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22 febbraio 2009

Fic: Cap. 3

Lo so, avevo detto che avrei terminato velocemente questa fic e in effetti era così...fino a che il destino ha deciso che non doveva essere così, o più precisamente un certo virus che è entrato nel mio pc. Per farla in breve, dal terzo capitolo in poi ho avuto un po' di problemi nel tenere le pagine word aperte, perchè mi dava continuamente problemi e spariva non appena tentavo di scrivere una riga. Ho tentato in più modi di aggirare il problema, ma caso vuole che sia stato inutile. Comunque quel virus sembra aver preso di mira solo questa fic, gli altri sono sanissimi.
Ma va be', passiamo al sospirato capitolo che mi ha fatto patire l'inferno. Spero almeno che ne sia valsa la pena.
Altra cosa, le frasi in corsivo centrate, è il testo di una canzone: Triangular di Sakamoto Maaya. Il testo naturalmente è stato tradotto da me e riadattato in modo che scorresse meglio.


(Un giorno te lo dirò)

Cap. 3


“Suki na hito ni wa suki tte tsutaeru n da”

- Misty, Misty…dov’è finita la mia cravatta?- disse la voce di un uomo agitato.
- E lì sul comodino- disse una ragazza, come se fosse ormai una cosa abituale.
- Ah, già. Grazie- disse lui contento, mentre se lo infilava al collo- Cosa farei senza di te?
- Già, mi domando come hai fatto tutti gli altri anni- disse la ragazza, mentre sistemava la sua borsa.
- Eh, eh- ridacchiò lui imbarazzato, mentre usciva dalla stanza- Ti do uno strappo alla scuola? Passo di lì.
- No, ti ringrazio papà. Preferisco farmela a piedi- disse la ragazza sorridendo e infilandosi le scarpe ai piedi- E’ una così bella giornata.
- Capisco- entrambi uscirono di casa- Allora ci vediamo stasera.
- Oggi non verrà Camilla, quindi ci penserò io al cibo di stasera- disse la ragazza.
- Eh, non sarebbe meglio approfittarne per andare a mangiare una pizza insieme?
- Papà!
- Scusa, scusa, era solo un idea. A stasera tesoro- salutò e salì in macchina.
La ragazza s’incamminò per la stradina. I suoi lunghi capelli color arancio, sventolarono al vento e sembravano diventare di un rosso fuoco alla luce del sole.
Cristal City era davvero grande, più grande della sua Cerulean City, e dopo tanto tempo sembrava che non l’avesse ancora visitata bene. Però era stata così presa dallo studio, che aveva trascurato molte cose. Perciò, poter camminare spensieratamente in quella bella giornata di sole, la metteva di buon umore. Di ottimo umore.
Avvistò il parco dove solitamente si soffermava a studiare o anche solo sdraiarsi sull’erba in vena di ricordi, e decise di prendere una deviazione verso il parco.
Camminò allegra e si soffermò a guardare i bambini che si rincorrevano all’interno del parco.
Quanto tempo era passato? Non lo sapeva dire…Appena arrivata aveva preso l’abitudine di segnare ogni giorno che passava lontano da Cerulean City. Ma i nuovi impegni la fecero presto dimenticare questa abitudine. E così, i giorni trascorrevano, a sua insaputa.
Si affacciò ad un piccolo ponte e si guardò sul riflesso del laghetto. Chissà se era cambiata da quando era arrivata lì. Ogni tanto se lo chiedeva per curiosità. Ma non sapeva darsi una risposta.
Dal giorno che aveva ricevuto la lettera del padre, dopo anni che vivevano lontani, e che gli chiedeva di venire a stare da lui per frequentare un corso per capopalestra, la sua vita aveva fatto un vero giro. Ma si poteva dire felice?
Quel sorriso che si allargava sul suo viso sembrava dire di sì, ma perché allora il suo riflesso dava un’altra impressione? Come se…se ancora le mancasse qualcosa…
- Ah, la scuola, la scuola!- esclamò all’improvviso, risvegliandosi dai suoi pensieri- Farò tardi!- corse più veloce che poteva e per un attimo ebbe una strana sensazione, sorpassando un gruppetto di persone che camminavano in senso contrario al suo. Ma non vedendo niente di strano, continuò la sua corsa.

