissà come
viveva la
gente là fuori? Chissà se da qualche parte
c'erano dei bambini che
si sentivano come lei? Prigionieri e impotenti, in un mondo fatto di
guerre e odio.
Socchiuse gli occhi,
immaginandosi in un team fatto di dominatori forti, e insieme dare
una batosta al Signore del fuoco. Magari!
Mentre sogghignava,
divertita dall'espressione umiliata del Signore del Fuoco che se la
dava a gambe, sentì un rumore e voltandosi, vide un vassoio
passare
attraverso la porticina in basso della porta. Dal profumo,
capì al
volo che era cibo.
Prima di fiondarsi a
divorare il cibo, guardò con sospetto il vassoio. Chi era
stato a
portarglielo, se era in punizione? Forse George? No, era confinato a
casa sua. O forse il Re ci aveva ripensato sul farla morire di fame.
O forse era avvelenato.
Mangiò comunque, era
affamata e non voleva porsi domande inutili. Una volta terminato, si
pulì con il fazzoletto lì accanto. Lo
osservò, era bianco,
raffinato e di un soffice tessuto, al cui angolo era ricamato un
fiore: una margherita. Daisy.
Deja-vu, stava rivivendo
la stessa scena un'altra volta. Stava scappando dalla sua
città
natale, ormai con la certezza che non sarebbe più tornata.
Non prima
della fine della guerra. E in quel caso, avrebbe anche potuto non
fare più ritorno. Le sorti della guerra erano
così
imprevedibili.
Sentì una sensazione di sconforto, le sue sorelle, la sua gente, casa sua...doveva rinunciarci.
Non credeva che avrebbe rivissuto quella stessa tristezza.
Sentì una sensazione di sconforto, le sue sorelle, la sua gente, casa sua...doveva rinunciarci.
Non credeva che avrebbe rivissuto quella stessa tristezza.
Ora capiva perché aveva
trovato la sua stanza pulita e in ordine. Daisy aveva continuato a
pensare a lei in tutto quel tempo e sperava che un giorno sarebbe
tornata al Palazzo. Ma ormai doveva aver compreso anche lei, che per
Misty non c'era modo di tornare.
Poi si voltò e guardò quei cinque ragazzi che la stavano conducendo in un luogo più sicuro, lontano dalla città. Capì che non doveva intristirsi, perché non era sola. Lei aveva loro. O meglio, così sperava, ma non avevano ancora affrontato il discorso della sua fuga e temeva quel momento.
E non appena si presentò un momento di tranquillità, fu lei ad iniziare per prima.
Poi si voltò e guardò quei cinque ragazzi che la stavano conducendo in un luogo più sicuro, lontano dalla città. Capì che non doveva intristirsi, perché non era sola. Lei aveva loro. O meglio, così sperava, ma non avevano ancora affrontato il discorso della sua fuga e temeva quel momento.
E non appena si presentò un momento di tranquillità, fu lei ad iniziare per prima.
-
Mi spiace!- gridò quasi, nel tentativo di farsi sentire e chinando un po' la testa.
Gli altri si voltarono a
guardarla, lasciando per un momento le loro faccende.
-
Non mi sono comportata correttamente con voi- spiegò- Non vi ho messo al corrente delle mie intenzioni e vi ho lasciati da parte. Ma non era mia intenzione ferirvi o coinvolgervi in qualche modo. E...
-
Aww, quanto durerà la spiegazione?- fece May alzando lo sguardo, annoiata- Con tutto quel correre, ho una fame...
-
Concordo- disse Ash toccandosi lo stomaco che brontolava- Brock, non è che ti è rimasto qualche avanzo?
-
M-ma...- fece lei scioccata. Non vedevano con quale sforzo cercava di scusarsi?
-
Misty, non hai bisogno di darci delle spiegazioni- intervenne Brock con un gesto gentile- Ma per la prossima volta, come nostra amica, preferiremo essere messi al corrente prima di ciò che ti affligge.
-
Hai ragione. Però...- socchiuse gli occhi- Non ho diritto a stare con voi, ho mancato ai miei doveri di leader.
-
Mh, certo...ma sarei stato più sorpreso, che con tutto quello che stava accadendo, tu non avessi rinunciato alla missione- Brock la guardò negli occhi. Non la stava rimproverando e non c'era rabbia nelle sue parole- Dico, non è facile prendersi cura di un gruppo come noi e con i nemici sempre alle calcagna. Quando io e George ti abbiamo eletta come nostra leader, non l'avevamo fatto perché tu fossi perfetta o perché fossi invincibile- le sorrise malinconico. Entrambi custodivano i ricordi di quel periodo per niente facile- Ma perché eri la più determinata a proseguire e anche quella che ci teneva alla sicurezza del gruppo, prima ancora della missione- si alzò in piedi serio- E fino ad oggi, hai dimostrato di meritare quel ruolo.
Misty abbassò lo sguardo,
ancora incerta. Le parole di Brock l'avevano colpita, ma sentiva di
non meritare quella comprensione.
-
Io non lo merito- disse lei stringendosi nelle braccia- Essere leader di un gruppo, mi ha dato solo alla testa e ho finito per perdere di vista i vostri sentimenti.
-
Nessuno nasce leader- disse Melody, ricordando la sua isola e la sua famiglia- E' una responsabilità con cui ci si deve confrontare ogni giorno. Una responsabilità che non si sceglie e che può portare a fare tanti errori. Non è facile, ma chi ha detto che essere leader sia semplice?
-
E noi, avremmo dovuto capirlo, invece di lasciarti fare- disse May e aggiunse imbarazzata- E' che...tu sembri sempre così sicura su quello che fai, che è quasi impossibile pensare che hai delle incertezze. Ci affidiamo a te più di quanto tu credi- ammise la castana, per quanto si vergognasse ammettere di rispettarla molto.
-
Se ci pensi, non te la sei cavata male, Misty. Chiunque altro avrebbe fatto di peggio- aggiunse Ash. Le sue esperienze nel Team Magma lo confermavano- Chi se la sentirebbe di prendere decisioni così importanti e allo stesso salvaguardare la vita dei propri compagni? A costo di rimetterci il proprio futuro, per persone che non sono nemmeno la tua gente, senza aspettarti niente in cambio...
-
Sei il nostro leader e nessun altro può sostituirti- concluse Dawn. La chiacchierata con quel bambino, le aveva tolto ogni dubbio- Ma più di tutto, sei nostra amica e puoi comprenderci meglio di chiunque altro leader forte. In battaglia non potrei sentirmi più sicura che con te al nostro fianco.
Misty stette in silenzio,
pensando ai tanti motivi che l'avevano spinta a lasciare il suo ruolo
di leader. Motivi che di fronte alle loro parole, perdevano di
significato.
Perché erano così
gentili, quando lei invece sentiva di aver fallito? Le erano ancora
impresse le immagini dei suoi compagni nell'ultima battaglia con il
Team Magma. Come poteva dimenticare? Come poteva anche solo di poter
far finta di niente, quando sentiva su di sé la
responsabilità
dell'accaduto?
La dominatrice dell'aria
si avvicinò a lei e la strinse forte in un abbraccio.
-
Misty...- disse dolcemente- Può bastare così...non c'è bisogno di farti del male per quanto è accaduto...Noi stiamo bene, ed è questo l'importante.
-
Melody- sussurrò Misty sorpresa e avvolta da una dolce sensazione.
-
Mi sei mancata...
Misty sentì lacrimarle
gli occhi, e solo per quella volta pensò che poteva
permettersi di
lasciarle scorrere davanti ad altre persone, perché loro
erano suoi
amici. Gli amici che da piccola avrebbe voluto tanto incontrare e che
solo quando era ad un passo dal perderli, ne capiva l'importanza.
Nascose la testa nella
spalla della castana e qualche lacrima cadde.
-
Mi siete mancati anche voi...
Ed era vero. Nel momento
che stava raggiungendo l'altare per sposarsi, i suoi pensieri erano
diretti ai suoi amici. E l'idea di non vederli più, l'aveva
atterrita.
A ripensarci, si sentiva
una sciocca a non essersi confidata con loro, prima di prendere una
decisione così drastica.
-
Ehi, non ci sei solo tu- disse Dawn e le abbracciò, seguirono May e Brock in un abbraccio di gruppo.
Malgrado tutto ciò che
era accaduto al Palazzo, in cuor suo Misty era contenta che Ash
avesse interrotto le nozze. Perché ora non sarebbe riunita
con i
suoi amici.
Guardò oltre le spalle di
Melody, il moro era lì in piedi con Pikachu sulle spalle.
-
E tu perché te ne stai in disparte? Non mordiamo mica- scherzò Misty, afferrando Ash e trascinandolo nel gruppo, tra le risate e i sorrisi dei ragazzi.
Lui inizialmente contrario
all'abbraccio, alla fine si lasciò coinvolgere dall'allegria.
Perché no? In fondo, erano così pochi i momenti in cui potevano comportarsi come dei normali ragazzi.
Perché no? In fondo, erano così pochi i momenti in cui potevano comportarsi come dei normali ragazzi.
-
Pikachu, anche tu sei felice che siamo tutti riuniti, eh?- chiese Dawn al pokemon giallo. Di risposta, il pokemon emise un squittio allegro e fece scintillare le sue guance- Eh?- prima che potessero reagire, finirono tutti elettrizzati e stesi per terra, trascinati dal peso dell'abbraccio- Su...suppongo che sia un sì...
-
Pika!- ridacchiò il pokemon.
-
Bene, ora che siamo tutti qui, possiamo anche riprendere il viaggio- disse Misty tornando seria- La nostra meta è sempre il Paese del fuoco- gli altri annuirono.
-
Mettiamo sotto i denti qualcosa, prima- disse May.
-
Certo, preparerò qualcosa di speciale per festeggiare- disse Brock sorridente.
-
Evviva!- esultarono Ash, May e Dawn. Guardarono Dawn perplessi.
-
Be', mica siete solo voi a digiuno- si giustificò Dawn, tra le risate dei presenti.
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈
Una giovane donna con i
lunghi capelli biondi, sistemò il vestito lavato e stirato,
all'interno dell'armadio. Era l'abito che aveva indossato Misty
all'interno del Palazzo, prima di andarsi a sposare.
Era un peccato invece che
il vestito da sposa, si fosse distrutto durante il combattimento. Era
così bello, lavorato finemente e su Misty faceva un
figurone.
Ricordava ancora come Misty aveva strappato il lembo del vestito con
così risolutezza. Come se cercasse disperatamente di
divincolarsi da
quel mondo. Quel mondo che già da piccola le era stretto.
Ricordava
ancora la sua figura di bimba, correre nei corridoi per andare a
nascondersi. E poi, la figura di lei da ragazzina che scappava dal
Palazzo.
Mentirebbe se dicesse che
non aveva idea di quello che era capace di fare sua sorella. Era un
incredibile dominatrice dell'acqua ed era riuscita a fare grandi
passi da sola, senza l'aiuto di un insegnante. Ma era pur sempre una
ragazzina e Daisy temeva per la sua vita.
Non sapeva precisamente
come viveva al di fuori di Cerulean City, non conosceva i suoi amici
e quanti nemici aveva.
Quando la rivide per la
prima volta all'interno di Cerulean, insieme ad altri tre ragazzi, e
assistette alla sua battaglia con il Presidente...ne rimase
scioccata. Come era possibile che lei, sua sorella maggiore,
permettesse questo scempio? Che una milady si riducesse a quella vita
fatta di fuga e combattimenti?
Si convinse che qualsiasi
fosse l'obiettivo di Misty, doveva a tutti costi proteggerla. Aveva
già perso i suoi genitori, non voleva anche perdere sua
sorella.
Pensava di essere nel
giusto, quando sotto suggerimento del Presidente, la invitò
a
tornare a casa. Credeva davvero che quella menzogna a fin di bene,
l'avrebbe protetta dalle guerre, dalla sua morte certa.
E invece, Misty le aveva
dimostrato ancora una volta di non essere così fragile. Era
diventata così forte, così sicura di
sé nel suo dominio. Aveva
affianco un gruppetto altrettanto forte. E il suo sguardo, non era
più così carico di odio e vendetta.
Questo era il risultato
del suo tanto viaggiare, che l'aveva fatta maturare.
Capì, che Misty aveva
fatto la scelta più giusta nell'andarsene, anche a costo di
essere
bandita.
L'obiettivo di Misty era
così grande e importante, che in confronto il desiderio di
Daisy era
ingiusto e egoista. Misty cercava di riportare la pace e le aveva
dato dimostrazione di potercela fare.
Daisy sospirò, mentre
chiudeva le ante dell'armadio e si affacciava alla finestra, dove
qualche giorno prima, Misty si era soffermata ad ammirare il
panorama.
Non era stupida, sapeva
che la scelta di Misty era rischiosa e che le possibilità
che
tornasse con vita, erano quasi nulle.