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- Dunque, aggiungere un po’ di sale e un po’ di questo condimento- disse assorta a leggere un libricino di cucina- Ah, mi si è rovesciato tutto!- guardò spaventata il cibo ribollire nella pentola- Niente paura, niente paura. Posso sempre rimediare!- prese un altro ingrediente- Ecco, un pizzico di questo…- guardò il barattolo- No, ho sbagliato a leggere l’etichetta!- guardò inorridita la pentola- Mi manca Camilla…- disse lei demoralizzata.
Non era stata una buona idea offrirsi di preparare la cena. Voleva ricompensare suo padre per averla ospitata lì e per una volta voleva dimostrare di riuscire a fare qualcosa di commestibile. Ma per il momento sapeva solo far friggere le uova, sai che gran trionfo…
Sentì in quel momento la porta aprirsi. Si tolse il grembiule e si avviò verso l’ingresso.
- Papà, forse l’idea di mangiare…- le parole le morirono in bocca, guardando il padre e un ragazzo sconosciuto accanto a lui- Ma chi…?
- Ah, Misty!- disse allegro l’uomo- Non sai che mi è successo- sorrise divertito- Stavo tornando dal lavoro e incontro per caso questo ragazzo, che vagava per le vie della città. Quando gli ho chiesto dove fosse diretto, mi ha mostrato l’indirizzo di casa nostra.
Il ragazzo che forse avrebbe avuto la sua stessa età, rimase in silenzio, con il berretto che gli copriva in parte il volto.
- Eh?- lei lo guardò confusa- Lo conosci?
- Come? Pensavo che lo conoscessi tu…lui mi ha nominato il tuo nome.
- Che?- lo guardò per la seconda volta, ma più attentamente.
Il ragazzo si tolse il cappello in quel momento, rivelando lucenti capelli color corvino e un sorriso si dipinse sul suo viso, mentre degli occhi color nocciola, così famigliari a lei, la stavano fissando.
Il cuore della ragazza per un istante parve che si fosse fermato.
- …Ciao Misty- disse la voce, leggermente più profonda da quella che ricordava lei.
- Cheee??- esclamò lei indietreggiando- Ash! Che ci fai qui!
- Allora vi conoscete- disse il padre sollevato- Sai, per un attimo avevo temuto di aver portato in casa un malintenzionato- poi visto che nessuno dei due parve dire una sola parola- Ah, ma stavi cucinando. Cosa ha preparato di buono la mia cara figlioletta?
- Eh- Misty guardò il padre, distogliendo lo sguardo dal ragazzo, che continuava a fissarla.
- Oh, ma sembra stufato…- l’uomo si avviò in cucina e guardò la pentola- Non ha un aspetto gradevole, ma l’apparenza non è tutto, giusto? E poi, se è stato preparato con le tue mani, ci sarà tutto il tuo amore…- prese un cucchiaio per assaggiarlo.
- No, aspetta…- fece per fermarlo, ma lui già aveva messo in bocca il cucchiaio- P-papà?- chiese lei preoccupata, non sentendolo fiatare- Papà?- ripeté.
L’uomo divento viola, poi blu, poi cadde a terra come un macigno.
- Papà!- disse Misty spaventata.
Cinque minuti dopo, l’uomo era sdraiato sul divano, con accanto la figlia e il ragazzo che lo osservava in piedi.
- Papà, come ti senti?- chiese lei.
- Cara…non preoccuparti. Sono solo svenuto, perché sono stato travolto dai tuoi sentimenti.
- Papà, non c’è bisogno che ti sforzi. Lo so che era disgustosa- disse lei con un sorriso- E’ quello che stavo cercando di dirti, prima che ti precipitassi in cucina.
- Oh, be’ in questo caso…- disse lui sollevato- Solo per curiosità…che ingredienti hai messo?
- Quelli del libro- disse lei offesa, poi aggiunse un po’ imbarazzata- …e altri ingredienti per sbaglio.
Misty si zittì, sentendo qualcuno ridacchiare. Guardò davanti a loro e vide Ash spanciarsi dalle risate.
- Ehi!- disse lei offesa.
- Scusa, scusa…è che non sei cambiata in fatto di cucina.
Misty rivolse uno sguardo imbronciato al ragazzo, ma non disse altro. Il padre si mise seduto.
- Forse non è tardi per prenotare quella pizza- fece Misty in tono di scusa.
- Ottimo- disse lui sollevato, ma poi cercò di avere un tono più moderato- Ho comunque apprezzato il tuo delizioso cibo.
- Grazie- disse lei sorridendo, anche se sapeva che era una bugia, le faceva piacere.
- Ah, sei naturalmente invitato anche tu, Ash- disse l’uomo.
- La ringrazio- disse lui gentilmente. Misty lo osservò, come se avesse davanti un'altra persona.
Quando finalmente arrivarono le pizze, si sedettero a tavola. La casa non era molto grande, ma abbastanza accogliente per ospitare più di una persona.
- Allora, da quanto vi conoscete?- chiese l’uomo per rompere il silenzio. Al momento nessuno dei due parlò- Dai, non mi direte che non lo ricordate?
- …qualche anno- disse vaga Misty.