Ma lei, avrebbe continuato
ad aspettarla comunque. Perché era l'unico modo per non
lasciarsi
andare nella disperazione, l'unico modo di vederla viva nella sua
speranza.
-
Com'è possibile!- sentì gridare furioso, la voce del suo promesso sposo. Lei si spostò dalla finestra e si appoggiò alla porta. Lo sentì parlare con delle persone, mentre camminava per il corridoio.
-
Presidente, ci dispiace...ma è successo così all'improvviso...
-
Niente scuse! E' grave quanto è accaduto! Come avete permesso ad uno sconosciuto di rubare nella stanza protetta!
Daisy si ricordò di
quella stanza. Suo padre le aveva accennato che all'interno
custodivano un segreto importante del Paese dell'acqua. Un segreto
che non doveva cadere in mani di sconosciuti.
-
Era sicuramente un dominatore dell'acqua, ma non è stato possibile vederlo in faccia- disse uno- Ci ha presi alla sprovvista, si è infiltrato nel Palazzo con tale facilità, che pareva conoscesse a memoria la struttura.
-
Voglio capire come sia potuto accadere, quando il Palazzo era pieno di guardie!
-
Le guardie appostate davanti alla stanza, ci hanno riferito che il loro avversario era troppo forte e che non c'era stato modo di dare l'allarme. Senza contare poi il matrimonio della milady Misty, con quella confusione il ladro è riuscito a scappare indisturbato.
-
Chi diavolo può essere stato!- lo sentì esclamare.
Erano poche le volte che
Daisy lo sentiva andare su tutte le furie, così apertamente.
Come se
davvero la faccenda fosse grave. Più grave persino della
fuga di
Misty.
Daisy sentì i passi del
Presidente e dei suoi seguaci allontanarsi in altri corridoi, mentre
cercava di riprendere il controllo e dare ordini.
La biondina sospirò. Con
un po' di fortuna, il Presidente sarebbe stato così preso da
questo
nuovo problema, da tralasciare momentaneamente l'ordine di cattura di
Misty.
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈
Misty guardò il fuoco
scoppiettare davanti a lei. Il sole all'orizzonte stava per
tramontare, la giornata stava volgendo al termine. Dopo tanti
avvenimenti in una sola giornata, i ragazzi si erano concessi un po'
di riposo. Dovevano smaltire la tensione accumulata.
E lei doveva rimettere a
posto le idee e tirare le somme di quanto aveva appreso in quelle
ore.
I suoi pensieri erano ancora persi in quel palazzo, a lei un tempo così famigliare e che ora rappresentava ciò che non avrebbe più riavuto.
Ricordi di un tempo in cui credeva di essere felice, o forse lo era per davvero?
E poi, la confessione della sorella. Era vero che suo padre non voleva quel destino per lei? Allora, qual'era stato il suo ultimo desiderio? Qual'era stato il suo ordine per sua figlia minore? Sempre che ce ne fosse stato. Solo Daisy poteva saperlo.
Eppure era convinta che c'entrasse il matrimonio, ricordava ancora quanto fosse molto tradizionalista il padre. E dubitava che nei suoi ultimi momenti, avesse pensato proprio alla pecora nera della famiglia, l'unico rimpianto della sua vita.
E poi, c'era stato il doppio accordo del Presidente, che pur di sbarazzarsi di lei aveva coinvolto sua sorella e aveva montato su un matrimonio. A quell'ora, sarebbe ormai sposata e prigioniera del Presidente e di Rudy.
I suoi pensieri erano ancora persi in quel palazzo, a lei un tempo così famigliare e che ora rappresentava ciò che non avrebbe più riavuto.
Ricordi di un tempo in cui credeva di essere felice, o forse lo era per davvero?
E poi, la confessione della sorella. Era vero che suo padre non voleva quel destino per lei? Allora, qual'era stato il suo ultimo desiderio? Qual'era stato il suo ordine per sua figlia minore? Sempre che ce ne fosse stato. Solo Daisy poteva saperlo.
Eppure era convinta che c'entrasse il matrimonio, ricordava ancora quanto fosse molto tradizionalista il padre. E dubitava che nei suoi ultimi momenti, avesse pensato proprio alla pecora nera della famiglia, l'unico rimpianto della sua vita.
E poi, c'era stato il doppio accordo del Presidente, che pur di sbarazzarsi di lei aveva coinvolto sua sorella e aveva montato su un matrimonio. A quell'ora, sarebbe ormai sposata e prigioniera del Presidente e di Rudy.
Rudy, già, il ragazzo che
si era alleato al Presidente...solo per brevi attimi aveva creduto
che lui fosse sinceramente innamorato di lei. Che non fosse come
tutti gli altri.
E invece l'aveva
ingannata. Si era preso gioco dei sentimenti di Misty.
Sentì un debole dolore
nel suo cuore.
-
È strano vederti con indosso dei semplici abiti.
Misty si voltò appena.
Ash si sedette accanto a lei.
-
Mi sento meglio con quello che indosso ora- disse lei indicando i pantaloncini corti e maglietta con cappuccio e senza maniche- I vestiti che indossavo a Cerulean City non erano fatti per combattere.
Lui la guardò per qualche
istante e sorrise. Non sapeva perché, ma in parte era felice
di
poterla vedere vestita così...così come Misty.
Anche lui aveva cambiato
d'abito, con tutto quel trambusto il suo completo era rimasto a
Cerulean City, e per non dover girare con un vestito da donna, si era
fatto comprare da Brock dei nuovi abiti. Ormai si fidava del gusto di
Brock e non faceva più obiezioni, inoltre non gli dispiaceva
il
completo di pantaloni azzurri, giacchetta blu notte con una striscia
gialla sul davanti, maglietta bianca e berretto rosso. Si trovava a
suo agio, così come Misty nei suoi nuovi abiti.
-
Sì, hai ragione- concordò- Però non mi sembri così sconvolta che il vestito si sia distrutto.
-
No, non lo so. Con tutte le cose che sono accadute, il vestito era l'ultimo dei miei pensieri- ammise lei- E forse questo mi dimostra che non sono portata per queste cose.
Ash la scrutò, lo sguardo
della ragazza si era oscurato. Come se una parte di lei si fosse
spenta in quei istanti.
Eppure, gli sembravano passati pochi minuti da quando i loro visi si erano avvicinati. Quando lui, avendola così vicino, aveva fissato con desiderio le sue labbra.