- Ah sì? E anche tu abiti a Cerulean City?- chiese ad Ash. Lui scosse la testa.
- No. A Pallet Town.
- Pallet Town? E come vi siete conosciuti?
Tornò il silenzio. Poi Ash parlò.
- Per un strano caso del destino- disse lui, continuando a comportarsi normalmente- Misty mi ha salvato la vita, pescandomi dal fiume- l’uomo lo guardò perplesso.
- Già, e lui mi ha ringraziato distruggendomi la bici- continuò Misty, anche lei parlando tranquillamente, come se fosse un discorso privo di importanza.
- Ah sì?- l’uomo li guardò incuriosito- Ti riferisci alla bici arancione che ti avevo regalato?
- Esattamente- disse lei- Per fortuna che l’infermiera Joy l’ha sistemata.
- Sì, ma non prima di avermi perseguitato per tutto il continente, per ripagarti la bici.
- Che alla fine non hai comunque pagato.
I due si parlavano, senza guardarsi in faccia e mangiando tranquillamente, mentre l’uomo scrutava i due incuriosito.
- Stavi viaggiando?- chiese l’uomo- Per diventare allenatore?
- Sì- annuì il ragazzo.
- Ma spiegami, se sei di Pallet Town, cosa ti ha spinto a venire fin qui? Nuovi Pokèmon da scoprire e catturare?
Ecco che finalmente si era arrivati alla domanda cruciale. Ash si fermò, come raccogliendo le idee nella sua testa. Misty alzò lo sguardo e lo guardò con interesse. Era anche lei curiosa di saperne il motivo. Anche se non ci voleva molto per capire…cos’altro poteva aspirare un allenatore, se non nuovi Pokèmon da conoscere?
- …sono venuto qui, alla ricerca di risposte- disse semplicemente lui. Misty e il padre lo guardarono senza capire.
- Risposte? Stai facendo delle ricerche?- chiese l’uomo.
- Più o meno- rispose vago e lanciò un occhiata alla ragazza.
L’uomo guardò la sua pizza, poi si rivolse alla figlia.
- Allora, com’è andata oggi?- chiese cambiando tema.
- Eh?- lei era stata presa alla sprovvista. Era intenta a decifrare la frase di Ash- Bene, bene- annuì lei.
- Ottimo. Di questo passo terminerai anche la specializzazione.
- Sì…
- Immagino che Ash sappia che stai studiando per diventare un ottima capopalestra- disse l’uomo guardando Misty e poi Ash- Non che lo fosse già. Ha preso molto da sua madre. Lei adorava i pokèmon d’acqua, sai? Ed era molto bella, come la mia piccola- sorrise, molto orgoglioso- Non lo credi anche tu, Ash?
- Papà, per favore…- disse Misty molto a disagio, mentre Ash alzò lo sguardo dal piatto e la guardò per qualche istante. I suoi occhi castani la scrutarono di nuovo con interesse. Lei si sentì arrossire le guance.
- Perché? Dico solo la verità- disse ingenuamente il padre. Misty si accorse del sorriso di Ash, prima di tornare alla sua pizza- Oh, ma guardate che ora si è fatta- disse lui guardando l’orologio appeso al muro- Visto che sei qui, che ne dici di fermarti a dormire da noi?
- Eh…ecco io…
- Sarai stanco dopo tutto quel girovagare. Sembrava quasi che girassi la città da un giorno intero- scherzò- Potrai fermarti qui, finché non deciderai cosa fare.
- Però non so se…
- Tranquillo- disse lui alzandosi in piedi- Sono i benvenuti, gli amici di Misty.
Lui si allontanò e nella cucina regnò il silenzio.
- …Ricerche? Gary ti ha mandato qui per conto suo?- disse la ragazza, rompendo il silenzio.
- Forse…o forse no- disse lui ancora vago.
- Che intendi dire?- disse lei un po’ irritata da quel suo modo di rispondere, così diverso dall’Ash che conosceva- E’ Gary o altro?
- Chissà…è così importante per te saperlo?- la guardò, ancora con quel suo sguardo enigmatico.
Misty avrebbe risposto d’impulso “sì”, ma si trattenne. Non era affare suo. Non più.
- Fa come vuoi- lei si alzò in piedi- Vieni, ti mostro la stanza.
Lo condusse ad una stanzetta, solitamente usata per gli ospiti. Poi si voltò per andarsene.
- Misty…
Lei si fermò, voltandosi leggermente.
- Sì? Hai bisogno di qualcosa?
- No…- scosse la testa con un sorriso- Buonanotte- ed entrò in stanza.
Misty guardò incredule il ragazzo. Non capiva che cosa gli frullasse nella testa. Ma non avrebbe permesso ai suoi sentimenti sepolti, di riemergere così facilmente. Non dopo aver sofferto così tanto per chiuderli in un angolino. Non voleva cascarci nuovamente.
Anche se l’Ash che si era presentato a casa, era un ragazzo decisamente cambiato. In sostanza era sempre lui, ma i suoi modi di fare, il suo corpo più alto e formato, la sua voce un po’ più adulta, il modo in cui la guardava…erano così diversi dal solito Ash.
E’ naturale, pensò lei, era semplicemente cresciuto. Non poteva certo essere identico, dopo tanto tempo.
Ma c’era qualcosa che la incuriosiva. Perché era lì?

*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*

- Papà…papà, è ora di svegliarsi- disse Misty, bussando alla porta della stanza.
- Mhh…- mormorò lui- E’ già ora?
- Sì. Oggi hai quella riunione con lo staff…Muoviti o farai tardi.
- Mi alzo…
Misty si voltò per dirigersi verso le scale e si incrociò con un ragazzo. Per un momento si era dimenticata che ci fosse anche lui in casa. Dopo un momento di incredulità, fissando il ragazzo, tornò normale.
- Ciao…- salutò lui.
- Ciao- disse lei, scendendo le scale e non guardandolo- Dormito bene?
- Sì…bene. Sicuramente meglio dei sedili dell’aereo- ridacchiò lui.
- Mh, ho preparato la colazione- si diressero in cucina senza dire altro. Pochi minuti dopo arrivò di fretta il padre.
- Sono in ritardo, sono in ritardo!
- Tieni- Misty gli passò un sacchettino- Meglio che fai colazione mentre vai.
- Grazie- poi guardò il ragazzo- Ciao Ash, tutto bene?
- Sì- annuì lui sorridendo.
- Bene- poi guardò la figlia- Visto che oggi non hai scuola, che ne dici di accompagnarlo a visitare la città? Almeno così la prossima volta non si perde.
- Ma…- fece Misty per ribattere.
- Non hai altri impegni, giusto? E poi non è un tuo amico?
- S-sì…- disse lei con voce bassa.
- Ottimo- poi guardò il ragazzo- Oggi verrà la nostra domestica Camilla. Assaggerai uno dei suoi piatti prelibati.
- Ah, d’accordo.
- Naturalmente niente in confronto con quelli preparati da te- disse l’uomo, notando lo sguardo offeso della figlia.
- Va bene, va bene- disse lei sbrigativa- Vai, che ti aspettano.
- Ciao tesoro, a stasera! Ciao Ash!
Una volta che la porta si chiuse, regno il silenzio. Misty non sapeva proprio cosa fare. Era passato così tanto tempo…
Sospirò e si fece coraggio.
- Senti, se non te la senti…- fece Ash.
- No, non è un problema. Non ho altro da fare, in fondo.