Eppure, gli sembravano passati pochi minuti da quando i loro visi si erano avvicinati. Quando lui, avendola così vicino, aveva fissato con desiderio le sue labbra.
Scosse la testa, per
allontanare quei ricordi e il rossore dalle guance.
-
Eh, chissà che in futuro tua sorella non ti prepari un altro vestito così...- cercò di sdrammatizzare.
-
Lo dubito- sospirò alzando lo sguardo- Sinceramente mi sorprendeva che qualcuno avesse scelto proprio me per un matrimonio. Una ragazza per niente femminile, che ha perso il suo rango di milady, che è stata bandita dalla città, che ha solo in mente la sconfitta del Signore del fuoco e che non si è fatta problemi a infrangere le leggi...sì, insomma, chi potrebbe mai volermi come sposa?- ridacchiò, poi aggiunse seria- Neanche io mi sceglierei. Non sono certo un tipo così docile e bella come le mie sorelle- guardò nuovamente il velo che stringeva tra le mani. Ultimo superstite di quella giornata così frenetica e che si era salvato dalla fuga.
Misty si alzò in piedi e
si avvicinò decisa al fuoco. Lei fissò il fuoco
emanare le sue
fiammelle, il cui colore intenso si rifletté nei suoi occhi
celesti.
Ricordava ancora la sua
figura da giovane sposa davanti allo specchio e ricordava anche la
sua immagine attuale da guerriera. Chi era la vera Misty? Cosa voleva
davvero?
Sentì nuovamente il
dolore al cuore, di quando aveva preso coscienza che Rudy l'aveva
illusa.
Non era dolore per essersi
innamorata, no, non sapeva neanche che sentimenti provava per quello
sconosciuto. Era dolore invece, nel constatare che lei non sarebbe
mai stata amata. Che al di là delle guerre, non ci sarebbe
stato
nessun pazzo da volerla davvero sposare.
E quel velo che stringeva
in mano, era solo il simbolo di ciò che non avrebbe mai
ottenuto. A
conclusione di ciò, che importanza avevano i suoi sentimenti
feriti?
Che importanza aveva ciò che l'altra Misty avrebbe voluto?
Lei non
era una ragazza qualsiasi, era una dominatrice dell'acqua, una
formidabile e pericolosa combattente. Il resto, che importava ormai?
-
No, è chiaro ormai che quello non è il mio destino- lasciò cadere il velo nel fuoco- Io non mi sposerò mai. Dedicherò la mia vita alla missione.
Un leggero venticello
scosse i suoi capelli ancora sciolti. Ash la osservò da
dietro la
schiena.
La ricordò con quel
vestito da sposa, vicino all'altare, nell'attimo che lui era piombato
nella sala principale. Il corpo di lei lei che si voltava di scatto,
i suoi occhi color celeste che si soffermavano negli occhi scuri del
ragazzo.
E in quell'attimo un pensiero si creò nella mente del ragazzo, un sentimento tornato a galla osservando il velo da sposa divorato dalle fiamme.
E in quell'attimo un pensiero si creò nella mente del ragazzo, un sentimento tornato a galla osservando il velo da sposa divorato dalle fiamme.
Un mezzo sorriso triste
attraversò le labbra di Ash. No, si sbagliava Misty, c'era
ancora
una persona che l'avrebbe voluta al suo fianco per sempre...solo che,
lei non lo avrebbe mai saputo.
Il rossore si appoderò del suo viso e il cuore riprese a battere forte.
Ringraziò il sole che stava calando e che la ragazza era di spalle, o non avrebbe saputo dare una spiegazione ai suoi stessi pensieri.
Proibito
Era l'unica cosa che lo riportava alla ragione. Ma era chiaro che non sarebbe bastato.
Poco distante Melody si era fermata ad osservarli, mentre aspettava il momento di poter parlare con Misty. Li guardò assorta, mentre Misty tornava a sedersi vicino ad Ash.
Il rossore si appoderò del suo viso e il cuore riprese a battere forte.
Ringraziò il sole che stava calando e che la ragazza era di spalle, o non avrebbe saputo dare una spiegazione ai suoi stessi pensieri.
Proibito
Era l'unica cosa che lo riportava alla ragione. Ma era chiaro che non sarebbe bastato.
Poco distante Melody si era fermata ad osservarli, mentre aspettava il momento di poter parlare con Misty. Li guardò assorta, mentre Misty tornava a sedersi vicino ad Ash.
Se prima non voleva
vedere, ora non poteva più negare ciò che era
evidente...i
sentimenti di quei due ragazzi. Quanto ci avrebbero impiegato a
renderebbe conto? Forse mai...
Proibito. Perché era tutto ciò che si poteva dire nel loro caso. Proibito.
Si voltò, non le pareva il caso di irrompere in quel momento. Più tardi avrebbe parlato con calma con Misty.
Proibito. Perché era tutto ciò che si poteva dire nel loro caso. Proibito.
Si voltò, non le pareva il caso di irrompere in quel momento. Più tardi avrebbe parlato con calma con Misty.
Si allontanò silenziosa.
-
E...Anabel?- chiese timidamente Misty.
-
Suppongo che abbia raggiunto il suo gruppo- disse lui alzando le spalle.
-
Oh- lei abbassò lo sguardo- Credevo che sarebbe rimasta...- lui la guardò perplesso- Voglio dire, non ero realmente arrabbiata con lei...- lei chinò la testa di lato imbarazzata- Non avevo motivo di prendermela con Anabel.
-
Eri arrabbiata con me, quindi- disse lui serio. Da quando avevano discusso, non avevano avuto modo di parlare dell'accaduto.
-
Oh no, Ash!- si voltò con tutto il suo corpo per averlo davanti a lei. Era triste, non voleva che Ash ci stesse male per le sue parole. Non voleva rovinare ulteriormente la loro amicizia- Ash, quello che ti ho detto...- scosse la testa- sono stata una sciocca, non volevo dirti quelle cose.
-
E cosa, allora?- la continuò a guardare, in attesa di un chiarimento che attendeva da tanto.
Lei sospirò e tornò a
guardare il fuoco.