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Ricordava, come fosse un ricordo molto lontano…quando lei e Ash si erano salutati all’aeroporto, prima che lei partisse.
Era stato così strano e allo stesso tempo così doloroso.
Però ormai quelle immagini, quei sentimenti, sembravano parte del passato, come una foto che si era sbiadita con il tempo.
- Dove siamo?- chiese d’un tratto il ragazzo. Misty fermò la sua camminata.
- Al municipio- disse lei.
- Oh- fece lui guardandosi intorno- Ora ricordo di essermi perso qui. Non credevo che fosse il municipio.
- C’è qualche posto che vuoi visitare in particolare?- chiese Misty.
- Uhm…- lui sembrò pensarci- Sarei curioso di vedere dove studi.
- E perché?- fece lei sorpresa.
- Non ti va?- chiese lui innocentemente.
- N-no…è che…- cercò di calmarsi. Non capì come mai aveva reagito così, forse era solo sorpresa che Ash gliel’avesse chiesto- D’accordo- disse infine.
Lo condusse verso la scuola dove da più di un anno era stato il luogo di conoscenza e di esperienze nuove.
- Eccoci- disse la ragazza fermandosi davanti un edificio antico, pieno di aule e grandi finestre, con giardinetti qua e là e delle panchine.
- Wow- disse lui impressionato. Forse perché era la prima volta che ne vedeva uno- Non me lo immaginavo così…oh, ma c’è qualcuno- indicò dei ragazzi oltre il cancello con dei Pokémon.
- Sì, ogni tanto si tengono degli incontri di esercizio nel cortile. E’ utile per tenersi in forma e…- non fece in tempo a terminare, che vide Ash intrufolarsi dentro- Ash!- lo chiamò.
- Vieni- disse lui con un sorriso- Sono curioso di vedere l’incontro.
Misty sbuffò, ma questo dimostrava che Ash non era tanto cambiato. Certo, in alcuni atteggiamenti e fisicamente c’erano dei cambiamenti, però dentro sembrava il solito Ash, il ragazzino irrefrenabile, amante dei Pokémon e dei combattimenti, che si perdeva anche con una mappa in mano…
- Misty, allora?- lo chiamò lui. Misty lo seguì all’interno.
Ash si mise vicino agli altri spettatori, mentre vedeva due ragazzi combattere. Poi quello con il capello bianco e vestito di rosso e nero, vinse l’incontro. Esultò e si guardò intorno.
- Misty, ciao!- disse lui sorridendo.
- Ciao Brendan- salutò lei.
- Sei venuta anche tu ad esercitarti?- fece rientrare il suo Pokémon.
- Non oggi- disse Misty e fece cenno al ragazzo accanto- Faccio da guida a lui.
- Mh?- lo guardò. Ash abbozzò un sorriso- E’ un tuo amico?
Misty guardò per un secondo Ash, poi annuì.
- Sì, un amico. Si chiama Ash, viene da Kanto, Pallet Town ed è un allenatore.
- Oh, fantastico. Io vengo da Hoenn- fece lui- Mi chiamo Brendan.
- Ciao- i due si strinsero la mano- Anche tu segui il corso per capopalestra?
- Certo- annuì- Aspetto che mio padre mi ceda finalmente il posto alla palestra. Nel frattempo mi tengo in esercizio.
- Ho visto il tuo incontro…sembri in gamba- disse Ash.
- Lo sono- disse l’altro con un sorriso- Però che ne dici di un incontro? Non c’è migliore dimostrazione, che praticare.
- Non chiedevo di meglio- disse Ash raggiante.
- Hai con te un Pokémon o vuoi che ne prenda uno dalla scuola?
- No, ho il mio- Ash estrasse una sferapoké e l’incontro cominciò.
Misty si sedette su una panchina e guardò da lontano i due che si sfidavano.
“Il solito”- pensò Misty, sospirando- “Invece di approfittarne per conoscere questo posto…perde tempo con combattimenti”.
Ci pensò su. Anche lei aveva finito per fare la stessa cosa i primi giorni.
Ridacchiò di se stessa e guardò assorta l’incontro. Ash sembrava sempre forte, ma anche Brendan era bravo.
Chissà se era proprio la voglia di conoscere nuovi Pokémon, che l’avevano spinto fin lì. Ma come mai non si era portato Pikachu? Non si erano mai divisi, da quanto ricordava. Ogni nuovo viaggio lo aveva iniziato con Pikachu, perché allora non era lì? Non era venuto per catturare nuovi Pokèmon?
E poi, come aveva avuto il suo indirizzo? Molto probabilmente, gliel’aveva dato Daisy. Era da mesi che la stressava per passare le vacanze a Cerulean City, ma lei aveva rimandato. Forse era il suo modo di vendicarsi.
- Parità- disse una voce. Misty si svegliò dai pensieri e vide i due ragazzi far rientrare i propri Pokémon nelle sfere poké. Si alzò e gli andò incontro.
- Il tuo amico è davvero bravo- fece Brendan- Ma conto la prossima volta di vincere- guardò Misty- Piuttosto, hai già preparato la relazione per domani?
- Quasi- disse lei- Devo aggiungere qualcosa e sistemarlo.
- Certo che il corso di specializzazione è davvero massacrante- disse Brendan sbuffando.
- Già- annuì lei. Poi guardò Ash che era intento a sfidare altri ragazzi- Meglio che lo porti via, altrimenti passerà tutta la giornata qui.
- D’accordo- disse Brendan- Allora ci vediamo domani.
- Sì- si avvicinò ad Ash- Andiamo?
- Eh? Aspetta, ancora un…- lo afferrò per la mano e lo trascinò via.
- Ti conosco Ash, dici sempre così- la ragazza lo portò fuori dalla scuola e ritornarono in piazza- Ora- disse lei guardandolo- Cos’altro vuoi vedere?
Però non sembrava ascoltarla, guardava invece la mano di Misty che stringeva la sua.
- Eh- disse lei agitata. Si era scordata di lasciarlo andare subito dopo- S-scusa…
- Non c’è bisogno di scusarsi- lui la guardò. E per un istante calò il silenzio- Non c’è una gelateria qui vicino?
- Oh, certo- disse lei contenta che avesse cambiato discorso.
Si sentiva agitata, molto. Era stata così tanto lontana da lui, che ora i gesti che un tempo erano spontanei, ora portavano solo complicazioni. E ancora non riusciva a darsi pace, perché Ash era lì? Non aveva fatto nessun accenno a tutto il tempo che era passato senza sentirsi. Era come se non fosse successo nulla tra di loro. Forse, era questo che Ash pensava. Che tra loro era rimasta la solita amicizia, che il tempo non aveva cambiato niente.
Finalmente arrivarono alla gelateria e i due si presero da mangiare. Camminarono nuovamente senza dire niente.
- E’ un bel posto- disse infine Ash, una volta che i due si sedettero su una panchina, nel parco dove solitamente andava Misty- Credo di esserci passato, mentre stavo cercando la via. Ma c’era tanta gente ed era tutto così confuso.
- Ah sì?- poi stette in silenzio.
Non aveva idea di cosa dire. Eppure di cose ce n’erano da dirsi, era passato così tanto tempo. Ma una parte di lei, aveva paura di quello che avrebbe potuto dire Ash. Chissà se aveva preso una decisione…se aveva scelto con chi…
- Sai, ti trovo molto cambiata- disse d’improvviso Ash, senza guardarla- Quasi facevo fatica a riconoscerti senza il tuo solito codino.
- Ah…- Misty si toccò i capelli- Già, me li sono fatta crescere- Ricordava quel giorno davanti allo specchio, quando decise di cambiare un po’ il suo look, rinunciando ai capelli corti- Perché, non sto bene?- chiese lei un po’ timida.
- No, al contrario- le sorrise- Ti trovo molto carina.
- …grazie- lei abbassò lo sguardo imbarazzata. Non poteva cascarci così facilmente. Non doveva permettere ai suoi sentimenti di riaffiorare- Anche tu…sei molto cambiato.
- Spero in meglio- scherzò lui.
Sembrava così tranquillo, così spontaneo accanto a lei. Era davvero come se il tempo tra di loro non fosse mai passato.
- Per quanto resterai?- chiese lei.
- Chissà…- alzò lo sguardo- Dipende se trovo le mie risposte.
- E di preciso, che risposte cerchi?- chiese Misty guardandolo.
- A delle domande che sembrano non avere fine…- Misty lo guardò ancora più confusa- Non importa- si alzò in piedi- Proseguiamo?