-
Tu hai dimostrato di meritarti la mia fiducia. E mi sembra giusto darti una spiegazione- la sua mente frugò nei ricordi- Anni fa, quando il Paese del fuoco voleva attaccare la mia città, il Re era stato avvertito della minaccia. Sai, non è vero quel che si dice, che il Paese dell'acqua non accetta aiuti esterni. A quel tempo, il Re aveva chiamato i Frontier Brains, perché li aiutassero a contrastare l'avanzata del Signore del Fuoco. Ero piccola, ma ricordo bene la discussione che c'era stata con un rappresentante dei Frontier Brains. Si era rifiutato di rivelare le informazioni che avevano sul Signore del Fuoco e di intromettersi nelle guerre. Il Re era andato su tutte le furie, ma non c'era stato modo di convincerli- si strinse nelle ginocchia- Qualche giorno dopo Cerulean City fu attaccata e molte persone persero la vita per proteggere la città- il suo sguardo si fece cupo. Ash poteva vedere il suo odio farla fremere. Ora poteva capire il perché dei suoi discorsi con Anabel- Ma ho sbagliato- cercò di ricacciare indietro quell'odio- Anabel è giovane e quando abbiamo avuto bisogno di aiuto, lei è intervenuta. Non è come gli altri. E le parole che mi aveva rivolto, per quanto dure fossero, mi hanno aiutata ad aprire gli occhi. Ero confusa dall'odio che in questi anni ho accumulato. Non era odio per lei, non era odio per te, l'odio era rivolto a me- appoggiò il viso sulle ginocchia- Perché, come in passato mi sono sentita impotente durante gli attacchi dei dominatori del fuoco e ho perso persone a me care, quando è apparsa Anabel ho temuto di non essere più alla vostra altezza e di perdervi. Credo di essere stata un po' gelosa- ammise imbarazzata.
La Misty che conoscevo
io, difficilmente mostrava i suoi sentimenti. Mostrare la sua
vulnerabilità ad un dominatore del fuoco, vuol dire che tu
sei
importante per lei.
Ash la osservò in
silenzio. Poi abbozzò un sorriso.
Come vedi, Misty non ti odia e non
sei tu la causa della sua fuga. Al contrario, tu sei la persona che
più di noi, può arrivare a conoscere la vera
Misty.
Chissà, Brock non era
così in torto dopotutto. Misty si mostrava a lui in modo
diverso che
con i suoi amici. Chissà perché? Ma non poteva
negare che ciò gli
facesse piacere.
-
Sì, sei una sciocca- lei alzò la testa offesa- Non devi dimostrare niente. I tuoi amici non hanno bisogno di un condottiero perfetto e sicuro. Loro hanno bisogno di una persona che li conosca, che li appoggi e che sia presente nei momenti difficili. E tu, sei la persona più idonea. Dovresti avere più fiducia nelle tue qualità.
Misty sorrise. Era
confortante sapere che era ancora importante per il gruppo. E le
parole di Ash, la facevano sentire bene.
-
Credo che Anabel l'abbia capito prima di noi, che qualcosa ti tormentava. E non è arrabbiata con te. Anzi, pensa che tu sia brava come leader. Tutti lo sappiamo...- la guardò e ricordò quel momento, quando appena risvegliato in ospedale, l'aveva trovata addormentata accanto a lui- che qualsiasi cosa accada, tu ci sarai per noi- i due si guardarono per qualche istante, poi lui si costrinse ad abbassare lo sguardo- Ehm, poi c'è un'altra cosa...prima di separarci, Anabel mi ha confidato qualcosa da riferirti- disse timido.
-
Cosa?- chiese lei curiosa.
Lui si imbarazzò, mentre
tentava di avvicinarsi a Misty. Era ancora così vivo nei
suoi
ricordi l'immagine di loro due con i visi molto ravvicinati.
Le sue dita spostarono
qualche ciuffo davanti all'orecchio di lei e avvicinò le sue
labbra
tremolanti. Non capì perché il suo cuore aveva
ripreso a battere
forte, con solo l'essersi avvicinato a lei per sussurrarle.
E anche lei per qualche
istante provò lo stesso disagio, da quel gesto inaspettato
del
ragazzo. Anche se non c'era niente di strano in quello che faceva.
Poi stesse in silenzio ad
ascoltarlo, finché non terminò e si
allontanò dal suo orecchio.
Lei lo guardò confusa e incerta.
-
Ti ha detto questo?- Ash annuì- Sicuro di esserti ricordato le esatte parole?- chiese dubbiosa.
-
Certo che sì- disse lui offeso- Non ho capito cosa volesse intendere e non mi ha dato spiegazioni. Credevo che tu avresti capito.
-
Uhm...- alzò lo sguardo- Forse c'è un significato nascosto...però per ora non mi viene in mente niente- poi sospirò- E chissà quando la rivedremo.
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈
-
George, George...che fai lì?- fece una voce lontana. Il piccolo si guardò intorno smarrito dalle possenti statue e i maestosi corridoi, finché individuò la figura del padre e si aggrappò subito alla sua gamba- Stammi vicino, o finirai per perderti. E ricordati cosa ci siamo detti a casa.
-
Sì- annuì- Buone maniere, non fare chiasso, né lamentarmi. Parlare solo se interpellato- ripeté a memoria.
-
Bene- si avviarono. Lui, un uomo forte e deciso, con indosso la sua divisa da guardia reale e l'altro, un bambino magrolino e timido, tirato a lucido da sua madre- Sai, sono certo che ti troverai bene. E' una fortuna che il nostro Sovrano abbia una figlia della tua stessa età e che mi abbia chiesto un amichetto per farle compagnia. Vedrai, ti troverai benissimo con lei. E' dolcissima, molto graziosa e ben educata.
Il bambino
annuì, anche se non aveva la minima idea di chi si sarebbe
trovato
davanti. In genere lui aveva un carattere mite, che andava d'accordo
con tutti i bambini, ma se invece con questa lady non sarebbe andato
d'accordo? Alcuni dei bambini del suo quartiere dicevano che chi
viveva al Palazzo era viziato, arrogante e presuntuoso. Ma suo padre
invece gli raccontava il contrario e pareva che ci tenesse tanto che
lui andasse d'accordo con lei. E lui, non voleva deludere suo padre,
ero il suo modello da imitare.
L'uomo si
fermò di colpo e il bambino andò a sbattere
dietro di lui.
Massaggiandosi il naso, vide l'enorme porta che si apriva e conduceva
alla Sala principale.
Lì delle
persone stavano attendendo. Suo padre fece qualche passo avanti e poi
si chinò rispettosamente davanti ad un uomo, la cui figura
era
sicuramente di un persona decisa e potente.
Il suo
sguardo passò poi alla donna accanto a lui e a tre bambine
molto
carine. Una di loro era la bambina con cui doveva fare amicizia?
Parevano alquanto altezzose. E la loro madre, era bella come gli
avevano raccontato.