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Certo, era strano. Era strano il nuovo Ash che era venuto a trovarla…non sapeva poi, se era venuto per lei. Parlava di domande e risposte…ma non si spiegava bene. E dire che di solito era lui che non capiva.
Guardò nuovamente il foglio con le frasi. Sistemò delle parole e proseguì.
Chissà cosa frullava nella testa di Ash. Una volta non avrebbe avuto dubbi: Pokèmon, medaglie e incontri. Il suo mondo girava sempre intorno a quello.
Si sistemò le ginocchia all’altezza del petto, con sopra un libricino.
Però…se lui si fosse deciso a crescere…a scegliere una ragazza…questo spiegherebbe il suo cambiamento. La ragazza che aveva scelto, era stata in grado di cambiarlo…
Era curiosa di sapere chi era…se la conosceva o no. E perché non era con lui? Perché non lo chiamava? Ash non aveva ancora accennato nessun nome.
Ma non avrebbe mai avuto il coraggio di chiederglielo.
Girò l’altro foglio e proseguì con la lettura, ma dovette fermarsi perché notò qualcosa. Si voltò e vide il ragazzo seduto accanto a lei al divano.
Lei sussultò, facendo cadere qualche foglio.
- Ash!
- Cosa?- disse lui tranquillo fissandola.
- C- come…da quanto sei lì?
- Da un po’…Perché?
- Perché non mi hai avvisato?- si chinò per raccogliere i fogli- Mi hai fatto prendere un colpo- si risistemò sul divano.
- Mi sembravi così assorta a leggere…- rispose lui semplicemente- che ho preferito non disturbarti.
- Credevo che fossi andato a dormire- disse lei, riordinando i fogli.
- Sì, ma non avevo sonno…Cosa stai facendo?
- Sto preparando la relazione per domani. Mi manca poco.
- Capisco…- lui rimase in silenzio ad osservare la ragazza tutta presa a fare correzione sul foglio. Ma lei sembrò accorgersi del suo sguardo, perché dopo alzò la testa e lo guardò.
- Ehm…potresti fare a meno di fissarmi?
- Ti da fastidio?
- Be’, vorrei vederti se facessi la stessa cosa a te.
- Non sarebbe male…- sorrise lui. Misty lo guardò confusa.
- Come?
- Se fossi tu, mi farebbe piacere…- Misty lo guardò ancora più confusa. Lui alzò lo sguardo- Mi sono chiesto molte volte, perché le cose tra di noi sono sempre state così semplici e allo stesso tempo complicate.
Misty ora aveva perso il filo del discorso. Di cosa stava parlando?
- Ci siamo conosciuti in un modo così bizzarro e siamo diventati amici ancora prima di rendercene conto.
- Sì…Ma non capisco cosa c’entri.
- Vedi…ho provato a pensare: se il nostro incontro fosse stato…diverso? Qualcosa di più semplice, incontrarsi e conoscersi, come la maggior parte delle persone. Sarebbe cambiato qualcosa?
- Chissà…ma questo che importanza ha?
- C’è l’ha…in qualsiasi caso, avrei saputo come comportarmi, avrei saputo cosa dire, cosa fare…Forse avremmo evitato di litigare così spesso.
- Lo dubito- lei riprese a trafficare con i suoi fogli- Noi non siamo fatti per starcene buoni, non avremmo potuto evitare di litigare.
- E questo…non ti dispiace?
- …molto. Ma pare che sia parte del nostro destino.
- E non hai mai voluto…come dire, cambiare questa situazione?
- Ci ho provato…- sospirò lei. Ricordò quante le volte che aveva tentato di essere più dolce e gentile con Ash, ma dopo pochi minuti scoppiava di rabbia e lo inseguiva furiosa- Davvero, noi non siamo fatti per essere altre persone. Ci troviamo bene nei ruoli che ci sono stati assegnati e per questo…per questo ci è così difficile cambiare.
- Però forse…non ci abbiamo provato insieme- la guardò. Misty distolse lo sguardo dai suoi fogli.
- Insieme?- ripeté lei- Ma Ash, ti rende conto di quel che dici?- disse lei scettica e un po’ divertita- E’ come se dicessi che…- ma prima che potesse continuare, si rese conto di quanto Ash si era avvicinato a lei. Troppo vicino, le loro mani appoggiate sul divano si stavano sfiorando. E il viso di Ash sembrava diminuire quella distanza.
Il cuore sembrò avere preso vita all’improvviso. Il suo corpo si irrigidì, quando la mano di lui le sfiorò la guancia e gli occhi color nocciola la fissarono con insistenza. Le sembrava quasi di aver davanti un'altra persona, se non fosse per l’incredibile somiglianza.
- Se ti avessi incontrata in altre circostanze…- disse lui- Se avessi avuto modo di crescere prima…- si avvicinò di più- Se ti avessi vista adesso, come se fosse la prima volta…

Chi sarà la persona che deciderai di baciare? Sarà lei o forse sarò io?
Chi sarà la persona che deciderai di baciare? Sentimenti che orbitando stanno al cielo.

Erano così vicini, che lei poteva sentire la respirazione di Ash. E chissà se lui invece sentiva il suo cuore impazzire?
- Se ciò fosse accaduto…io…- la mano di lui, l’afferrò da dietro il collo e la trascinò dolcemente a sé.
Sarebbe bastato poco, davvero poco. Chiudere gli occhi e lasciarsi trascinare dal momento. Dimenticare per un momento chi era e chi aveva davanti. Scordarsi di tutta quella sofferenza che a lunga l’aveva sommersa…e per una volta, vivere un esperienza che l’avrebbe resa felice.

Sono tanto debole che pensai di perderti. Con mia sorpresa, decidesti di seguirmi.
Sottovalutai l’amore che mi volevi dare. Ero solita dubitare sempre, per questo oggi.
Non so che decidere. Solo odiarmi sempre più.

Ma lei era Misty, non una ragazza qualsiasi e chi aveva davanti, era il suo amico Ash.
Le tornarono alla mente come un macigno le parole di Ash.
Sei la mia migliore amica
Cosa stava facendo?

Questo dolore, di non avere il tuo amore. Solamente la tua amicizia.
Senza avere nessuno che mi possa appoggiare.
Adesso sì, mi ha ferita veramente. Contraddizioni senza fine.
Il destino mi separa sempre più da te.

Scostò la testa e si staccò dalla presa del ragazzo. Raccolse le sue cose e si alzò dal divano. Senza aggiungere una parola, senza guardarlo in faccia, si avviò a passo veloce verso la sua stanza e si chiuse dentro.

Chi sarà la persona che deciderai di baciare? Sarà lei o forse sarò io?
Le tue parole cercano sempre di sedurre. E sono stanca che sia così.
Sono solita rifugiarmi nelle mie fantasie e sempre risulta una completa agonia.
Quando ritorno a questa dura realtà, mi richiede una forza sopranaturale.

Ash rimase fermò sul divano, ancora nella stessa posizione.
Chinò la testa e si morse le labbra.

Vieni presto per me. Non so se sopporterò tanto.
Questo dolore, che una bugia causò, anche se pietosa, è sbagliato.
Ho bisogno di una voce che possa guidarmi, o non potrò guardare al futuro.
Abbracciami forte. Non trattenerti tanto tempo a rifletterci.
Chi sarà la persona che deciderai di baciare? Sarà lei o forse sarò io?
E’ inutile che mi metta a piangere. I miei sentimenti dureranno ancora.
A chi è che bacerai? A chi è che bacerai? Decidilo, decidilo.
Chi sarà la persona che deciderai di baciare? Devi decidere. Fallo ora.
Chi sarà la persona che deciderai di baciare?
Chi sarà la persona che deciderai di baciare? Sarà lei o forse sarò io?
Quel scudo che eri solito utilizzare. Mi ha condannata al dolore che porto oggi.
Quel scudo che eri solito utilizzare. Mi ha condannata al dolore che…porto oggi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

*______________* ecco finalmente ce l'ho fatta a leggerlo!bhe ne è valsa la pena di aspettare!xDD *_____________* mamma mia magari Ash fosse realmente così!!!!l'ho detto io che devi essere tu a scrivere le storie dei pokemon!ù.ù sai che successone?altro che le untate di adesso...=.= oddio che banalità che sono....cooooomunque adesso voglio proprio vedere che farà Mistuccia bella!*_________________* povera...sarà davvero entrata in uno stat di crisi assurdo....chi è che voleva dimenticare????xDDDD dai yachan aspetto nuovi cappy e nuove emozioni!^-° ah...ma secondo te quanti anni ha Ash adesso?in generale non non solo nella tua fic....xDDD

bacione e a presto!!!ciao ila^^

AUGURIIIII POKEMOOOONNNN!!!!
Gotta Catch'em All!!!!!!!!!LANCIA LA TUA SFERA!xDDDD *è partita*