La Regina lo
guardò dolcemente e chinandosi leggermente gli
parlò come se avesse
davanti un suo bambino, come se tra loro non ci fossero diversi
ranghi.
-
Sei George, vero? Sei tutto tuo padre, sai?- il bambino sorrise compiaciuto del complimento- Aspetta, ti presento una persona...- si guardò intorno- Ma dov'è andata vostra sorella?- le tre bambine fecero spallucce.
-
Sono qui mamma!- disse una vocina dietro la donna. Era di una bambina che correva dalla donna.
-
Oh, ma i tuoi capelli...- fece la madre sorpresa.
-
Ti sembra il modo di presentarti?- fece il Re contrariato alla vista di una bambina, che forse minuti prima era tutta vestita per benino e che ora aveva il vestitino stropicciato.
-
Ma papà, mi hai sempre detto che non è buona educazione presentarsi senza un regalo- fece la bambina perplessa.
-
Se è per questo, ti ho anche detto che non è questo il modo di conciarsi- rispose lui ironico.
-
Sei andata a cercare un regalo?- chiese la madre sorpresa.
-
Quasi...- la bimba si avvicinò a George.
Lui la
osservò per bene, ora che le era vicina. Non esagerava il
padre, con
la bellezza della bambina. In un primo momento era convinto che fosse
un piccolo angelo.
Si sentì
leggermente in imbarazzo, non solo dai suoi occhi celesti e il colore
arancio dei capelli, ma dalla differenza di rango tra i due. Lei era
una piccola lady e lui un semplice figlio di un soldato. Doveva
chinarsi? Doveva dire qualcosa o attendere?
Lei estrasse
una sciarpa azzurra e gliela porse.
-
La mamma ha detto che i nostri soldati non soffrono il freddo, se indossano qualcosa che provenga da Petalo city. A me hanno regalato questa sciarpa...ma penso che ti sarà più utile a te- e sorrise dolcemente.
-
G-grazie...- fece lui timido e sorpreso dal regalo.
Diede un
occhiata al padre, che gli fece un cenno compiaciuto. Poi si mise al
collo la sciarpa che era decisamente grande per lui, ma che era di un
soffice incredibile. Non sbagliavano a dire che a Petalo City erano
dei maestri a tessere tessuti.
La bambina
lo guardò contenta, poi tentando di imitare un inchino come
ci si
aspettava da una lady, gli sorrise divertita. La madre era
compiaciuta e il Re si lasciò scappare un sospiro di
disperazione,
seguito da un sorriso.
-
Piacere di conoscerti, mi chiamo Misty Waterflower.
La dolcezza
di quel sorriso così amichevole, del saluto così
informale e della
sciarpa che indossava...lei era diversa da come quei bambini la
dipingevano.
Suo padre
gli aveva raccontato che si diventava soldati, non solo per il
prestigio e il buon nome della città, ma per il desiderio di
proteggere le persone che si amano.
E George
capì in quell'istante, che il suo desiderio era proteggerla
per
tutta la sua vita. Proteggere quel piccolo angelo così
fragile, da
un mondo che avrebbe potuto farle del male.
A qualsiasi
costo.
-
Sei tornato.
Lui si voltò
lentamente. Una donna dai lunghi capelli rossi era appoggiata allo
stipite della porta con le braccia incrociate, e lo guardava
divertita.
-
Ti sei divertito?- lui non rispose e si limitò a sistemarsi i guanti bianchi- Oh, andiamo. Non può essere andata così male- scherzò lei, mentre si sedeva accanto a lui sul letto, incrociando le gambe in modo sensuale com'era solita fare- Non hai idea di quanto mi sei mancato...- disse lei, sfiorando la cicatrice di un taglio sulla guancia- Sono pochi i soldati coraggiosi e valorosi come te- lo stuzzicò come al solito. Lui però cacciò via la mano della giovane donna.
Lei strabuzzò
gli occhi, il ragazzo non si era scomposto anche se era accanto a
lei. E dire che la prima volta che si era unito al Team, era
così
timido con Shelly. E a lei divertiva molto mettere a disagio i
ragazzini ingenui, sfruttando la sua bellezza. Quanti aveva adescato
nella sua rete con la stessa tecnica? Ma lui...per quanto ormai fosse
un suo burattino, i suoi occhi freddi erano come persi in altri
pensieri, pensieri che non avrebbe mai condiviso con lei o altri.
La donna era
però troppo orgogliosa della sua posizione e non avrebbe
ceduto a
quel misto di invidia che provava. Quindi, si rimise seduta composta
sul letto, come se niente fosse.
-
Fammi indovinare...hai aperto il vaso di Pandora e sei venuto a conoscenza di verità che non volevi scoprire?- disse Shelly con un tono di burla- O forse ti sei reso conto, che il mondo che tanto vuole salvare la tua amichetta, non è degno del tuo sacrificio?
-
Una volta mi hai detto che non ci si può fidare di ciò che viene tramandato dal passato...- disse d'improvviso il ragazzo, senza guardarla- Che le leggende servono solo a nascondere gli errori dei nostri precedessori.
-
Solo gli ingenui prendono per oro colato le imprese dei grandi eroi del passato- disse lei, spostandosi i capelli- Chi non è in grado di mettere in discussione ogni cosa, non potrà mai vedere la verità dietro la bugia. Solo i deboli si rifiutano di vedere, ma questo non è il tuo caso. Tu non hai avuto difficoltà ad andare contro ciò in cui credevi.
-
Già...- guardò assorto il soffitto- Anche tu non ti sei fatta scrupoli ad andare contro i tuoi insegnamenti.
Lei storse il
naso irritata, ma lo mascherò con un sorriso.
-
Certo. Non sarei qui a comandare il Team Aqua, se mi fossi limitata solo ad ubbidire.
-
Ma a che prezzo?- si alzò in piedi- E' davvero questa l'unica alternativa?
Lei lo fissò
in silenzio. Poi chinò la testa divertita.
-
Qualche ripensamento, George? Ti ricordo che è grazie a me che sei ancora qui e che hai la forza che tanto cercavi- lui non rispose, ma si limitò a osservarsi le due mani rivestite di guanti bianchi. Shelly lo guardò seria. Si alzò in piedi e lo fissò negli occhi- Dov'è?
-
Non so di cosa parli- fece lui impassibile.
-
Non pensare di giocare con me, ragazzino. Perderesti- incrociò le braccia- Lo so dove sei stato, credi che ti avrei permesso di allontanarti così, senza che il Capo si insospettisse? Avanti, dov'è?- lui continuò a non rispondere- D'accordo. Non insisto, ma ricordati che io ottengo sempre quello che voglio- si voltò- Attento a come decidi di muoverti, George...basta un passo falso e potresti cadere molto in basso- si allontanò con aria soddisfatta e lo lasciò da solo.
Lui si sdraiò
sul letto, con la faccia rivolta al soffitto. Poi da sotto il
materasso, estrasse un libro che dalla rilegatura pareva antico, ma
tenuto in buon stato. Lo fissò, assorto nei suoi pensieri.
A qualsiasi
costo.
≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈
Vedeva...vedeva...tutto
oscuro, però sentiva un brusio lontano...delle parole,
qualcuno
stava parlando? No, sembravano delle invocazioni, qualcuno stava
chiedendo aiuto?
Avanzò qualche passo e
vide finalmente qualcosa, un luccichio. Allungò le mani e
poté
sentire qualcosa di duro...Era un cancello fatto d'oro, decorato con
raffigurazioni di battaglie. Poteva vedere attraverso le sbarre, in
lontananza un monte e una persona in cima. Non vedeva il suo volto,
era troppo lontano ed era ancora così scuro.
E qualcosa finalmente
si mosse, delle figure tutte di spalla marciavano verso il monte.
Sulle loro spalle, l'ormai famoso quanto odiato simbolo del fuoco.
Poi il gruppo di
persone si fermò e si chinò verso il monte. Una
di esse si alzò.
Vide chiaramente la
figura di spalle con i capelli color corvino scompigliati dal vento.
Voleva gridare,
chiamarlo, ma sentiva che non poteva, non doveva farsi sentire,
né
vedere...quelle sbarre non l'avrebbero salvata dalla minaccia.
Doveva solo
assistere...era questa la sua missione...
-
Penso che non ci sia niente di meglio, che un ottima colazione, per iniziare la giornata- disse Ash tutto sorridente.
-
Niente da fare Ash- fece Brock indaffarato a cucinare e ignorandolo- Non ti darò più del solito bis che do a tutti. E poi anche May protesterebbe per avere il tuo stesso trattamento. Finiremmo per non avere più cibo nel giro di un giorno.
Il sorriso di Ash svanì e
sospirò.
-
Be', io ci ho provato.
-
Piuttosto, c'è da andare a prendere altra acqua...vai tu con Misty?
-
Certo. Se poi tu mi passi di nascosto un altro piatto...- fece Ash con un sorrisino.
-
Ho detto di no- fece deciso Brock.
-
Sei diventato più tirchio, sai?- borbottò Ash mentre si alzava in piedi.
-
No, aspetta. Vado io- Melody piantò in aria i vestiti appena asciugati e li lasciò cadere su Ash, che si vide sommergere dagli abiti- Finisci tu di piegarli.
-
Ma...ehi! Un attimo!- si lamentò Ash- Non so neanche come si piega!- ma lei se n'era già andata con Misty- Ma che le prende?
Mentre gli altri erano
presi a sistemare le cose, le due ragazze avanzarono perlustrando la
zona. Benché lontani da Cerulean City, dovevano sempre stare
attenti
a qualsiasi nemico.
-
Spero che Ash non finisca con il bruciare i nostri abiti- disse Misty. Non era difficile intuire che Ash non sapeva niente di faccende domestiche.
-
Misty- la chiamò Melody.
-
Dimmi- lei intanto era concentrata a guardarsi intorno - Oh, siamo fortunati, un fiume. Prendiamone un po'...- Melody la trattenne per il braccio e Misty guardandola intuì che non si era offerta volontaria per un improvvisa voglia di lavorare, bensì che era per qualcosa d'importante- ti ascolto.
-
Sediamoci prima.
Dopo essersi accomodate,
Melody iniziò a raccontare la sua visione di quando aveva
toccato
Gary.
Misty si sentì stringere il cuore, quando vide nei occhi della castana la sua sofferenza. Ma lei era decisa a terminare il racconto, un racconto che aveva tenuto nascosto finora anche agli altri, e che Misty era disposta ad accogliere ogni minima parola.
E quando terminò, Misty rimase senza parole. Un brivido la percosse nuovamente, anzi il terrore. Aveva capito il perché per Melody era così importante che lei ne fosse a conoscenza, nonostante la ferita interna non si fosse rimarginata. E ora gli occhi castani di Melody la scrutavano con insistenza, come attendendo qualche segnale da Misty.
Misty si sentì stringere il cuore, quando vide nei occhi della castana la sua sofferenza. Ma lei era decisa a terminare il racconto, un racconto che aveva tenuto nascosto finora anche agli altri, e che Misty era disposta ad accogliere ogni minima parola.
E quando terminò, Misty rimase senza parole. Un brivido la percosse nuovamente, anzi il terrore. Aveva capito il perché per Melody era così importante che lei ne fosse a conoscenza, nonostante la ferita interna non si fosse rimarginata. E ora gli occhi castani di Melody la scrutavano con insistenza, come attendendo qualche segnale da Misty.
La mente di Misty elaborò
così velocemente tutto ciò, che la risposta le
arrivò alla bocca
con tale semplicità da farla rabbrividire.
-
...il Paese del fuoco...sta preparandosi per la conquista del mondo.
4 commenti:
Lo ammetto... sono venuta sul sito senza una reale speranza di trovare qualcosa di nuovo... e invece trovo il nuovo capitolo di BBI?!?!? O__O non ci ho creduto finché non ho finito di leggerlo, ahahah ^__^
Che sorpresona, Ya_Chan, grazieeeeee!!!
Niente da dire, bello e piacevolissimo da leggere come al solito. Melody che rimane in disparte? Naaah, ahahahah, le botte che ha preso durante l'ultima battaglia le hanno lasciato menomazioni mentali! XDDDD
Quando nella tua introduzione ho letto Team Magna... inutile dire che ho continuato a ridere come un'oca per mezz'ora! Non me n'ero accorta, GIURO!!! AAHAHAHAHHA
Il capitolo 42 l'hai scritto? Quando lo pubblicherai? Pensi di farcela per la prossima settimana? O è difficile?
E poi.... cos'è che Anabel ha detto ad Ash?? Bah... stavolta non ce la faccio a capirlo.
Inoltre, la visione che si legge all'inizio dell'ultimo paragrafo è quella che ha avuto Melody che poi va a riferire a Misty, giusto?
Il moro di spalle che ha visto è Ash? Lo ammetto, l'ultima parte non l'ho capita molto, ma forse sono io che sono impedita... U.U
Mi fai una mini anticipazione???? ^^
BACIONI
Riri
P.s. Ormai hai finito i vestiti da dare a Misty, ehehehe... ^^'
Quoto con Riri: ero venuta qui pensando "probabilmente troverò un disegno di Ya-chan o qualcosa del genere..." E invece trovo il cap. 41 di BBI! *0*
LA MIA INVOCAZIONE HA FUNZIONATO!!!!!! ^0^
Team Magna? XD Ma sai che non l'avevo proprio notato!? Ya-chan, tu puoi fare tutti gli errori grammaticali che vuoi, BBI è così accattivante che nessuno se ne accorge!!
Bene, tentiamo di recensire il capitolo.
Daisy. Sto amando Daisy più di quanto già non faccia *___* (anche se è lei la causa della separazione fra Ash e Misty nell'anime, l'ho sempre adorata, perché è un mito XDD) E sai una cosa? Non è nemmeno OOC. Già, perché in fondo Daisy ce la vedo a proteggere Misty. Anche se nell'anime preferisce metterle il costume da sirena e buttarla nella vasca a fare gli spettacoli XDDDD
Misty: Trauma infantile -.-
George. Giuro, il paragrafo dedicato a George mi ha sorpresa. Fino ad ora pensavo che fosse solo cattivo, ma invece... Ho come l'impressione che fra poco tornerà. Sì. Penso che tornerà dalla parte dei buoni. Anche se è chiaro che è cotto di Misty >.> Quindi meglio che Ash si sbrighi!!! >.<
Ah, fra parentesi: ADORO I FLASHBACK!!! *0*
E poi... COSA CAVOLO HA DETTO ANABEL AD ASH!???? ò.ò Giuro che mi sto stressando. DEVO SAPERLO!!!!!!!!!! >o< Posso implodere se non me lo dici!!! >.<
Melody, come sempre, ha capito tutto ù___ù Anche se mi aspettavo che passasse innocentemente davanti ai due tirando fuori una battuta pungente XDDD
E soprattutto... Wow. Allora il Paese del Fuoco fa sul serio. Queste teste calde hanno bisogno di una rinfrescata ù___ù
Ser: Hahahahahahahah XDDDDD
Gary: -.-
Misty: -.-
Ya-chan: -.-
Riri: -.-
Ash: *mangia panino*
Ser: ç___ç
Ok, e detto questo... ANTICIPAZIONE TIME!!!! ^0^ Ti prego, dimmi qualcosa O.O
E... Un bacio, complimenti e... TI PREGO NON METTERCI MESI E MESI PER PUBBLICARE I CAPITOLI!!!! O0O Io posso morire davvero!!!!! çOç
Bacione!
Ser <3
Stavo per rispondere ieri, ma il pc mi si è spento, cancellando tutto XP Stupida batteria!!
Ma tornando alle domande...
Melody...be', diciamo che non se la passa bene dopo quanto è successo, ma è logico. E lo si noterà di più nel prossimo capitolo.
La parte dove si accenna ad un sogno, in realtà non ho specificato chi avesse fatto quel sogno, né il suo significato. Anche perché, non l'ho specificato, ma la visione che Melody racconta a Misty, non si riferisce a quello. Ma anche questo si vedrà nel prossimo capitolo. Non ho voluto inserirlo subito, perché preferivo affrontarlo con calma.
In quanto alla frase di Anabel, anche questo ho preferito tacere, perché se lo rivelassi subito, rovinerei un'altra sorpresa.
Il vestito che indossa Misty per ultimo è quello apparso nelle puntate special di pokèmon XD E non è l'ultimo, anche perché c'è ancora un altro completo da farle indossare più avanti.
Per le anticipazioni...ouhm, sinceramente non so cosa dire, senza rovinare il prossimo capitolo. E' chiaro che di fronte ad una affermazione del genere, il gruppo reagirà in maniera diversa. Però non è su quello che si incentrerà il prossimo capitolo, perché è come se si chiudesse lì quell'arco di storia, per poi riprenderne un altro. Infatti il Team arriverà finalmente sui territori del paese del fuoco e faranno la conoscenza di un nuovo personaggio e di alcune vecchie conoscenze.
La guerra è vicina...taa-daan! (ecco, qui immaginati una musica di suspence XD)
Alla prossima!
Daisy inizialmente non doveva comparire più di tanto, in quanto non dominatrice, però man mano che scrivevo, mi sembrava giusto inserire qualcosa in merito. Perché è attraverso di lei che si potrà conoscere parte del passato di Misty.
Nella realtà non so se mi piace o meno Daisy, anche perché si sa poco della famiglia di Misty (domanda da 100 stramilioni...ma i loro genitori di che colore avevano i capelli? Il padre era come Mirko di Kiss me Licia?? No, mi viene questo dubbio, visto che tutte e quattro hanno diverso tipo di colore XP Ammettetelo che sono tutte adottate!). E nelle fan-ficion di solito le sorelle hanno un ruolo molto premuroso nei confronti di Misty. Quindi ho seguito quella linea.
I flash-back sono la mia salvezza da quando li ho scoperti XDD Mi permettono di inserire delle scene nella fic, senza dover scrivere tutto quanto l'episodio, ihih XD
La frase di Anabel, come ho già detto a Riri, verrà svelata più tardi. Non posso fare altrimenti, o si capisce tutta la fic XP
George...be', come avevo accennato tempo fa, è un personaggio che verrà rivalutato solo più avanti. Quindi non posso ancora dirti se farà parte dei buoni o cattivi. Ma posso dirti che fra due capitoli circa si potrà capire meglio il personaggio, credo XD Comunque, il suo ruolo è molto importante nella storia e non solo perché come già intuito ci sarà il classico triangolo XD Anche se, Ash, per quanto cerchi di renderlo consapevole dei suoi sentimenti, allo stesso tempo cerco di dargli un freno, perché se diventasse un tipo sveglio con i sentimenti, non sarebbe più Ash XDD E per complicare la situazione, ho reso impossibile una loro possibile relazione futura...ehm, ma si capirà più avanti.
Il capitolo 42 non è ancora pronto del tutto, ma prima di tutto preferisco andare avanti a scrivere anche gli altri capitoli, per non ritrovarmi senza materiale. Come già anticipato all'inizio della fic, il prossimo capitolo, verrà pubblicato il prossimo mese circa (anche prima, se ho un po' di tempo). Nel frattempo, vedrò cosa pubblicare...
Alla prossima!
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